Il Salone dell’auto lascia Torino

Dal 2020 manifestazione annuale delle maggiori case automobilistiche si sposterà a Milano. Le critiche non piovono solo dalle opposizioni, ma anche dagli stessi sostenitori della giunta 5stelle

Nel 2020 il Salone dell’Auto, manifestazione annuale dove le maggiori case automobilistiche presentano le loro novità, che si svolgeva da 5 anni a Torino nella suggestiva cornice del Parco del Valentino e per tutto il centro città, cambierà sede, spostandosi nella vicina Milano. È una doccia fredda quella che rimbalza a Torino nella tarda serata di giovedì, quando Andrea Levy, presidente del comitato organizzatore, annuncia ufficialmente un timore che nella città sabauda era già nell’aria.

Da giorni, infatti, la sindaca Appendino con l’assessore al Commercio del comune e il neopresidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore Andrea Tronzano erano al lavoro per fornire garanzie al comitato organizzatore per mantenere nella “città” dell’auto l’evento molto atteso e partecipato (700 mila i visitatori nell’edizione appena conclusa, con oltre 4 milioni di euro di ricaduta economica). Garanzie che forse non sarebbero state comunque convincenti, visto che nel comunicato le date per la prossima edizione sono già fissate (17-21 giugno 2020), segno che forse gli organizzatori, mentre gli amministratori piemontesi cercavano di mediare, avevano già pronto un piano B.

È un inizio estate particolarmente torrido e tempestoso, e non solo per le condizioni climatiche, quello che si respira a Torino per Appendino e nella giunta comunale, che sembra essere ormai arrivata ad una resa dei conti dopo aver viaggiato per mesi lì lì pronta per esplodere. Prima lo scontro sulle Olimpiadi, con i torinesi che hanno visto Milano-Cortina trionfare in una gara che hanno per mesi sognato potesse riportare una parte dello spirito olimpico di nuovo a Torino. Poi la questione della Tav, con le operazioni di avviamento della procedura che vanno avanti per la loro strada, nonostante la protesta dei NoTav. E l’entusiasmo per la nomina di Torino a sede delle finali ATP di tennis dal 2021 al 2025 aveva solo rimandato un malcontento che continuava a montare.

La goccia che però rischia di far traboccare il vaso colmo di insofferenza è però invece proprio la contesa che si è giocata sul Salone dell’Auto, con Chiara Appendino che si è trovata schierata a favore dell’evento al contrario della sua maggioranza, che a più riprese ha fatto capire di non gradire l’evento, arrivando a presentare una mozione per vietare l’uso del Parco del Valentino, per questioni ambientali, per le fiere.

È sera quando la sindaca si lascia andare ad uno sfogo attraverso la sua pagina su Facebook, non lesinando critiche e accuse alla sua stessa maggioranza e al vicesindaco Guido Montanari, rei di essersi opposti alla conferma dell’evento e quest’ultimo reo di dichiarazioni pubbliche – in seguito al polverone poi ritrattate – in cui si augurava che la grandine impedisse lo svolgimento della manifestazione, e rivedicando l’invio dei vigili per multare gli organizzatori. Le parole di Chiara Appendino sono molto dure: «Sono furiosa per la decisione del comitato organizzatore del Salone dell’Auto di lasciare Torino dopo cinque edizioni di successo. Una scelta che danneggia la nostra città, a cui hanno anche contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio Comunale e dichiarazioni inqualificabili da parte del Vicesindaco. Senza sottrarmi alle mie responsabilità, mi riservo qualche giorno per le valutazioni politiche del caso».

Da più parti si ipotizza che la sindaca stia pensando seriamente alle dimissioni come carta da giocare per uscire dall’angolo dove sembra essere finita, stretta tra le bizze della sua maggioranza, le continue bordate che arrivano dal neogovernatore Alberto Cirio, ma soprattutto quelle di una popolarità sempre più in picchiata tra i cittadini del capoluogo piemontese.

Facebook e Twitter in queste ore sono stati i luoghi privilegiati dei commenti dei cittadini di Torino, che da sempre sentono e soffrono la rivalità con la vicina Milano, e a cui sembra di assistere ad una progressiva “decrescita felice” che hanno paura possa far diventare Torino “quartiere dormitorio di Milano”.

La perdita del Salone dell’Auto è un colpo al cuore, al DNA, all’orgoglio dei torinesi, che da decenni inventano eventi che, una volta cresciuti, emigrano altrove, spesso in Lombardia. Le critiche, che già erano piovute copiose all’indomani dell’assegnazione dei Giochi Invernali a Milano-Cortina, questa volta sono ancora più dure e hanno un comun denominatore, la richiesta di dimissioni della sindaca e della sua giunta. Il commento di Vittorio al post della sindaca sintetizza attraverso l’ironia sabauda il sentimento di tantissimi torinesi: «Appendino, il miglior sindaco che Milano abbia mai avuto». Altri si rallegrano, con una sofferente ironia, che sia quasi impossibile spostare la Mole Antoneliana, «altrimenti, saresti in grado di dar via anche quella», scrive qualcuno.

M5s: Di Maio arriva a incontro Torino con sindaca Appendino

E nonostante Luigi Di Maio, in città per un confronto con la base del capoluogo piemontese programmato da tempo, cerchi di blindare Chiara Appendino, le critiche non piovono solo dalle opposizioni, ma anche dagli stessi sostenitori della giunta 5stelle. Scrive Andrea: «Mi spiace, Chiara Appendino, io vi ho sempre difeso contro tutto e tutti, in ben più di un’occasione…Ma questo è davvero inaccettabile, un sindaco non può non avere il controllo di cosa fa e cosa dice la propria giunta… Oltretutto proprio uno degli eventi che sotto la vostra gestione aveva raggiunto degli ottimi risultati…». Non è l’unico. La delusione è un sentimento comune.

Le prossime ore ci racconteranno quanti e quali strascichi lascerà nella giunta questa nuova vicenda, e si potrà capire se si troverà una via di uscita anche a questa crisi, oppure si tratterà del colpo di grazia ad un’esperienza politica che fin dall’inizio ha faticato decollare e che con le ultime vicende ha finito per perdere il consenso prima degli imprenditori, fino ad arrivare alla rottura totale, sulla questione nuova ZTL, anche con i commercianti.

La speranza è che non venga ignorato il grido di allarme di tanti torinesi che incominciano ad avere la sensazione e percezione di vedere pian piano spegnersi, oscurata dalla vicina Milano, quella luce che, con fatica, si era riaccesa nella loro Torino.

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