Servono innovazione e creatività

Come far ripartire un Paese che ha un sistema fiscale inadatto ed è bloccato dalla recessione? Continua il dibattito sollevato dall'articolo di Benedetto Gui sul decreto sviluppo. Il parere dell'esperto di gestione aziendale
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Sono completamente daccordo con il prof. Benedetto Gui e provo ad ampliare il tema su come far ripartire l'Italia.

Un nodo centrale è che la politica poco ha fatto per far veicolare i capitali privati verso l'economia reale. Altro aspetto, legato al primo, riguarda la responsabilizzazione degli operatori finanziari. Salvare le banche con i soldi pubblici senza mettere vincoli di destinazione, ovvero che siano destinati unicamente a dar credito, mi è sembrata una scelta scellerata che ha premiato ancora una volta la grande bisca di quella parte dei mercati finanziari che fa gioco a sè.

Infine c'è poi un tema di sistema fiscale che nel nostro paese ha di fatto trasferito negli ultimi anni (e trasferisce) ricchezza netta dai redditi più bassi a quelli più alti. E quando parlo di sistema fiscale lo intendo in senso ampio considerando anche le tariffe dei servizi pubblici.

Aggiungerei una considerazione personale sulla spending review che abbiamo applicato nel nostro ente pubblico un anno prima del governo Monti. Da dirigente pubblco e da cittadino la trovo molto sana e sanificante. Può ridurre davvero gli sprechi e mobilitare risorse di innovazione e creatività sopite da troppa abbondanza. Capisco il problema di bilanciarla individuando i servzi essenziali e le fasce di popolazione veramente deboli che vanno tutelate. E capisco pure l'effetto recessivo di breve termine, ma credo che in prospettiva il gioco di uscire dal doping del debito pubblico valga la candela.

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