Traffico e occupazione in crisi dopo il crollo del Morandi

Si spera di riavere il ponte entro un anno. Nel frattempo il capoluogo ligure deve affrontare il caos viario e le serie difficoltà delle attività economiche compromesse dal disastro di metà agosto
AP Photo/Gregorio Borgia

«Per i primi di settembre, direi entro la prima settimana, potremmo iniziare la demolizione di ponte Morandi», assicura il sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti Edoardo Rixi.

Sui tempi necessari per la demolizione spiega: che la prima fase sarà comunque quella dell’alleggerimento della parte a levante del viadotto, che è quella più a rischio crollo, eliminando la struttura di collegamento con i piloni rimasti in piedi.

Sulla parte a ponente va tenuto conto e coinvolto Ansaldo Energia, che insiste sull’area, e poi liberare le linee ferroviarie. «Se nel giro di 10-15 giorni non iniziamo la demolizione, blocchiamo la ripresa delle linee e questo avrebbe un impatto durissimo sul sistema economico. Il tempo della ricostruzione – aggiunge Rixi – è legato a quello della demolizione. L’obiettivo è agire, quindi, in tempi piuttosto rapidi, procedendo con più cantieri contemporaneamente. In particolare la parte ovest, può essere ‘aggredita’ in più punti in contemporanea. Questo consentirebbe di accelerare i lavori di demolizione, il che è funzionale anche alla ricostruzione, perché in un anno e qualche mese vogliamo sia pronto il nuovo ponte. Vogliamo che sia ricostruito senza riutilizzare nulla della struttura precedente».
L’inizio di ogni settimana ormai per Genova è un test sempre più crudele per la mobilità cittadina. Con il rientro dalle ferie, di settimana in settimana, aumentano le auto e i tir che raggiungono i posti di lavoro e soprattutto la zona portuale.

L’ufficio della polizia municipale ha calcolato che ogni giorno sul nodo autostradale transitano oltre 110 mila auto. I soli tir, nel tratto Aeroporto-Genova Ovest, raggiungono circa 12.000 mezzi al giorno.

Cifre enormi se si pensa che la viabilità ligure è sacrificata da sempre perché racchiusa tra autostrada e la statale. Mentre le strade interne sono da sempre congestionate nelle ore di punta. «Siamo pronti all’aumento del traffico, non sappiamo che dimensioni assumerà effettivamente in città: intanto rivolgiamo l’appello ai genovesi, usate i mezzi pubblici – è l’appello del vicesindaco e assessore al Traffico Balleari. Nel giro di sette-dieci giorni, il traffico di Genova tornerà progressivamente a pieno regime e ci aspettiamo un aumento della pressione sulla città – ammette l’assessore – lancio un altro appello ai genovesi: non guidate a memoria. La viabilità cambierà continuamente, sia perché modificheremo in base alle necessità dei cantieri, sia perché cercheremo le soluzioni migliori proprio per evitare blocchi, in base all’oscillazione del traffico e nelle diverse aree della città».

Anche se assicura che, dai dati in possesso,  non ci dovrebbero essere ripercussioni sul traffico in altre zone della città, oltre la zona porto Voltri. Almeno così si spera. Sul fronte crisi che ha investito i lavoratori colpiti direttamente dal crollo di Ponte Morandi sono oltre  2.500, e almeno altri 100mila in tutta la Liguria e nel resto d’Italia che dovranno fronteggiare quelli che l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Benveduti ha definito danni diluiti.

A Genova sono 750 dipendenti di Ansaldo Energia più 500 dipendenti che operano nell’area off limits in piccole e medie imprese, e ancora  500 persone occupate nella grande distribuzione, con i loro centri nella zona Campi, adiacente il ponte Morandi. Va anche ricordato che nella zona rossa compresa tra Certosa e Campasso, tutti gli esercizi commerciali sono inagibili.

 

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