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Il piccolo sovrano di casa: l’importanza dei limiti in famiglia

di Dorotea Piombo

- Fonte: Città Nuova

Mettere dei limiti ai figli non è solo un dovere, ma un gesto d’amore. La loro assenza può portare a confusione, difficoltà a tollerare la frustrazione e alla percezione di mancanza di attenzione.

Foto Pexels

In una tranquilla casa di periferia, viveva un bambino di nome Matteo. Matteo era un piccolo sovrano, un regnante senza corona, ma con un potere immenso. La sua voce risonava come un decreto reale, e i suoi capricci erano leggi ineludibili. I genitori, stanchi e impotenti, si chinavano al suo volere, cercando di evitare le tempeste che si scatenavano quando i limiti venivano imposti. Matteo aveva solo cinque anni, ma sembrava conoscere ogni tattica per ottenere ciò che voleva. Quando voleva un dolce, il suo sguardo si faceva implorante, e la sua voce si trasformava in un lamento struggente. Quando voleva rimanere sveglio fino a tardi, inventava storie di mostri sotto il letto. E quando voleva il suo giocattolo preferito, la sua insistenza diventava insopportabile. I genitori, cercando di essere amorevoli e comprensivi, cedevano spesso. «È solo un bambino», si dicevano. «Deve esprimere sé stesso». Ma il potere di Matteo cresceva, e la sua mancanza di limiti lo rendeva sempre più insaziabile. Non c’erano regole, non c’erano confini. La casa era il suo regno, e lui ne era il sovrano incontrastato.

I genitori di Matteo erano cresciuti in famiglie rigide, dove i limiti erano severi e le regole erano ferree. Avevano giurato di non ripetere gli stessi errori con il loro figlio. Ma ora si trovavano nel vortice di una situazione paradossale: la mancanza di limiti stava danneggiando il loro bambino.

I genitori credevano che essere permissivi dimostrasse amore, ma paradossalmente, Matteo si sentiva trascurato e privo di attenzione. Pensavano che lasciare a Matteo la libertà di decidere fosse un segno di autonomia, ma senza regole chiare, si sentiva confuso e persino spaventato. Senza limiti, Matteo si sentiva smarrito. Non sapeva cosa fosse giusto o sbagliato, e la mancanza di guida lo faceva sentire non protetto. I limiti insegnano a tollerare la frustrazione, ma Matteo diventava capriccioso e impaziente quando le cose non andavano come desiderava e non sapeva come affrontare le avversità.

Studi recenti di neuroscienze neurobiologia hanno approfondito la reazione dell’organismo dei bambini cresciuti “senza regole”, affermando che si potrebbe produrre un enzima particolare chiamato dopaminabetaidrossilasi. Questo enzima annullerebbe la sensazione di appagamento impedendo di percepire il limite della gratificazione. In più, l’assenza di regole nell’infanzia potrebbe generare individui già stressati da piccoli (ne è indice un elevato livello di cortisolo, ormone dello stress) e adulti più cedevoli ad aggressività e pulsioni poco controllate.

I bambini hanno bisogno di confini chiari per sentirsi protetti e guidati. Le regole non sono solo restrizioni, ma paletti che consentono loro di muoversi con autonomia e sicurezza. Impariamo a stabilire regole al positivo, concrete e adeguate all’età dei nostri piccoli.

Mettere dei limiti ai figli non è solo un dovere, ma un gesto d’amore. I bambini hanno bisogno di sentirsi guidati e amati attraverso regole chiare e comprensibili. La mancanza di limiti può portare a confusione, difficoltà a tollerare la frustrazione e una percezione di mancanza di attenzione. Scopriamo come evitare che i nostri figli crescano senza paletti e regole.

Accoglienza e contenimento: secondo le neuroscienze, i bambini che crescono in famiglie con un buon sistema di regole e genitori capaci di immedesimarsi nelle emozioni dei propri figli crescono più tranquilli e sereni. Questi due principi fondamentali dell’educazione emotiva sono l’accoglienza, ovvero la capacità dei genitori di sintonizzarsi e immedesimarsi nelle emozioni dei bambini, mettendosi nei loro panni; e il contenimento: questo tipo di comportamento passa attraverso il “dono” di regole concrete, affinché il bambino possa comprenderle e seguirle adeguatamente. Ad esempio, è concreto chiedere al bambino di rimettere a posto i suoi giocattoli.

La comunicazione positiva diventa fondamentale, perché appena il bambino segue le indicazioni a lui date, il genitore può porre l’accento sul suo buon comportamento: «Che bravo, hai rimesso tutto a posto». Ciò può favorire la costruzione della propria autostima e del proprio senso di autoefficacia.

Aiutare a sviluppare l’indipendenza può essere sperimentato fin da piccolissimo e costituisce un processo di crescita e responsabilizzazione, in grado di cambiare radicalmente il rapporto con sé stessi e l’autorità. Infine la regola per i genitori è “Non Urlare”, perché nel momento in cui alziamo la voce, le nostre parole perdono credibilità. I bambini hanno bisogno di confini per sentirsi contenuti e amati, non hanno bisogno di avere paura di te.

Tornando alla storia di Matteo, il piccolo sovrano, aveva bisogno di confini. I genitori, con saggezza, iniziarono a stabilire regole chiare. Matteo imparò a tollerare la frustrazione e a distinguere ciò che gli può far bene e ciò che potrebbe danneggiare sé stesso e gli altri. Ricordate sempre che dare limiti ai bambini è un atto di amore e cura, essenziale per il loro sano sviluppo.

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