Un riconoscimento importante

L'Unesco ha detto sì alla proposta di annoverare la dieta mediterranea fra il Patrimonio mondiale immateriale dell'umanità.
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Quattro anni fa c’era stata una bocciatura, per cui Italia, Grecia, Spagna e Marocco avevano deciso di ritirare la candidatura della dieta mediterranea a Patrimonio mondiale immateriale dell’umanità. Ma il nostro Paese non si è rassegnato al no dell’Unesco ed ha riscritto e ripresentato, insieme agli altri tre, la proposta, sottolineandone il valore culturale.

E questa volta l’Unesco ha espresso parere favorevole. E’ infatti arrivata in questi giorni la ratifica da parte del comitato esecutivo della Convenzione sul patrimonio mondiale immateriale dell’umanità riunito in Kenya.

 

La dieta mediterranea, dunque, fatta principalmente di frutta, verdura fresca, legumi, cereali, olio d’oliva e il tradizionale bicchiere di vino, andrà ad aggiungersi alla lista dei tesori culturali, artistici, paesaggistici riconosciuti dall’organizzazione delle Nazioni unite, la quale in questo caso ha evidenziato come alimentazione e agricoltura siano sinonimi di cultura.

 

Con questo traguardo salgono a 46 i riconoscimenti attribuiti al nostro Paese, con le Dolomiti ultime arrivate lo scorso anno nella prestigosa lista.

 

Secondo studi recenti pubblicati sul British medical journal, la dieta mediterranea riduce del 13 per cento l’incidenza del Parkinson e dell’Alzheimer e del 9 per cento quella di problemi cardiovascolari. E’ merito di questa dieta, poi, se gli italiani hanno conquistato il record europeo della longevità con una vita media di 78,6 anni per gli uomini e di 84,1 anni per le donne.

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