A Ventimiglia vietato l’azzardo

L’ordinanza del sindaco Ioculano prevede che si potrà giocare alle macchinette mangiasoldi solamente dalle 19 della sera alle 7 nel mattino. Ci si augura che tanti altri comuni la adottino

L’ordinanza è stata redatta dal sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano, con l’intenzione che la stessa sia recepita in più comuni del Ponente ligure. Senz’altro troverà oppositori, ma l’intenzione è quella di tirare dritto. Si tratta dell’“oscuramento” del gioco d’azzardo.

Ioculano ha predisposto un’ordinanza per vietare gli orari di accensione degli apparecchi da gioco nelle sale, nei bar e tabaccheria praticamente per l’intero arco della giornata. In sostanza si potrà giocare alle macchinette mangiasoldi solamente dalle 19 della sera alle 7 nel mattino. La proposta è stata accolta con favore anche dal primo cittadino di Sanremo, Biancheri, che si augura che tanti comuni la adottino: «Per ottenere un risultato efficace occorre che tutte le amministrazioni in cui si registra questo fenomeno trovino un accordo per una linea unica. Ne ho parlato con Ioculano: bisogna adottare la stessa fascia di orari di chiusura, altrimenti chi è affetto da ludopatia potrebbe spostarsi da una località all’altra per giocare, seguendo gli orari di apertura al gioco. Tornerò a proporre ai colleghi di adottare lo stesso provvedimento».

Ioculano nell’ordinanza è molto drastico: si vieta l’utilizzo fuori orario, pena sanzioni e nei casi di recidiva la chiusura del locale, negli orari in cui è più facile che ad essere tentati dalle macchinette mangiasoldi siano i soggetti più deboli: minori, se non addirittura bambini, casalinghe, anziani, perché «ho visto famiglie finire sulla strada e rovinarsi. Tutto questo è gravissimo e deve finire».

Gli ultimi dati sul denaro speso dai liguri per il gioco parlano di 2 miliardi e 485 milioni di euro bruciati in un solo anno nel gioco d’azzardo. I dati sono dei Monopoli riferiti all’anno 2016. In Liguria la spesa per il gioco pro capite per famiglia è pari a 3.214 l’anno: 269 euro mensili. Nello stesso periodo, secondo l’Istat, la spesa mensile pro capite delle famiglie liguri era pari a 2.289 euro mensili. Ogni mese le famiglie liguri spendono in alimentari incluse bevande alcoliche 421 euro, e 269 euro in azzardo. In provincia di Imperia, nel solo 2016 (secondo i dati dei Monopoli), il totale di denaro complessivo speso nell’azzardo è stato di 313,6 milioni di euro. La spesa pro capite a famiglia si è attestata su 3.010 euro (250 euro mensili), 1.458 quella pro capite. In Slot se ne sono andati addirittura 138 milioni di euro, a fronte dei 24 milioni di euro in Vlt e degli 86 milioni giocati agli online. Il Totocalcio e simili al palo con soli 95 mila euro.

L’azzardopatia è inoltre una grave emergenza sociale e sanitaria. Dal 2011 al 2016, in Liguria, è triplicato il numero delle persone che si sono rivolte nei nostri Sert per curarsi dal Gap (Gioco d’azzardo patologico). Ma è solo la punta dell’iceberg di una piaga che spesso rimane sommersa, con conseguenze devastanti sulle famiglie. E un allarmante riciclo di denaro che viene ripulito dalle mafie anche nelle Vlt-Slot-Online, formalmente legali, che poi si scopre sempre più spesso legate a società legate alla ’ndrangheta, camorra e mafie.

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