Triple Agent

Se ne La nobildonna e il duca era la Rivoluzione francese a finire sotto la lente d’ingrandimento dell’introspezione rohmeriana, questa volta è la Francia alla vigilia del Secondo conflitto mondiale a essere raccontata dal regista francese nel suo inconfondibile stile e con la consueta arguzia psicologica e intellettuale. La storia è ambientata a Parigi e prende le mosse dalla vittoria del Fronte Popolare alle elezioni del 1936. È il periodo che vede l’Europa precipitare verso la catastrofe: la Germania di Hitler fa sempre più paura, Stalin temporeggia come pure Francia e Inghilterra, mentre in Spagna da lì a poco scoppierà una sanguinosa guerra civile. Fëdor Vorodin è un generale dell’esercito zarista in esilio a Parigi insieme a sua moglie Arsinoè. Spesso impegnato all’estero in misteriose missioni, Vorodinsi ritaglia un ruolo ambiguo, sfuggente, che disorienta la moglie e mette in allarme l’associazione dei reduci per cui lavora. Non fa mistero di voler passare con i sovietici, ma i suoi intrighi causeranno la rovina sua e di sua moglie, accomunati dal tragico destino che sta travolgendo l’Europa. Viene da dire che è il solito Rohmer, eppure così non te lo aspetti, sempre uguale a se stesso ma allo stesso modo così diverso. Il cinema di Rohmer è sostanzialmente un metodo. Applicato in contesti diversi, restituisce sempre qualcosa di nuovo, di inaspettato. È così anche in Triple Agent, dove troviamo intatto ilsuo stile di sempre: il tocco leggero, la narrazione impalpabile, il racconto sostenuto da inesauribili dialoghi, i personaggi condizionati dall’insondabile mistero dell’animo umano. È però anche un Rohmer diverso, attento alla storia che fa intervenire frequentemente con filmati d’epoca e che diventa contesto e pretesto dell’agire dei protagonisti. A ottantacinque anni il regista de Il raggio verde continua a stupire per la lucidità intellettuale e la vitalità artistica con cui continua a confezionare con la bravura dei maestri questi piccoli gioielli di cinema. Regia di Eric Rohmer; con Cyrielle Lair, Dimitri Rafalsky, Serge Renko, Grigori Manoukov, Katerina Didaskalou.

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