Tutti contro tutti

I giovani greci hanno perso ogni speranza. E il baratro nel quale il Paese è caduto non cessa di diventare sempre più profondo

«I numeri non mentono mai», diceva Einstein. E aggiungeva: «Mentono solo quelli che li usano». Nel caso della Grecia nessuno, pur volendolo, potrebbe mentire sui numeri che, infatti, sono deludenti e rappresentano una realtà molto dura: 30 mila posti di lavoro sono stati persi solo nel gennaio 2017, 21 mila liberi professionisti hanno chiuso i loro libretti professionali negli ultimi due mesi, 256 enti pubblici sono stati chiusi nello stesso periodo, 450 mila giovani laureati e specializzati hanno fuggito il Paese negli ultimi sette anni e l’emorragia continua. Inoltre, i depositi bancari di famiglie e imprese si trovano ai livelli del 2001, il che, secondo Moody’s, avrà un effetto negativo sulle banche. E la povertà, nel periodo 2008-2015, e aumentata del 40% secondo l’Instituto di economia tedesco, e, secondo Eurostat, la Grecia è l’unico Paese nella Ue in recessione, perché nel quarto trimestre del 2016 il Pil si è ridotto dell’1, 2%.

Pero, forse, il peggiore numero è, secondo una ricerca pan-europea chiamata “Generation What” che sarà pubblicata nel mese prossimo ma che e stata presentata ad Atene dal responsabile dell’Instituto tedesco di ricerche sociali ‘Sinus Akademie’, Gabriel Sabah, il 92% dei giovani non si fida dei politici e della politica e non s’interessa di una probabile Grexit. Si tratta di giovani che sono cresciuti nel periodo del falso benessere, nel periodo in cui i loro genitori offrivano loro quasi tutto e che all’improvviso si sono trovati senza soldi, senza lavoro e prospettive professionali, aspettandosi aiuti economico dai nonni, visto che i loro genitori non ce la fanno più. Aiuti che anch’essi vengono ridotti. Si sentono delusi, questi giovani greci, frustrati e nella loro mentalità rivoluzionaria che si e svegliata all’improvviso e sentono che tutti i politici sono responsabili di questa situazione, che tutti hanno mentito e hanno creato false speranze e che ormai tutto e perso. Inoltre, sono molti quelli che vedendo atteggiamenti e comportamenti tutt’altro che giusti dalla parte delle istituzioni europee si sentono indifferenti verso un’eventuale Grexit. Nel loro assolutismo giovanile, nel loro panico e data la mancanza di esperienza e conoscenza di fatti annullano ogni speranza e questo e molto pericoloso per loro stessi e ovviamente per il Paese.

Nel frattempo la “seconda valutazione” richiesta dalle autorità monetarie internazionali ancora non è completata ed e difficile che questo accada prima di maggio visto che il FmI praticamente chiede “acqua e terra”, come si dice qui, cioè ulteriori tagli alle pensioni e agli stipendi, licenziamenti nel settore pubblico e misure che aumenteranno la recessione. Recentemente Christine Lagarde a Washington ha mandato alle istituzioni europee il messaggio che in caso che la questione del debito greco non venga affrontato – ridotto o alleggerito – il FmI non parteciperà al terzo pacchetto di salvataggio.

Alcuni giorni fa degli studenti hanno protestato fuori dal Parlamento per la situazione nell’istruzione pubblica, protesta che è stata accompagnata dal lancio di bombe molotov. E poi gli agricoltori di Creta hanno provocato seri scontri con la polizia bruciando tutto quello che trovavano al ministero dello Sviluppo agricolo a causa della tassazione imposta loro. Difficile non ricordare ancora Einstein: «Cercare di risolvere vecchi problemi con vecchie e sbagliate maniere è stupidità».

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