Varato il decreto Genova

Il decreto Genova per far fronte all'emergenza dopo il crollo di Ponte Morandi è arrivato sulla scrivania del presidente della Repubblica. Si tratta di un documento di 44 pagine con 47 articoli sugli «Interventi urgenti per il sostegno e la ripresa economica del territorio del Comune di Genova».

Dopo 44 giorni di attesa il decreto Genova, ora è arrivato sulla scrivania del presidente della Repubblica, per la valutazione e la successiva pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Subito il governatore della Liguria Toti, ha fatto sapere che non vuol dire che sarà soddisfacente, ma che bisognerà vedere cosa c’è scritto dentro dopo questo balletto fatto in una settimana e mezzo tra un ministero e l’altro. «Mi sembra che il decreto venga fatto per escludere gli enti locali. Mi dà l’impressione che il governo voglia gestire la situazione a Roma e non in Liguria. Ma va bene tutto, siamo laici, basta che si raggiungeranno i risultati». Infatti  Regione e Comune sono rimasti esclusi dalla redazione definitiva del testo, come invece avevano auspicato ed era giusto che fosse.

In 47 articoli raccolti in 44 pagine, il testo del decreto Genova dovrebbe contenere tutte le procedure per rimettere in piedi la città. Ma il primo interrogativo è: chi sarà il Commissario straordinario, che si legge sarà indicato entro dieci giorni dopo aver «sentito il presidente della Regione». Intanto forniamo una prima lettura dei maggiori provvedimenti, ma torneremo nei prossimi giorni con più particolari. Per ora vediamo i capitoli più importanti, dove per l’appunto viene stabilito che il governo stanzia altri 20 milioni di risorse che verranno trasferite alla contabilità speciale intestata al Commissario delegato. «La contabilità speciale intestata al Commissario delegato per l’emergenza», che in base all’ordinanza del 20 agosto disponeva di 33,5 milioni, «è integrata di 9 milioni di euro per l’anno 2018 e 11 milioni di euro per l’anno 2019».

Si specifica che le risorse sono coperte con l’uso del Fondo per le emergenze nazionali. Nel decreto non c’è riferimento al Terzo Valico, la linea ferroviaria ad alta capacità che collega Liguria e Piemonte. Confermato quindi lo stralcio dal testo dei 791 milioni che erano stati inseriti nelle prime bozze fatte circolare nei ministeri. Secondo però il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi, i 762 milioni di euro per il sesto lotto del Terzo Valico «sono stati già individuati e verranno ripristinati». In tutto le spese quantificate e coperte (in gran parte tramite utilizzo pluriennale di fondi già presenti in bilancio) ammontano a 493 milioni di euro, di cui 360 per la ricostruzione del ponte sul Polcevera e la viabilità connessa. La copertura è prevista in 283,5 milioni nei primi cinque anni (2018-2022) e altri 210 milioni dal 2023 al 2029. La spesa per la demolizione e ricostruzione, stimata in 360 milioni, ma la cifra esatta uscirà dopo la progettazione degli interventi, in particolare del ponte, sarà coperta dallo Stato con 30 milioni all’anno, dal 2018 al 2029, tramite riduzione del Fondo investimenti comma 140 legge di Bilancio 2017, per la quota 2018 da 36 miliardi (in 15 anni) non ancora ripartita.

Se e quando Autostrade per l’Italia pagherà la ricostruzione, come previsto dal decreto, questi soldi torneranno nelle casse dello Stato. Al fronte di un calo dei traffici portuali superiore al 30% registrato dal 14 di agosto a oggi e di una proiezione fatta dall’Autorità di sistema portuale di Genova di un decremento del 15% per il 2019, il decreto prevede che «la quota di riparto del Fondo per il finanziamento degli interventi di adeguamento dei porti  viene stabilita per gli anni 2018 e 2019 nella misura del 3 per cento dell’imposta sul valore aggiunto dovuta sull’importazione delle merci introdotte nel territorio nazionale per il tramite di ciascun porto nel limite di 30 milioni di euro annui». Inoltre, «sono stanziate a favore della Regione Liguria risorse straordinarie nella misura di 500.000 euro per l’anno 2018 e 23 milioni di euro per il 2019 da destinare al finanziamento dei servizi di trasporto aggiuntivi per fronteggiare le criticità trasportistiche conseguenti all’evento, per l’efficientamento dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale già attivati nonché per garantire l’integrazione tariffaria tra le diverse modalità di trasporto nel territorio della città metropolitana di Genova».

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