Un amore che brucia

L’elezione del prelato dell’Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, è una nuova tappa per l’opera fondata da san Josemaría Escrivá

Com’è noto, il tema dominante del messaggio dell’Opus Dei è la santificazione del lavoro e della vita ordinaria, ma il nucleo centrale di questo messaggio è il calore della vita di famiglia. Fin dall’inizio del suo apostolato,  san Josemaría contò sulla collaborazione di sua madre e di sua sorella Carmen che venivano chiamate dai primi suoi figli spirituali rispettivamente la “nonna” e “zia Carmen”. Ed è in versione familiare che il fondatore ha insegnato a vivere perfino le virtù teologali: non tanto la carità quanto l’affetto e così via.

Questo stesso clima di famiglia ha caratterizzato il congresso elettivo del nuovo prelato dell’Opera: un clima allegro e fraterno che ha accompagnato i giorni dell’elezione e dei lavori successivi. Il nuovo prelato è monsignor Fernando Ocáriz, che era già vicario generale della Prelatura: una persona che unisce una gran dolcezza e mitezza di carattere a una profonda preparazione teologica. Nel suo lavoro di consultore della Congregazione per la Dottrina della fede fu molto apprezzato dall’allora cardinal Ratzinger: c’è addirittura una somiglianza col papa emerito nel modo pacato e intenso di esporre gli argomenti teologici e ascetici.

I temi che il nuovo prelato ha posto come dominanti nella sua cura pastorale sono quelli di sempre: i giovani, la famiglia e i bisognosi, bisognosi di cure, di mezzi materiali e di conforto spirituale. Un cambio di guida insomma che non ha nulla di traumatico e che è come un’accelerazione silenziosa di un buon treno.

L’accelerazione viene dall’unirsi della famiglia per la morte del “Padre” precedente e dal rinnovato desiderio di fedeltà che nasce dalla volontà di realizzare, sempre con l’aiuto determinante di Dio, il fine che san Josemaría proponeva: aprire i sentieri divini della terra, comunicare la gioia di sapersi figli di Dio, figli piccoli, incapaci di tutto, che si appoggiano sulle braccia forti del loro Padre Dio.

Penso che ci siano molte affinità con il cammino spirituale proposto da Chiara Lubich: ho sempre sentito una naturale fratellanza spirituale con i focolarini che ho conosciuto, se non altro per il sorriso spontaneo che dice tante cose del cuore. L’esempio della vita del fondatore resta il punto di riferimento per tutti nell’Opera e in particolare per i suoi successori. Il nuovo prelato nell’omelia  della prima messa nella chiesa prelatizia di Santa Maria della Pace, il 27 gennaio scorso, ha ricordato le condizioni indicate da san Josemaría per  chi diventa “Padre” nell’Opus Dei. In primo luogo la prudenza. Ricordo come san Josemaría scherzando ci diceva che a lui toccava essere prudente mentre noi dovevamo essere “imprudenti” nell’apostolato. Un’altra caratteristica è la pietà. Il Padre deve essere molto devoto perché  la pietà è «il rimedio dei rimedi», come diceva il fondatore. Poi l’amore per la Chiesa e per il papa. Ricordo che san Josemaría nutriva un amore così appassionato per la Chiesa e il papa che un giorno, sentendolo parlare, ho intravisto come doveva essere il cuore di santa Caterina da Siena: quel sacerdote palpitava per la Chiesa e voleva vederla coronata da tutte le virtù dei suoi fedeli.

Infine il nuovo prelato ha chiesto di pregare affinché s’ingigantisca il suo cuore, come diceva san Paolo: «Dilatatum est cor meum!» (2 Cor 6,11); chi ha conosciuto il fondatore sa che la prima impressione che si riceveva da lui era di una straordinaria capacità di voler bene. Un piccolo episodio per me è significativo: un giorno san Josemaría andò a trovare una suora malata. «Come stai?». Risposta: «Le mie consorelle mi trattano con carità, ma mia madre mi trattava con affetto». Questo per noi non deve mai succedere, commentò. Le più grandi virtù cristiane devono essere vissute fin nei piccoli particolari propri di una famiglia unita e affettuosa.

Questo clima familiare è il cemento che dà unità ai tanti aspetti della vita di lavoro e famigliare, che unisce la necessità di una profonda formazione culturale cristiana alla capacità di entrare in un rapporto  a tu per tu con le persone. «Fuoco sono venuto a portare sulla terra», diceva Gesù (Lc 12,49) e san Josemaría lo ripeteva cantando quando era giovane e aveva capito cosa il Signore voleva da lui: un amore bruciante.

 

L’Autore, già portavoce italiano dell’Opus Dei, è autore tra l’altro di “Siamo in missione per conto di Dio” e di “Quando Dio è contento” (Mondadori).

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons