Voto di fiducia per Tsipras

Periodo difficile per il premier per il nodo del voto di fiducia e quello dell’approvazione dell’Accordo di Prespes. Le dimissioni del ministro della Difesa, a causa dell’Accordo, e il divorzio dei due ex-alleati politici porteranno forse ad elezioni anticipate
AP Photo/Yorgos Karahalis

Dopo la validazione del Accordo di Prespes da parte del Parlamento di Skopje, il ministro della Difesa greco Panos Kammenos – alleato della coalizione di governo – si e dimesso dichiarando che l’Accordo non gli permette più di restare al suo posto nel governo.

In seguito di questi sviluppi, il premier ha deciso di chiedere il voto di fiducia dichiarando che non ha nessunissima preoccupazione sul risultato del voto. Ha ringraziato Kammenos per il suo contributo all’uscita dai memoranda di assistenza finanziaria e in genere per la sua cooperazione concludendo che i due hanno avuto «una sincera e onesta relazione».

È vero che Kammenos da tempo aveva dichiarato la sua opposizione all’Accordo di Prespes. Secondo lui è ora arrivato il tempo di dimettersi visto che fra poco l’Accordo arriverà nel parlamento greco per la sua validazione.

Nonostante il fatto che questo divorzio fosse da tempo aspettato, ciò ha fatto scatenare una dura critica dall’opposizione e ormai tutti parlano di un chiara “messa in scena” preparata dai due per ben precisi motivi: primo, tutti due vogliono riacquistare le percentuali che hanno perso a causa della loro coalizione.

Secondo, Tsipras avrà la scusa di annunciare eleni anzioticipate in caso che non ottenga il voto di fiducia. Ma anche se lo otterrà, avrà lo stesso la scusa per indire le elezioni, probabilmente a maggio, se non a febbraio-marzo, visto che la sua maggioranza sarà estremamente debole e fragile.

Terzo, in caso di elezioni anticipate, la validazione dell’Accordo, che deve essere introdotto nel parlamento entro il 15 Marzo, e le molte promesse fatte dal governo verranno affrontate dal prossimo governo; il che significa che il premier si libererebbe dal peso e non per colpa sua ma per colpa di Kamenos e dell’opposizione che chiede urgentemente elezioni.

L’ opinione pubblica sta osservando gli sviluppi e si sente frustrata perché dopo tutto quello che il Paese ha passato negli ultimi anni, i politici insistono a non mettersi d’accordo almeno per argomenti di interesse nazionale.

Sono molti quelli che chiedono un referendum consultivo sull’ Accordo ma questa prospettiva a abbastanza debole visto che la maggior parte della gente si oppone all’Accordo, una realtà che né le spiegazioni del governo e nemmeno la recente visita di Merkel ad Atene sono riusciti di cambiare.

Ormai si intuisce che Tsipras abbia agito sotto la pressione internazionale. Nessuno si oppone al bisogno di risolvere questo vecchio problema, nessuno dubita che si tratti di un accordo storico, ma la domanda che sui termini dell’Accordo rimane.

Intanto, nonostante l’uscita dai memoranda, la crisi continua, la disoccupazione persiste e la criminalità aumenta. Inoltre, emerge un nuovo tipo di terrorismo: la recente esplosione di una bomba nel cortile della Chiesa di San Dionissios a Kolonaki – quartiere associato con l’élite economica e politica – fa pensare.

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