Turismo e lavoro degno

Analisi di un fenomeno di massa con conseguenze importanti sulla vita e i diritti dei lavoratoti. Messaggio del cardinal Turkson per la giornata mondale del turismo
AP Photo/Gregorio Borgia

Il turismo, al giorno d’oggi, è un fenomeno in costante crescita che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo,  con rilevanti implicazioni sul piano sociale, economico e culturale.

Il settore del turismo offre numerose opportunità di impiego, soprattutto per i giovani che, tuttavia, devono essere tutelati e poter avere una vita dignitosa. Il lavoro, infatti, aiuta l’individuo a realizzare se stesso e determina lo sviluppo integrale dell’uomo e della società in cui vive. Dove non c’è lavoro, non ci può essere progresso, non c’è benessere, non c’è dignità della persona.

È la riflessione del card. Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nel Messaggio inviato in occasione della prossima Giornata Mondiale del Turismo. “Il Turismo e il Lavoro: un futuro migliore per tutti” è il tema della Giornata, promossa dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), che si celebra ogni anno il 27 settembre.

«Gli obiettivi auspicati della pace, la sicurezza, la promozione e l’inclusione sociale – si legge nel Messaggio – non possono essere raggiunti se si trascura l’impegno congiunto per assicurare a tutti un lavoro dignitoso, equo, libero, costruito intorno alla persona e alle sue esigenze primarie di sviluppo umano integrale». Il lavoro, infatti, non solo è necessario, ma è via di maturazione e di realizzazione personale.

Non sono poche le criticità relative al settore del turismo, a partire dalle condizioni di precarietà, talvolta anche di illegalità, alle retribuzioni non eque che costringono «a un lavoro faticoso, spesso lontano dalla famiglia, ad alto rischio di stress e piegato alle regole di una competitività aggressiva».

Molte, invece, sono le professionalità messe in campo – consulenti di viaggio e guide turistiche, chef, sommelier e camerieri, assistenti di volo, animatori, esperti di marketing turistico e social network – che andrebbero valorizzate e promosse. Il turismo, infatti, può incidere in maniera decisiva sulla lotta alla povertà da un punto di vista economico, sociale e culturale.

Nel messaggio si insiste sul valore etico del lavoro e, citando san Giovanni Paolo II, si sottolinea che esso è espressione della vita sociale e dovrebbe essere orientato «all’edificazione della civiltà nel senso più autentico e completo, all’edificazione cioè della ‘civiltà dell’amore’ (cf. Sollicitudo rei socialis, n. 33)». Viaggiando si ha, infatti, la possibilità di valorizzare le risorse locali, favorendo il coinvolgimento dei componenti più poveri della popolazione.

Viaggiare permette anche di conoscere luoghi e situazioni diverse e di comprendere quanto sia grande il divario tra i Paesi ricchi e quelli poveri. Scrive il card. Turkson: «Indigna poi lo sfruttamento del lavoro nei Paesi poveri ma ad alta vocazione turistica in virtù del ricco patrimonio ambientale e storico-culturale che li caratterizza, dove a trarre beneficio dall’utilizzo delle risorse locali raramente sono i popoli autoctoni. Inaccettabili sono anche gli atti di violenza contro le popolazioni che accolgono, l’offesa della loro identità culturale, e tutte le attività che causano il degrado e lo sfruttamento vorace dell’ambiente».

Eppure il turismo offre molteplici possibilità di sviluppo: secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), su 11 posti di lavoro nel mondo almeno uno è generato dal turismo. Si tratta di un fenomeno in espansione, se si pensa che nel 1950 i turisti internazionali erano poco più di 25 milioni mentre nel prossimo decennio potrebbero raggiungere la cifra di 2 miliardi di viaggiatori.

«A fronte di questi flussi, – afferma il card. Turkson – ci pare incoraggiante la dimensione dell’incontro che il lavoro nel turismo può offrire. Gli operatori del settore a tutti i livelli, nell’esercizio delle loro mansioni quotidiane, in molti casi, hanno l’opportunità di confrontarsi con persone provenienti dai più diversi paesi del mondo, e di avviare quella conoscenza che costituisce il primo passo per l’abbandono di pregiudizi e stereotipi e per la costruzione di rapporti improntati all’amicizia».

È importante, quindi, che i governanti e i responsabili delle politiche economiche nazionali «favoriscano il lavoro, particolarmente dei giovani, nel settore del turismo», «un lavoro che metta al centro la dignità della persona, che si faccia strumento di promozione dello sviluppo integrale di ogni uomo e di tutto l’uomo, che cooperi allo sviluppo delle singole comunità, ciascuna secondo le proprie peculiarità, e che favorisca la creazione di rapporti di amicizia e fraternità tra persone e i popoli».

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