Ritratto di un Paese in difficoltà

L'Istat tratteggia le caratteristiche dell'Italia nel 2012: un Paese segnato dalla crisi economica e dalla disoccupazione, che si affida alla famiglia e alle nuove tecnologie per andare avanti
famiglia povera

L'Annuario dell'Istat 2012 è chiaro: l'Italia è più popolosa del tre per cento rispetto al censimento 2001 (59.433.744 di oggi contro i 56.995.744 del 2001) grazie agli stranieri. Tra un censimento e l'altro la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di oltre 250 mila persone (0,5 per cento), mentre quella straniera è aumentata di 2.694.256 unità. Inoltre, la popolazione è sempre più vecchia, con un boom delle ultracentenarie. Le persone di 100 anni e più, infatti, dieci anni fa erano 6.313, mentre nel 2011 ne sono state censite 15.080, con una percentuale di donne pari all'83,7 per cento. Aumenta l’aspettativa di vita, che è pari a 79,4 anni per gli uomini e a 84,5 per le donne, con un guadagno rispettivamente di nove e sette anni rispetto a trent’anni fa.

Questo dato, insieme ai bassi livelli di fecondità, colloca l’Italia tra i primi posti per la vecchiaia al mondo con circa 150 anziani ogni 100 giovani e le previsioni non sono rosee, se è vero che si stima che nel 2050 ci saranno 263 anziani ogni 100 giovani.

Per quando riguarda l’economia, il fatturato dell'industria a ottobre 2012 è sceso dello 0,2 per cento su settembre, segnando un nuovo ribasso, pari al -4,7 per cento su base annua, il decimo consecutivo. La contrazione è dovuta all'andamento del mercato nazionale.

Sicuramente il 2012 sarà ricordato come un anno molto difficile sul piano economico e sociale. Un buon risultato si registra nelle politiche a sostegno della maternità e dalla spesa i servizi alla prima infanzia: negli ultimi 8 anni è cresciuta del 44,3 per cento, con un aumento del 38 per cento dei bambini iscritti ai nidi comunali o sovvenzionati dagli Enti Locali. Siamo sempre distanti dai numeri che contano in questo campo in Europa, ma lentamente le politiche per la maternità migliorano, ovviamente con marce diverse nella Penisola: la percentuale di Comuni che garantiscono il servizio va dal 20,8 per cento al Sud al 78,2 per cento al Nord-est.

Rimanendo nel mondo della famiglia, l’Istat registra che, lo scorso anno, 380 mila mamme hanno usufruito della maternità obbligatoria: il 91 per cento di esse ha un contratto a tempo indeterminato (e vive al Nord nel 57 per cento dei casi), il 9 per cento a tempo determinato (di cui il 50 per cento concentrato al Sud e nelle Isole). Solo l’11 per cento dei papà, invece, ha richiesto il congedo parentale, mentre sono 2 milioni e 900 mila i genitori che hanno usufruito degli assegni familiari.

Aumenta la povertà per le famiglie numerose, con figli, soprattutto se minori, residenti nel Mezzogiorno, con un solo genitore o per le famiglie dove convivono più generazioni. Nell’Italia del 2011, il 27,8 per cento dei bambini con almeno due fratelli vive in una situazione di povertà relativa (10,1 per cento in povertà assoluta), valore che sale al 32 per cento (18,2 per cento in povertà assoluta) se un nonno vive con loro. “Relativamente povero” anche il 24,9 per cento degli anziani nel Mezzogiorno. Ma i segnali di peggioramento arrivano anche dalla vita quotidiana: aumentano le famiglie che non possono permettersi di riscaldare adeguatamente l’abitazione e quelle che accusano la "sindrome del 27", cioè arrivano con molto affanno alla fine del mese.

In generale, aumenta la disoccupazione e la rassegnazione nel cercare un posto di lavoro, calano gli iscritti alle scuole superiori e università, peggiorano i servizi sanitari e diminuiscono gli studenti che preferiscono cercarsi un lavoro. Insomma, il paese è abbastanza "provato".

