Una sfida raccolta

Dal primo al 9 maggio, giovani dei cinque continenti hanno lavorato insieme alla Settimana mondo unito.
Settimana mondo unito

«Grazie per la condivisione, per l’impegno, per il coraggio, per aver creduto che il nostro progetto è reale. Ora ci aspetta una sfida molto più grande: fare di tutto l’anno una Settimana mondo unito (Smu)». I Giovani per un mondo unito (Gmu) hanno ringraziato così, tramite il loro blog, tutti coloro che nei cinque continenti hanno contribuito a dare vita alla Smu: dal primo al 9 maggio, otto giorni di iniziative di ogni genere per mettere un tassello alla fraternità universale.

A dare il via ufficiale alla Smu è stato il collegamento da Esztergom, in Ungheria, al confine con la Slovacchia. Tra i due Paesi i rapporti non sono stati sempre facili: i giovani hanno voluto però superare le frontiere organizzando parte dell’incontro nella città slovacca di Sturovo, con la presenza di entrambi i sindaci.

In Italia ad aprire le danze è stato il meeting del primo maggio, a Loppiano: tremila giovani hanno esplorato le otto vie verso la costruzione di un mondo più solidale – dall’Economia di Comunione all’uso costruttivo dei media – in altrettanti workshop, raccogliendo l’invito loro rivolto durante un collegamento telefonico da Maria Voce, presidente del Movimento dei focolari, ad essere «costruttori di ponti».

Punto di condivisione di iniziative ed esperienze è stato il blog della Smu. Un viaggio attorno al mondo che mostra la creatività dei giovani di varie culture nel rispondere alle esigenze del Paese dove vivono. Così nelle Filippine, in vista delle elezioni del 10 maggio, hanno organizzato una due giorni di formazione ad una “nuova politica”. In Indonesia, Paese diviso tra fedi ed etnie, ciascuno si è impegnato a portare alla giornata di apertura due amici: uno di un’altra religione e uno di un’altra tribù.

L’America Latina è stato uno dei continenti più attivi, tanto che a Santa Fe (Argentina) la Smu è stata dichiarata “di interesse provinciale”. Tra la distribuzione di viveri a chi vive in strada e le campagne informative, colpisce per l’originalità la messa in scena di episodi teatrali sul tema della fraternità ai semafori rossi.

Anche i Gmu italiani si sono dati da fare: dagli aperitivi di beneficenza un po’ in tutta la penisola, alle giornate sportive, al laboratorio sulla comunicazione di Roma, alla giornata ecologica di Teramo, sarebbe necessaria un intero numero della rivista per dare conto di tutto.

Filo conduttore della Smu è stata la campagna “Arms down”, con l’obiettivo di raccogliere 50 milioni di firme da consegnare alle Nazioni Unite per chiedere che il 10 per cento della spesa militare sia destinata ad attività di sviluppo.

La Smu si è chiusa domenica 9 con il collegamento da Mumbai (India), occasione per mettersi in contatto anche con gli amici del movimento indù dello Shanti Asram. Ulteriore segno di come la settimana abbia unito popoli e religioni diverse.

 

 

Visitate il blog, settimanamondounito2010.blogspot.com, per avere una panoramica completa di un mondo che, anche se ha preso forma per solo una settimana, vuol essere il prototipo della realtà che questi giovani sono determinati a costruire.

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