Sotto il solleone

Un fenomeno in crescita, nelle società longeve, è rappresentato dalla confusione tra disturbi transitori della memoria e decadimento mentale legato all’età.

D’estate, l’ambulatorio del medico si affolla di persone che accusano perdita della memoria e della concentrazione, insonnia, umore depresso, palpitazioni, svenimenti, difficoltà digestive, vertigini, cefalea, ecc.

Se c’è un rapporto consolidato tra medico e paziente, il compito del primo è facilitato dal fatto che chi chiede aiuto è già venuto in passato per lo stesso motivo e nella stessa stagione: l’ascolto del paziente, la visita, consentono la diagnosi di stato ansioso. La prescrizione di sedativi, dalla semplice camomilla doppia, ai blandi ansiolitici, è in grado di risolvere il momentaneo disagio.

 

Può essere l’occasione per proporre un buon check-up, ma si può rischiare di gettare la persona nello sconforto se si pronuncia la parola “ansia”, intesa come una minorazione dell’integrità psichica.

Si ignora che l’ansia è una risposta normale ad un pericolo, interno od esterno – come il caldo eccessivo – da distinguere dalla malattia vera e propria, in cui il paziente risponde in modo sproporzionato ad uno stimolo, con conseguente riduzione delle capacità operative e una reazione emotiva incongrua che dura a lungo e rende il soggetto inabile alla vita di relazione.

 

Un fenomeno in crescita, nelle società longeve, è rappresentato dalla confusione tra disturbi transitori della memoria, frutto del temperamento ansioso e del caldo eccessivo, e decadimento mentale legato all’età. Aumenta il numero delle persone che vanno dal medico perché non ricordano dove hanno posato le chiavi, vanno in una stanza e dimenticano il perché. Non si tratta di persone della “terza età”, ma di cinquantenni, che si preoccupano perché temono che sia l’inizio del decadimento mentale.

 

È un periodo in cui si parla molto d’Alzheimer e d’arteriosclerosi cerebrale: l’apprensione è perciò giustificata.

Il più delle volte, fortunatamente, avviene che, mentre cerchiamo le chiavi, pensiamo contemporaneamente ad altre tre cose da portare a termine. In questo caso siamo temperamenti ansiosi ed il caldo eccessivo ha accentuato questo tratto della nostra personalità. La cosa non è grave dunque: un po’ di riposo, magari in luogo fresco e tutto è risolto. Ma se si dimentica – insieme – una telefonata fatta pochi minuti prima, il proprio numero telefonico, la strada di casa, il nome degli zii, è bene recarsi dal medico per approfondire la questione.

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