Nelle grotte di Pertosa-Auletta una civiltà risorge dalle tenebre

La misteriosa e millenaria caverna carsica del Parco naturale del Cilento restituisce nuove e straordinarie evidenze speleo-archeologiche: in esclusiva il racconto di Lorenzo Mancini e Simona Di Gregorio, i due archeologi protagonisti dello scavo

Alle falde dei Monti Alburni, protetti dall’Appennino lucano e posizionati come sentinelle all’ingresso del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, troviamo i due ameni borghi di Pertosa e Auletta. Proprio qui nelle omonime grotte fluisce la nota “risorgente carsica” che, fonte di antichissime civiltà, è stata di recente oggetto di un importante intervento di ricerca e documentazione speleo-archeologica.

L’antefatto ottocentesco: palafitte nelle tenebre

«Il giacimento archeologico presente nelle grotte di Pertosa-Auletta ‒ ci hanno spiegato gli esperti Sabap ‒ è noto sin dalla fine dell’800 ed è di eccezionale importanza in quanto conserva i resti di una palafitta di età protostorica risalenti a circa 3500 anni or sono». Si tratta dunque di testimonianze archeologiche uniche in Europa in ambiente sotterraneo e che però possono essere esplorate e indagate solo in casi eccezionali. Questo perché nei pressi dell’ingresso della cavità che porta alla palafitta, nel 1907 a sbarramento del fiume ipogeo, venne costruita una diga che produce energia idroelettrica. Ebbene, a gennaio 2024, grazie allo svuotamento dell’invaso idrico artificiale è stato possibile ritornare nella spelonca e, proprio come in un romanzo fantastico di Tolkien, solo che nel nostro caso è tutto straordinariamente reale, dalle “tenebre” sono riemerse ulteriori e sorprendenti tracce della comunità protostorica che viveva nelle grotte di Pertosa-Auletta in un villaggio di palafitte.

 

Il team delle “sinergie”

Una scoperta speleo-archeologica di rilievo internazionale come questa è stata conseguita solo grazie a una sinergia tra la Società IREN che gestisce la centrale idroelettrica del fiume Negro, la Fondazione MIdA che, diretta dalla prof.ssa Maria Rosaria Carfagna, gestisce le grotte di Pertosa-Auletta e l’équipe del Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici”, coordinata dal dott. Felice Larocca. Il tutto con la regia della Sabap, la “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino”, avente come direttrice scientifica la soprintendente Raffaella Bonaudo coadiuvata dagli archeologi Simona Di Gregorio e Lorenzo Mancini.

 

Il racconto degli archeologi Di Gregorio e Mancini

«La principale novità dell’intervento effettuato nelle grotte di Pertosa-Auletta lo scorso gennaio – ci dice l’archeologo Lorenzo Mancini (Sabap) ‒ consiste nell’aver documentato la notevole estensione dell’insediamento palafitticolo dell’età del Bronzo Medio-Recente (metà-seconda metà del II millennio a.C.)». L’archeologa Simona Di Gregorio (Sabap) aggiunge poi che tale insediamento «in rapporto a quanto sapevamo dalle precedenti indagini, mostra di addentrarsi per diverse decine di metri al di là del limite dell’ante-grotta, ossia al di là di quel settore nel quale la luce del sole penetra naturalmente e non risulta necessario ricorrere a forme di illuminazione artificiale».

Ma cosa indusse allora quella comunità protostorica ad abbandonare la luce del sole e adattarsi a vivere su palafitte, nelle profondità tenebrose di quelle grotte?

«L’attrazione esercitata dalla grotta e dalle possibilità anche economiche offerte dallo sfruttamento delle acque correnti ‒ spiega Mancini – ha vinto la naturale riluttanza dell’uomo ad abbandonare la “comfort zone” illuminata dalla luce diurna e gli ha fatto sperimentare modalità di occupazione stabile dello spazio ipogeo. Modalità che – precisa Di Gregorio ‒ non trovano per il momento confronti, almeno per questa fase cronologica, in altri siti in grotta». Vieppiù, aggiunge Lorenzo Mancini, «la lavorazione di materie prime animali, il lavaggio e la tosatura degli armenti, la macellazione delle carni, la produzione e conservazione di derivati del latte, erano nello specifico le attività alimentate proprio dallo sfruttamento delle acque della grotta».

Le recenti rivelazioni sulla civiltà delle palafitte sono inoltre corroborate, come conferma l’archeologa Di Gregorio, «dal rinvenimento di frammenti di ceramica impressa, riferibile al Neolitico, che rivelano una frequentazione delle grotte di Pertosa Auletta, risalente molto indietro nel tempo, sulla cui natura e modalità gli strati più profondi dei depositi fangosi sui lati dell’alveo fluviale conservano senza dubbio informazioni ancora tutte da indagare».

Nel frattempo Lorenzo Mancini ci svela un’altra peculiarità del modus vivendi in grotta: «Sulle soglie del I millennio a.C. – argomenta lo stesso archeologo ‒ come già sapevamo, finalità e modi della presenza umana nella grotta cambiano radicalmente e assumono un orientamento esclusivamente cultuale che raggiunge una particolare visibilità a partire dal IV sec. a.C., prolungandosi fino all’avanzata età imperiale romana e conoscendo una reviviscenza nel Medioevo, nel segno del culto di San Michele Arcangelo, la cui edicola domina tuttora l’ante-grotta».

Un affascinante excursus spazio temporale quello di questa comunità umana capace di vivere in grotte profonde oltre tre chilometri e in una simbiosi con l’acqua a cui si attribuivano significati apotropaici. «La frequentazione cultuale di età storica, connessa alla presenza di acque correnti che fluivano dall’oscurità misteriosa della grotta, aveva delle valenze che – conferma l’archeologa Di Gregorio ‒ furono senza dubbio molteplici e dovettero abbracciare aspetti come la propiziazione della fecondità umana e animale, i riti di passaggio fra classi d’età e la tutela e riacquisizione della salute». E così non è affatto una coincidenza che «tra i reperti più significativi che sono emersi dall’intervento di quest’anno – rivela Lorenzo Mancini ‒ vi è una folgore votiva in bronzo che era stata deposta in una fenditura della parete rocciosa normalmente al di sotto del livello delle acque, sulle cui valenze cultuali occorrerà ancora riflettere».

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