San Casciano dei Bagni, scoperte 24 statue in bronzo in perfetto stato

Un’antica sede termale della Roma antica. Conosciute anche nel periodo etrusco. Un’area nota anche nel periodo imperiale e frequentata dai maggiorenti, classi agiate, dalle élite e anche dagli imperatori.
Una delle statue in bronzo ritrovate a San Casciano dei Bagni (SI). Foto: pagina Facebook del Comune di San Casciano dei Bagni

Sono le terme di San Casciano dei Bagni, ancora oggi esistenti e considerate tra le maggiori fonti termali in Italia e in Europa. Le loro acque, ricche di zolfo, calcio, magnesio e fluoro sgorgano naturalmente ad una temperatura di 42 gradi. Nella zona sono stati avviati, già da alcuni anni, degli scavi nella zona archeologica, quella che ospitava le antiche terme etrusco/romane, attive forse fino al terzo o quarto secolo dopo Cristo.

E qui, nei giorni scorsi, è stata fatta una scoperta incredibile: ventiquattro statue in bronzo, tutte perfettamente conservate, sono affiorate tra i fanghi nelle vasche che venivano utilizzate in epoca romana. Sono statue di pregevole fattura, risalenti ad un periodo che va dal secondo secolo avanti Cristo al primo secolo avanti Cristo. Nel fondo della vasca c’erano anche degli ex voto (raffigurazioni di parti del corpo) ma anche migliaia di monete. Sulle statue e nella zona sono state ritrovate delle iscrizioni sia in etrusco che in latino, segno che le due civiltà e i due popoli, dopo i conflitti durati alcuni decenni, si fusero e vissero insieme.

San Casciano si trova a circa 150 chilometri da Roma, oggi si situa all’estremo sud della Toscana. Era facilmente raggiungibile dalla città e anche dagli altri centri sparsi nella zona laziale. La scoperta è stata fatta da un team di ricercatori coordinati da Jacopo Tabolli, dell’Università per stranieri di Siena. Il direttore dello scavo è Emanuele Mariotti, affiancato da Ada Salvi della Soprintendenza. Tabolli guida dal 2019 la campagna di scavi con un progetto sostenuto dal Ministero della Cultura e, in parte, anche dal piccolo comune.

Un ritrovamento non casuale quindi, perché in quella zona si scava da tempo. E una scoperta che permette di aprire squarci di luce sulla vita delle città etrusco/romane nei primi secoli. Le terme non furono distrutte, ma chiuse. Accadde probabilmente negli ultimi decenni dell’Impero Romano, quando cominciavano le invasioni dei barbari che mettevano a dura prova la vita dell’Impero. In epoca medievale l’abitudine a frequentare delle terme era destinata a scemare, quasi a scomparire. Accanto alle terme c’era anche un santuario, dove in questi ultimi anni si è scavato. Qui probabilmente si trovavano le statue, qui venivano portati gli ex voto. Negli ultimi decenni dell’Impero le antiche statue dedicate anche agli Dei pagani erano ormai forse mal tollerate da una civiltà ormai dominata dal Cristianesimo. Oggi non sappiamo cosa accadde. Ma quelle statue, 24 in tutto, sono state ritrovate tutte sul fondo di una piscina, come se qualcuno avesse voluto nasconderle, allo stesso tempo, sia pure inconsapevolmente, preservarle per farle arrivare fino a noi. La temperatura delle acque e probabilmente la mancanza di ossigeno le ha preservate e ha permesso di riconsegnarcele quasi intatte.

«Un tesoro inestimabile». Così è stato definito, in questi giorni, da parte di osservatori e addetti ai lavori. La notizia dell’eccezionale ritrovamento ha varcato i confini nazionali. Ancora una volta, il ritrovamento conferma come il territorio italiano sia ricchissimo di ricordi del passato, certamente in misura maggiore rispetto ad altre nazioni. Il ritrovamento è stato paragonato, per importanza, ai bronzi di Riace. Ma ci sono delle differenze sostanziali. Da un punto di vista artistico, il valore dei bronzi di Riace è certamente superiore. Esse provenivano forse da un santuario, forse Delfi.

La squadra che si occupa dei lavori di scavo a San Casciano dei Bagni ricupera le statue in bronzo scoperte tra l’acqua calda delle terme e il fango. Foto: pagina Facebook del Comune di San Casciano dei Bagni

Ma c’è altro che deve essere sottolineato. Il ritrovamento di Riace è stato casuale, le statue vennero ritrovate da dei pescatori. A San Casciano, invece, si scava da tempo, in maniera mirata. Il comune, alcuni anni fa, aveva acquistato un terreno individuato per caratteristiche e per via di due muretti emergenti, dagli studiosi. La campagna di studi condotta dall’Università e coordinata dalla Sovrintendenza vede la collaborazione del comune. Agli scavi hanno lavorato decine di assegnisti di ricerca, spesso i maggiori protagonisti (e i loro nomi non vengono quasi mai ricordati) di scavi come questo. Qui si scava, ormai da anni, con la consapevolezza di ciò che San Casciano è ed è stato.

E i risultati finora ottenuti permettono di aprire grandi prospettive. Dimostrano come, mentre nelle regioni italiane infuriavano le guerre, i popoli erano anche capaci di vivere insieme. In alcuni casi, le iscrizioni latine precedono quelle etrusche, segno che i due popoli e le due civiltà sono coesistiti a lungo. E quando il santuario è stato chiuso, le statue, così come gli ex voto e le monete, sono state gettate sul fondo di una vasca e delle grandi colonne sono state collocate sopra di esse. Attraverso gli studi che verranno condotti potremo sapere di più della vita e delle abitudini di quei popoli. Ancora oggi, infatti, si conosce poco della lingua etrusca, nonostante il ritrovamento, in varie parti del territorio italiano, di circa 13.000 documenti epigrafici.

E ancora: San Casciano, non è una città distrutta dalle guerre o dai terremoti, ma un’area che venne progressivamente abbandonata, ma che non è stata mai danneggiata. Anche i tombaroli qui non hanno mai avuto accesso, le acque sotterrane, coperte dal fango e dal terreno, hanno preservato ciò che è rimasto e permette di ricostruire luoghi, usi, abitudini.

Le statue ritrovate sono state portate a Grosseto, dove si trovano da quasi un mese. Ma verranno ripulite e messe in sicurezza. Dal ministero e dalla Sovrintendenza fanno sapere che esse dovrebbero tornare presto a San Casciano. È stato finanziato l’acquisto di un palazzo cinquecentesco nel borgo di San Casciano dove le statue potranno essere esposte al pubblico e ammirate. Sorgerà un museo e intorno al santuario ricoperto dal fango caldo si prevede la creazione di un parco archeologico.

Il piccolo comune di San Casciano, oggi di appena 1.600 abitanti, è consapevole di avere la possibilità di scrivere una nuova storia. La campagna di studi che sarà avviata, i nuovi scavi, ne faranno, ogni giorno di più, un polo di attrazione turistica ed un polo archeologico e culturale tra i più importanti in Italia.

E si guarda con curiosità anche a ciò che gli scavi potrebbero riservare ancora nei prossimi anni.

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