Un eroe per Gabry

I genitori di un bambino di 19 mesi affetto da una malattia rarissima cercano un donatore di midollo osseo compatibile. Per scoprire se si è "gemelli genetici" di Gabriele, basta rivolgersi all'Admo e fare un prelievo di saliva o di sangue. Il 24 maggio, dalle 9 alle 20, in piazza Dante a Napoli si potranno eseguire gli esami per scoprire la propria compatibilità.

Gabriele ha 19 mesi, gli occhioni azzurri e un sorriso sdentato, di quelli che ti arrivano al cuore. Ma Gabry, come lo chiamano tutti, ha anche una patologia rarissima: si chiama SIFD e non gli consente di vivere, giocare, saltare e sporcarsi come tutti gli altri bambini.

La sua malattia è l’Anemia sideroblastica con immunodeficienza delle cellule B, febbri periodiche e ritardo dello sviluppo. Nel mondo, sono stati diagnosticati 20 casi. Il suo, è l’unico in Italia. Da quando è nato, Gabriele ha problemi di udito, un ritardo psicomotorio e un sospetto ritardo cognitivo. La Sifd gli è stata diagnosticata a febbraio e, ai genitori, Cristiano e Filomena, i medici hanno detto che solo un trapianto di midollo osseo può dare qualche speranza al loro “little hero”, il loro piccolo eroe, come lo hanno definito nella pagina che hanno creato su Facebook per cercare il suo “gemello genetico”.

In realtà, una gemellina, Gabriele ce l’ha già. Si chiama Benedetta, ma l’ha vista poco, perché in un anno e mezzo di vita è già stato ricoverato 15 volte e sottoposto ad innumerevoli visite mediche e sedute di psicomotricità, logopedia, fisioterapia… La sua mamma, Filomena, ha dovuto scegliere quale figlio accudire e veder crescere e, nella necessità, ha scelto di rimanere in ospedale, perdendosi tante tappe importanti dell’altra figlia.

Purtroppo, nessuno della sua famiglia, nemmeno Benedetta, può aiutare Gabry. Ecco perché Filomena e Cristiano hanno lanciato un appello per salvare il loro bambino. «Stiamo cercando il gemello genetico di Gabry, che potrebbe salvargli la vita. Noi – ha dichiarato papà Cristiano a Fanpage.it – stiamo  facendo questo appello per Gabriele e per tutti i malati che stanno combattendo e che sono alla ricerca di un gemello genetico. La compatibilità con un estraneo è di 1 su centomila». Rarissima. E gli attuali donatori, circa 400mila, sono troppo pochi per chi aspetta un “atto d’amore” per sopravvivere.

Ddonare il midollo, spiega Cristiano, è «un gesto piccolo per chi lo fa, ma fondamentale, perché regala la vita a chi lo riceve. Donare è un gesto semplice, basta rivolgersi all’Admo regionale (Associazione donatori di midollo osseo, ndr), e con un prelievo di sangue si entra nel registro nazionale. Se si viene chiamati, perché c’è un paziente che sta aspettando te, a quel punto la donazione è equivalente ad un prelievo di plasma».

Il 24 maggio, in piazza Dante a Napoli, dalle 9 alle 20, sarà possibile effettuare l’esame (un prelievo di saliva o di sangue) per scoprire se si è il “gemello genetico” di Gabry. Se si abita in altre città, si può contattare l’Admo e scoprire come e quando eseguire l’esame. Per diventare donatori bisogna avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni e pesare almeno 50 chili. La disponibilità alla donazione resta fino ai 55 anni.

la-lunga-fila-in-piazza-del-plebiscito-dove-i-napoletani-hanno-risposto-in-massa-allappello-della-famiglia-di-alessandro-maria-montresor-il-piccolo-alex-foto-ansaDa mamma che vive quotidianamente la vita di ospedale – ha spiegato Filomena a Fanpage.it -, mi sono resa conto che questi bambini malati, hanno un’energia inimmaginabile perché hanno la gioia di vivere. «Basta un piccolo gesto per un grande risultato e per donare la vita a questi bimbi». Adesso tocca a ciascuno di noi, bisogna replicare la gara di solidarietà che scattò per il piccolo Alex, quando centinaia di persone si misero in fila in tutta Italia per verificare la propria compatibilità. L’appello di Cristiano e Filomena a ci interpella tutti: c’è un altro cucciolo da salvare e qualcuno di noi potrebbe essere l’eroe che può farcela.

(Non siamo soliti, a Città Nuova, pubblicare foto di piccoli malati, anche se le immagini sono diffuse dai genitori. Tuttavia, in casi come questo, facciamo un’eccezione, perché nessuno sguardo può essere più efficace di quello di un bambino che soffre e aspetta un atto d’amore. Gli occhioni di Gabriele ci interpellano e ci chiedono aiuto. Se questo può servire a fargli trovare un donatore, noi facciamo la nostra parte)

 

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