Un sinodo per aiutare le famiglie

Intervista a monsignor Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo sulla Famiglia che inizierà il 5 ottobre e terminerà il 19 dello stesso mese, giorno della beatificazione di Paolo VI
famiglia immagine

Papa Francesco ha sposato domenica 14 settembre alcune coppie molto diverse tra di loro, in particolare alcune persone che già da tempo convivono. Che significato dare a questo avvenimento alla vigilia del Sinodo sulla Famiglia del quale lei ricoprirà la carica di segretario speciale?
«Mi sembra un concreto esercizio di quella misericordia e carità pastorale di cui papa Francesco ci sta dando continuamente l’esempio. La Chiesa non è mandata a condannare, ma a salvare e, dunque, ad accogliere, accompagnare e aiutare nella verità e nell’amore, attraverso scelte umili e coraggiose di fedeltà a Dio e alla gente».

Cosa si attende il Santo Padre dal prossimo Sinodo, il cui tema è motivo di grande speranza tra i “feriti della vita”? Cosa ci si aspetta più esattamente, in concreto, dal momento che la dottrina cattolica sul matrimonio e la famiglia non sembra modificabile nemmeno minimamente?
«Il Sinodo non intende cambiare la dottrina, che è affidata alla Chiesa dal Signore, ma vuole discernere le vie per meglio applicarla con la comprensione e la pazienza che la carità suggerisce. Il Santo Padre – che crede profondamente nel valore della collegialità episcopale – chiede ai vescovi di tutto il mondo di aiutarlo nel discernimento attento di queste vie attraverso il Sinodo, voce di tutta la Chiesa».

Un altro Sinodo su questo tema è previsto per il 2015: in cosa sarà differente? Il tempo che trascorrerà tra i due appuntamenti renderà possibile l’espressione concreta di nuove ed originali proposte, come avvenne in occasione delle “intersessioni” del Concilio Vaticano II, cinquant’anni fa?
«L’Assemblea straordinaria di ottobre 2014 sarà seguita da quella ordinaria di ottobre 2015. Fra di esse ci sarà un anno di tempo per riflettere, consultare le Chiese locali, maturare il discernimento. Come nel Concilio Vaticano II, molti risultati importanti furono maturati durante le intersessioni, così speriamo che la maturazione resa possibile dalla formula sinodale in due tappe possa aiutare tutta la Chiesa a trovare le proposte migliori da presentare al giudizio del successore di Pietro. Il cammino sarà impegnativo, e perciò il papa ha chiesto un impegno speciale di preghiera a sostegno dei lavori sinodali. Questo fatto riempie il cuore di fiducia, perché Dio, invocato con fede, non farà mancare l’aiuto di cui abbiamo bisogno».

Perché il tema della famiglia evidenzia così tante apparenti divergenze di opinione in seno alla Chiesa cattolica? Cosa rivela tutto questo di positivo?
«Il desiderio e il bisogno di famiglia che è nel cuore umano, specialmente nei giovani».

In che modo Francesco potrà riuscire a rassicurare alcuni settori ecclesiastici mantenendo saldo, comunque, il senso di accoglienza e di misericordia che egli sta delineando per la Chiesa in modo senza alcun dubbio irreversibile?
«Il Sinodo non tocca la dottrina, ma la pastorale, perché la Chiesa mostri a tutti la misericordia di Dio».

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