Spagna, cresce la produzione di energia verde

Nel Paese iberico il fotovoltaico ha registrato nel 2022 un notevole balzo in avanti, collocandosi al terzo posto dopo eolico e ciclo combinato (gas).
fotovoltaico

Quanto è complesso e complicato il mercato dell’energia! Più cerco di capire qualcosa, più mi sento di fronte a una montagna inaccessibile. Fonti di energia, impianti, produzione, consumo, importazione, esportazione, energia inquinante, energia pulita… E poi le cifre e gli acronimi che solo gli esperti capiscono, e anche le implicazioni politiche, gli impegni presi negli accordi internazionali… Insomma, meno male che ci sono persone in grado di controllare questo vasto mondo che mi permette di scrivere queste poche righe sul mio computer.

Guardando i dati che offre la spagnola Red Eléctrica (www.ree.es, azienda di gestione e trasporto dell’energia elettrica, creata nel 1985), nel 2022 le cose sono andate niente male: più produzione e meno consumo. Bisogna però scendere ai particolari e considerare i fattori che hanno influito sull’aumento della produzione (politiche che hanno favorito gli investimenti, aiuti economici, ecc.) e nella minore domanda di consumo (per i prezzi, il clima, ecc.).

Un dato importante che tutti gli interessati alla materia hanno messo in rilevo è che, tra i diciassette modi diversi di produrre energia in Spagna (eolica, solare, idraulica, nucleare, ciclo combinato, ecc.) quello fotovoltaico ha registrato una crescita inaspettata, collocandosi al terzo posto dietro la produzione eolica (25%) e quella a ciclo combinato (22%). Questi tre modi di generare energia, insieme all’idroelettrico (14%), sommano quasi il 78% dell’energia prodotta nel 2022 in Spagna. Molto distaccate seguono l’energia nucleare (6%) e quella prodotta con il carbone (3%).

Si direbbe un panorama abbastanza pulito, tenendo però conto che la produzione a ciclo combinato inizia con la combustione di gas naturale per generare il vapore che muove le turbine. Cioè, mentre il nucleare e il carbone sono rimasti indietro, il gas (che è comunque un combustibile fossile) invece gode tuttora di grande protagonismo. Bisogna sviluppare ancora di più il campo delle energie pulite, così come trovare soluzioni ad hoc, in particolare per certi luoghi. È per esempio il caso dell’isola El Hierro, nelle Canarie, dove un sistema eolico insieme a un altro idroelettrico soddisfa i bisogni energetici di tutta la popolazione. Il surplus di energia generata dal vento, e non utilizzata, serve a pompare acqua tra i serbatoi inferiore e superiore dell’impianto idroelettrico, e quell’acqua produrrà energia elettrica per caduta idraulica nei periodi di scarsità di vento.

Tornando alla produzione fotovoltaica, l’anno scorso (2022) in Spagna si sono installati 4.701 megawatt (Mw) di nuova potenza fotovoltaica in impianti a terra (esclusi i dati del boom dell’autoconsumo da fonti rinnovabili), con una crescita di quasi il 25% rispetto al 2021, secondo i dati del rapporto annuale preparato dall’Unione Fotovoltaica Spagnola (Unef). Ma anche qui ci sono inconvenienti. Le regioni dove si sono sviluppati di più questi impianti sono quelle meno popolate, proprio dove l’agricoltura e l’allevamento di bestiame forniscono lavoro. Ma contadini e allevatori guardano con certo sospetto l’occupazione di terreno degli impianti fotovoltaici, anche se il direttore generale dell’Unef, José Donoso, ha assicurato che «se si realizzassero tutti i progetti necessari per raggiungere gli obiettivi, basterebbe utilizzare solo lo 0,38% di tutta la superficie agricola spagnola».

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