Tosca, ancora e sempre

L’opera di Puccini a Roma trionfa. Il motivo di un successo lungo oltre un secolo.
osca 1900_Vincenzo Costanzo (Cavaradossi)_ph Fabrizio Sansoni-Opera di Roma 2023_1784

I romani, e non solo, amano Tosca. Nonostante la critica nei confronti del dramma in tre atti tratto da Sardou l’abbia spesso definita uno spettacolo retorico, condito di alcune belle e brevi arie da incantare la gente, una orchestrazione lussuosa, ma poi, in conclusione: un lavoro scaltro per sedurre il pubblico.

Che Puccini fosse scaltro e amasse sedurre il pubblico è un dato di fatto, come facevano tutti gli operisti prima e dopo di lui, Rossini e Verdi insegnano. E in effetti,  colpi di scena, romanze leggiadre, processioni e torture, erotismo e sadismo si susseguono nella storia amorosa del pittore Cavaradossi e della cantante Floria Tosca, contesa dal poliziotto crudele e bigotto Scarpia.

Il nodo cruciale dell’opera è questo, in una Roma papalina occhiuta e con Napoleone in arrivo. Testi e musica grondano sensualità come nei dipinti di Moreau e di Klimt e nei libri dannunziani, mentre le invocazioni libertarie di Cavaradossi suonano un po’ vuote, tipiche di un musicista apolitico come Puccini, ma fedele al Regno d’Italia nato da poco.

Tosca 1900_Vincenzo Costanzo (Cavaradossi), Amartuvshin Enkbath (Scarpia)_ph Fabrizio Sansoni-Opera di Roma 2023_1688

Il clou dell’opera è la grande scena dell’incontro tra Scarpia e Tosca mentre Mario viene torturato. La musica dell’orchestra ha un tono marcio, fangoso, abilissimo, i recitativi sono “parlanti”, incalzanti.  Scarpia è il male assoluto: perfido perché travestito da bigottismo, pura sensualità cinica di sfruttatore di donne, senza anima: figura attuale dello sfruttatore seriale delle donne.  Perciò merita di morire, ma pur morto continua a far morire perché Mario cadrà e Tosca si getterà da Castel Sant’Angelo. Finale amaro.

Perché quest’opera ha un successo ininterrotto dal 1900 quando apparve proprio a Roma? Credo che i motivi siano  diversi: la semplicità dei personaggi, delineati a tratti decisi, tra libertà e potere, bene e male; l’amore passionale, sanguigno; i colpi di scena grandiosi, tra processioni aurore, torture; l’incisività delle melodie, facilmente memorizzabili e l’orchestra colorata, fluida, mutevole. Uno spettacolo fascinoso e”facile” perché prende i sentimenti con fare naturale e seducente.

Tosca 1900_Anna Pirozzi (Tosca)_ph Fabrizio Sansoni-Opera di Roma 2023_1278

L’edizione romana fino al 14 dicembre ha visto sul podio Michele Mariotti, che ha affrontato Tosca per la prima volta. La sua capacità di far cantare l’orchestra ha rivelato la bellezza del flusso continuo tra palco e buca, colori nuovi degli archi gravi e degli ottoni, equilibrio nelle scene grandiose (il Te Deum) derivate da quelle della”prima” di Adolf Hohenstein, una volta tanto senza interpretazioni fantasiose. Buona la compagnia di canto, specie Anna Pirozzi, Tosca grandiosa e fragile, voce notevole, ottimo il coro. Gran spettacolo, e bello.

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