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Un congresso gen per puntare in alto

di Concetta Paolello

500 ragazzi e giovani dei Focolari, dai 15 ai 30 anni, provenienti da Italia e Albania, si sono ritrovati tre giorni a Loppiano. L’ideale dell’unità secondo il filo conduttore delle parole “ama, sogna, credi”

Congresso Gen

«Non accontentatevi delle piccole gioie cercate quelle grandi, cercate la pienezza della gioia» (C. Lubich).

«Sinceramente non pensavo che questa idea sarebbe arrivata fino in fondo non perché non ci credessi, ma perché pensavo fosse un po’ un’idea utopica, invece siamo qui». Così Cristina inizia a raccontare la sua esperienza di giovane partecipante al congresso tenutosi a Loppiano dal 2 al 4 Maggio, che ha visto la partecipazione di circa 500 ragazzi e giovani dai 15 ai 30 anni provenienti da tutta Italia e dall’Albania.

L’obiettivo di questo evento era tracciare una possibile via dove ragazzi e giovani potevano incontrarsi tra fratelli per condividere storie, vita, vissuti o semplicemente per ritrovarsi insieme in un momento molto particolare e delicato della loro vita. Senza farsi intimorire dalla differenza di età, che hanno sperimentato essere un’opportunità e non un ostacolo. Dedicare tempo per andare in profondità nel rapporto con Dio e scoprire che siamo fatti per amare così come siamo.

Certamente, non è stato tutto semplice: lavorare con persone di età diverse, di idee diverse, con vissuti ed esperienze diverse… ci ha “costretti” a puntare subito sulla fiducia reciproca, a sostenerci gli uni gli altri nei vari momenti dove sembrava che le cose non andassero per il verso che ci si attendeva.

In questo clima di reciprocità abbiamo visto giovani e ragazzi mettersi in gioco senza risparmiarsi, adulti in ascolto, ma anche propositivi e pronti a donarsi.

Durante questi giorni, i ragazzi hanno voluto puntare in alto! Il filo conduttore sono state 3 parole “ama, sogna, credi”, partendo dal conoscere la vita di alcuni giovani come Carlo e Alberto, Chiara Luce Badano, Petrino e Maria Orsola, avviati verso un percorso di santità.

È stato un incontro tra le diverse generazioni. Spesso si fa una distinzione distinguendo i giovani in generazione X, Z e Alfa. Qui invece si è sperimentato che le generazioni “saltano” se i giovani trovano «nelle nostre comunità accoglienza, ascolto, incoraggiamento nel loro cammino» (papa Leone XIV).

Ecco cosa scrivono:

«Sento in cuore che abbiamo fatto in 3 giorni un esperienza di paradiso, e tornando nella vita normale ho sentito una chiamata a diffondere quell’ideale che ha reso possibile quel paradiso temporaneo… così come sento anche nel cuore che la mia anima è stata segnata… che la fraternità è possibile. Quello che è sbocciato fra noi non era per sintonia di principio o di passioni, è stato un desiderio comune di costruire… dove ciascuno di noi si è fidato e buttato in questo mare».

«Per me questo congresso è stato speciale, ho sentito forte cura reciproca, unità e un grande ascolto. È stata una opportunità per stare insieme misti per età molto varie… è stato importante il dialogo con tutti, grandi e piccoli che fossero. Spero che potremo vivere un’altra esperienza simile in un futuro non troppo lontano».

«Mi ha colpito il sentirsi a casa; potersi aprire e sperimentare l’ideale con queste persone senza sentirsi giudicati».

«Per me questo congresso, che attendevo da tanto, è stato davvero speciale e ho sentito la presenza di Gesù fra noi. Spero che questa unità tra noi giovani possa diventare un segno concreto nella vita di ogni giorno, uno stile di vita che ci aiuti a crescere insieme e ad affrontare le difficoltà della nostra età».

«Questo congresso è stata una esperienza bellissima. Ho conosciuto e ritrovato persone fantastiche, con le quali ho cercato di vivere al meglio queste giornate. Ho dato tutto me stesso e cercato di farmi conoscere come sono. Ho percepito che è possibile vivere per il mondo unito con piccoli e semplici gesti e con amore. Basta credere di più in se stessi e avere un pizzico di coraggio. Auguro a tutti di vivere momenti così preziosi perché aiutano veramente tanto».

«Una frase che descrive quanto per me è stato questo congresso è stato importante potrebbe essere: Loppiano non è bastato per il tempo che volevo passare con tutti voi, grazie a ciascuno perché mi sono divertito e mi sento maturato».

«Per me il congresso oltre ad essere stato un’esperienza bella e profonda, è stato anche “normalità”. Spesso al di fuori del movimento, a scuola, in palestra, il nostro ideale viene definito strano soprattutto per le nuove mode che si sono diffuse nei social network. Mi è piaciuto quindi che si sia potuto condividere l’ideale senza vergogna e senza pregiudizi».

Sono stati giorni un po’ speciali, anche per noi adulti. Abbiamo fatto un’esperienza intergenerazionale. Questi ragazzi ci hanno trascinato nel loro sogno di realizzare questo congresso dove ognuno si è preso cura dell’altro. Abbiamo vissuto e toccato con mano che la reciprocità fra generazioni è possibile. Questi giorni hanno dato vita alle parole del vangelo: «Da questo vi riconosceranno» (Gv13,35). Oggi, non possiamo più tornare indietro.

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