I consumi sono fermi ed è sempre più difficile anche comperare la prima casa. Le quattroruote non sono esenti da crisi, anzi. Secondo l'Istat gli italiani non compreranno un'auto nuova almeno per i prossimi tre anni.

Sempre più famiglie, poi, denunciano difficoltà di accesso ai servizi di pubblica utilità preferendo, dove possibile, i servizi via internet. Ma nonostante ciò vi è una discreta percezione dello stato di salute: nel 2012, il 71,1 per cento della popolazione ha fornito un giudizio positivo. La percentuale è più alta fra gli uomini (75,3 per cento) che fra le donne (67,1 per cento). Le malattie croniche più diffuse sono l'artrosi/artrite (16,7 per cento), l'ipertensione (16,4 per cento), le malattie allergiche (10,6 per cento), l'osteoporosi (7,7 per cento), la bronchite cronica e l'asma bronchiale (6,1 per cento) e il diabete (5,5 per cento).

C’è poi la rivincita delle "nuove famiglie": i riti civili, i figli che nascono al di fuori del matrimonio, le unioni miste e le libere unioni sono in aumento. Al Nord i matrimoni civili per la prima volta hanno superato i matrimoni religiosi, 51,7 per cento contro 48,3 e l'Istat parla di un cambiamento nell'antropologia delle relazioni. Non influenzeranno certamente i dati statistici ma molti matrimoni civili spesso sono una tappa obbligata per i cosiddetti matrimoni misti, cioè di persone provenienti da coniugi di diversa religione.

Per passare ad altri dati, ad avere il vizio del fumo è il 21,9 per cento della popolazione over 14, soprattutto  uomini (27,9 per cento) mentre le donne sono il 16,3 per cento. Ma negli ultimi anni è cresciuta molto la quota di giovani fumatori: la percentuale tra i giovani 25-34enni è del 35,9 per cento.

La crisi non poteva che portare ad un forte calo dei consumi culturali fuori casa e dei lettori. Infine, come ci hanno detto anche altri istituti di ricerca, la tecnologia e il web conquistano gli italiani: crescono di anno in anno gli utilizzatori del personal computer che tocca il livello massimo tra i 15 e i 19 anni (quasi 9 ragazzi su 10), ma gli utilizzatori aumentano anche fra i 65-74enni (17,2 per cento contro il 14,9 per cento di un anno prima). Parallelamente, l'uso di Internet continua a mostrare un andamento crescente, coinvolge il 52,5 per cento della popolazione di sei anni e più (51,5 per cento nel 2011).L'Annuario dell'Istat 2012 è chiaro: l'Italia è più popolosa del tre per cento rispetto al censimento 2001 (59.433.744 di oggi contro i 56.995.744 del 2001) grazie agli stranieri. Tra un censimento e l'altro la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di oltre 250 mila persone (0,5 per cento), mentre quella straniera è aumentata di 2.694.256 unità. Inoltre, la popolazione è sempre più vecchia, con un boom delle ultracentenarie. Le persone di 100 anni e più, infatti, dieci anni fa erano 6.313, mentre nel 2011 ne sono state censite 15.080, con una percentuale di donne pari all'83,7 per cento. Aumenta l’aspettativa di vita, che è pari a 79,4 anni per gli uomini e a 84,5 per le donne, con un guadagno rispettivamente di nove e sette anni rispetto a trent’anni fa.

Per quando riguarda l’economia, il fatturato dell'industria a ottobre 2012 è sceso dello 0,2 per cento su settembre, segnando un nuovo ribasso, pari al -4,7 per cento su base annua, il decimo consecutivo. La contrazione è dovuta all'andamento del mercato nazionale.

