Un anno dedicato al patrimonio culturale europeo

Il 2018 sarà finalizzato a promuovere la diversità culturale, il dialogo interculturale e la coesione sociale nei Paesi dell'Unione europea.

L’Unione europea (Ue) ha istituito l’Anno europeo del patrimonio culturale, il quale obiettivo generale è quindi quello di incoraggiare e sostenere l’impegno dell’Ue, degli Stati membri e delle autorità regionali e locali, in cooperazione con il settore del patrimonio culturale e la società civile in senso lato, a proteggere, salvaguardare, riutilizzare, rafforzare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale dell’Europa. Gli Stati membri sono responsabili dell’organizzazione della partecipazione all’Anno europeo del patrimonio culturale a livello nazionale e di nominare i coordinatori nazionali per garantire il coordinamento delle attività pertinenti a livello nazionale. Progetti e iniziative locali saranno integrati con progetti transnazionali finanziati dall’Ue. La Commissione europea, ad esempio, organizzerà con gli Stati membri le “Assises du Patrimoine” come evento faro dell’Anno europeo del patrimonio culturale al fine di avviare i lavori su un piano d’azione a lungo termine dell’Ue per la cultura e il patrimonio culturale.

Il patrimonio culturale dell’Europa è il cuore pulsante dell’identità e della memoria collettiva dei cittadini europei e comprende i numerosi siti archeologici o capolavori dell’architettura contemporanea, i castelli medievali o le tradizioni popolari e le arti. Il patrimonio culturale è anche fattore di crescita economica e occupazione nelle città e nelle regioni ed è determinante per gli scambi dell’Ue con il resto del mondo. Inoltre, nell’Ue 7,8 milioni di posti di lavoro sono indirettamente collegati al patrimonio culturale (ad esempio, turismo, interpretariato e sicurezza). Oltre 300.000 persone sono impiegate nel settore del patrimonio culturale dell’Ue e quasi metà (453) dei siti inclusi nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco si trova in Europa. Quindi, la Commissione europea auspica che migliaia di eventi e di iniziative in tutta Europa possano offrire la possibilità di coinvolgere cittadini provenienti da tutti i contesti. L’obiettivo è raggiungere un pubblico più ampio possibile, in particolare i bambini e i giovani, le comunità locali e coloro che raramente entrano in contatto con la cultura, al fine di promuovere un comune senso di responsabilità.

In Italia, l’Anno europeo del patrimonio culturale è stato inaugurato il 7 dicembre al Forum europeo della cultura di Milano. In tale occasione, Tibor Navracsics, Commissario per l’Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, ha dichiarato: «Il patrimonio culturale è al centro del modello di vita europeo. Definisce chi siamo e crea un senso di appartenenza. Il patrimonio culturale non è fatto solo di letteratura, arte e oggetti, ma anche dei saperi artigianali tramandatici, delle storie che raccontiamo, del cibo che mangiamo e dei film che vediamo. È necessario preservare il nostro patrimonio culturale e farne tesoro per le generazioni future. Quest’anno di celebrazioni sarà un’eccellente occasione per incoraggiare le persone, in particolare i giovani, a esplorare la ricca diversità culturale europea e a riflettere sul ruolo che il patrimonio culturale riveste nelle nostre vite. Il patrimonio culturale ci consente di comprendere il passato e di costruire il futuro».

Secondo una nuova indagine Eurobarometro, 8 europei su 10 ritengono che il patrimonio culturale sia importante non solo a livello personale, ma anche per la propria comunità, la propria regione, il proprio paese e per l’Ue nel suo insieme. Un’ampia maggioranza di cittadini è fiera del patrimonio culturale, sia esso situato nel proprio Paese o nella propria regione, o in un altro Paese europeo. Più di 7 cittadini europei su 10 ritengono anche che il patrimonio culturale possa migliorare la qualità della vita. L’indagine dimostra anche che 9 europei su 10 pensano che il patrimonio culturale dovrebbe essere oggetto di insegnamento nelle scuole. Tre quarti dei cittadini ritengono che siano in primo luogo gli Stati membri e l’Ue a dover destinare maggiori risorse per tutelare il patrimonio culturale europeo.

Molteplici sono le iniziative ed i progetti che possono essere messi in campo. Pensiamo a delle iniziative ed eventi intesi a promuovere il dibattito, a sensibilizzare all’importanza e al valore del patrimonio culturale e a facilitare il coinvolgimento di cittadini e di quanti lavorano nei beni culturali (imprese e singoli). Oppure, più semplicemente, si potranno organizzare esposizioni e campagne di informazione e sensibilizzazione per trasmettere valori quali la diversità e il dialogo interculturale valorizzando e facendo conoscere il variegato patrimonio culturale dell’Europa e stimolare il contributo del pubblico alla protezione e alla gestione del patrimonio. Sarebbe anche importante la condivisione di esperienze e di buone pratiche da parte di amministrazioni nazionali, regionali e locali e di altre organizzazioni e la diffusione di informazioni sul patrimonio culturale, anche attraverso Europeana, che è una biblioteca digitale che riunisce contributi da diverse istituzioni dei 28 Stati membri in 30 lingue (libri, film, dipinti, giornali, archivi sonori, mappe, manoscritti ed archivi). Ancora, l’Anno europeo del patrimonio culturale potrebbe offrire lo spunto per intraprendere studi ed attività di ricerca e innovazione e la diffusione dei loro risultati su scala nazionale o europea, così come promuovere reti e progetti, anche attraverso i media ed i social network.

 

 

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