Per un vero movimento popolare

Serve allora un nuovo soggetto con ampia base sociale nel Terzo Settore, nel mondo dell’economia civile e sociale, capace di trasferire nelle istituzioni le istanze, le priorità dei cittadini
movimento popolare

L’Appello della società civile di Leonardo Becchetti ed altri per una “connessione trasversale ed inclusiva” tra le migliori energie del territorio, quello di Nuova Camaldoli per un forum civico permanente e un nuovo movimento popolare, hanno in comune il bisogno di miglioramento e di ripensamento della politica. Questa si presenta infatti impoverita da schemi del ’900, partiti personali, da una legge elettorale che toglie libera scelta agli elettori favorendo le decisioni dei capi con i loro nominati, in vista di aggregazioni per vincere con pericolose torsioni maggioritarie. Vince di fatto la minoranza più organizzata tra i cittadini con sovra-rappresentazione in Parlamento senza una reale partecipazione dei cittadini. La classe politica pertanto deve essere rapidamente rinnovata con persone “competenti e coraggiose”.

movimento popolareL’Assemblea di Roma del 6 settembre, convocata da Next e da Leonardo Becchetti, può rappresentare la saldatura tra una base sociale ampia e articolata con un forum civico nazionale permanente, una rete di persone e associazioni in fase di costruzione, attraverso processi partecipativi dal basso, di tipo inclusivo. Ciò avviene mentre gli schieramenti per le elezioni del 25 settembre appaiono ripiegati su loro stessi e senza una condivisa visione di Paese. Manca un’idea comune di vita e di società che vogliamo. Serve allora un nuovo soggetto con ampia base sociale nel Terzo Settore, nel mondo dell’economia civile e sociale, capace di trasferire nelle istituzioni le istanze, le priorità dei cittadini. È necessario un progetto sostenibile per il Paese e per l’Europa unita del futuro, per riavvicinare i cittadini alla politica, difendere i valori comuni della Costituzione, l’ambiente, un lavoro dignitoso, le competenze e il futuro dei giovani. Quest’area popolare serve per confrontarsi in modo autorevole con i partiti e negoziare contenuti e future candidature. I partiti devono avvertire la spinta che proviene dalla società civile e confrontarsi con essa, sia come maggioranza in Parlamento e al Governo sia come opposizione. Pace, clima, scuola, welfare sono le priorità. Va realizzata allora su questi temi una sussidiarietà con le forze vive della società civile. Chiunque vinca le elezioni, deve interloquire con esse in Parlamento, al Governo e come partiti. Queste energie profonde del sistema-Italia andranno a votare e invitano a fare altrettanto i numerosi astenuti e indecisi, con priorità chiaramente indicate e senza ordini di scuderia. Il movimento popolare vuole aiutare questa soggettività sociale ad esprimersi in modo autonomo e forte nel mondo della politica. Mondo prigioniero dei social e del presente, afferma il sociologo Giuseppe De Rita. Incapaci di andare oltre, di uscire dal pari merito, i leader di partito non sono più in grado di accendere entusiasmi e di mobilitare i cittadini. La campagna elettorale sembra uno scontro quotidiano su chi offre più tutele agli elettori, senza indicare le necessarie coperture finanziarie, senza una visione di Paese. Se a questo aggiungiamo il Rosatellum che espropria chi vota della possibilità di scegliere, si capisce che l’astensionismo può raggiungere il 35%, come prevedono sondaggisti.
La prossima legislatura, che vedrà il ritorno dei politici alla guida del Governo, non potrà non essere Costituente con una Assemblea che veda riscrivere insieme forma di governo, legge sui partiti, riforma della legge elettorale, per restituire ai cittadini il diritto di scegliere i rappresentanti in Parlamento. Sarà il quinquennio di attuazione del Pnrr per una vera ripresa economica e sociale dell’Italia, dell’ancoraggio della destra, della sinistra, del Terzo Polo all’Europa unita e alle democrazie liberali in una sana alternanza al Governo. Tra pochi giorni, il 25 settembre, dobbiamo capire capacità, motivazioni dei candidati, i loro programmi avendo come bussola il bene comune del Paese con un voto informato, responsabile e consapevole. Noi cittadini saremo responsabili del cambiamento se saremo protagonisti. Ci aspettano tempi difficili con il caro-bollette, con un debito pubblico pari a 2760 miliardi, con un ciclo potenzialmente recessivo in autunno. Servirà la massima unità tra maggioranza e opposizioni, tra Italia ed Europa, tra forze sociali e politiche, chiunque vinca. La novità, dopo il 6 settembre sarà la presenza in campo politico di una società civile organizzata e responsabile, in via di sussidiarietà orizzontale, in dialogo con Parlamento, Governo e partiti. La società civile non sarà più solo oggetto dell’azione politica ma soggetto della stessa. Lo spazio politico infatti nella complessità dei tempi attuali, non si identifica solo con i partiti, che sono necessari e cha hanno bisogno di una legge attuativa dell’art. 49 della Costituzione, per essere veramente democratici al loro interno al fine di concorrere a determinare la politica nazionale.

 

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