Sicuramente il 2012 sarà ricordato come un anno molto difficile sul piano economico e sociale. Un buon risultato si registra nelle politiche a sostegno della maternità e dalla spesa i servizi alla prima infanzia: negli ultimi 8 anni è cresciuta del 44,3 per cento, con un aumento del 38 per cento dei bambini iscritti ai nidi comunali o sovvenzionati dagli Enti Locali. Siamo sempre distanti dai numeri che contano in questo campo in Europa, ma lentamente le politiche per la maternità migliorano, ovviamente con marce diverse nella Penisola: la percentuale di Comuni che garantiscono il servizio va dal 20,8 per cento al Sud al 78,2 per cento al Nord-est.

Rimanendo nel mondo della famiglia, l’Istat registra che, lo scorso anno, 380 mila mamme hanno usufruito della maternità obbligatoria: il 91 per cento di esse ha un contratto a tempo indeterminato (e vive al Nord nel 57 per cento dei casi), il 9 per cento a tempo determinato (di cui il 50 per cento concentrato al Sud e nelle Isole). Solo l’11 per cento dei papà, invece, ha richiesto il congedo parentale, mentre sono 2 milioni e 900 mila i genitori che hanno usufruito degli assegni familiari.

Aumenta la povertà per le famiglie numerose, con figli, soprattutto se minori, residenti nel Mezzogiorno, con un solo genitore o per le famiglie dove convivono più generazioni. Nell’Italia del 2011, il 27,8 per cento dei bambini con almeno due fratelli vive in una situazione di povertà relativa (10,1 per cento in povertà assoluta), valore che sale al 32 per cento (18,2 per cento in povertà assoluta) se un nonno vive con loro. “Relativamente povero” anche il 24,9 per cento degli anziani nel Mezzogiorno. Ma i segnali di peggioramento arrivano anche dalla vita quotidiana: aumentano le famiglie che non possono permettersi di riscaldare adeguatamente l’abitazione e quelle che accusano la "sindrome del 27", cioè arrivano con molto affanno alla fine del mese.

In generale, aumenta la disoccupazione e la rassegnazione nel cercare un posto di lavoro, calano gli iscritti alle scuole superiori e università, peggiorano i servizi sanitari e diminuiscono gli studenti che preferiscono cercarsi un lavoro. Insomma, il paese è abbastanza "provato".

I consumi sono fermi ed è sempre più difficile anche comperare la prima casa. Le quattroruote non sono esenti da crisi, anzi. Secondo l'Istat gli italiani non compreranno un'auto nuova almeno per i prossimi tre anni.

Sempre più famiglie, poi, denunciano difficoltà di accesso ai servizi di pubblica utilità preferendo, dove possibile, i servizi via internet. Ma nonostante ciò vi è una discreta percezione dello stato di salute: nel 2012, il 71,1 per cento della popolazione ha fornito un giudizio positivo. La percentuale è più alta fra gli uomini (75,3 per cento) che fra le donne (67,1 per cento). Le malattie croniche più diffuse sono l'artrosi/artrite (16,7 per cento), l'ipertensione (16,4 per cento), le malattie allergiche (10,6 per cento), l'osteoporosi (7,7 per cento), la bronchite cronica e l'asma bronchiale (6,1 per cento) e il diabete (5,5 per cento).

C’è poi la rivincita delle "nuove famiglie": i riti civili, i figli che nascono al di fuori del matrimonio, le unioni miste e le libere unioni sono in aumento. Al Nord i matrimoni civili per la prima volta hanno superato i matrimoni religiosi, 51,7 per cento contro 48,3 e l'Istat parla di un cambiamento nell'antropologia delle relazioni. Non influenzeranno certamente i dati statistici ma molti matrimoni civili spesso sono una tappa obbligata per i cosiddetti matrimoni misti, cioè di persone provenienti da coniugi di diversa religione.

Per passare ad altri dati, ad avere il vizio del fumo è il 21,9 per cento della popolazione over 14, soprattutto  uomini (27,9 per cento) mentre le donne sono il 16,3 per cento. Ma negli ultimi anni è cresciuta molto la quota di giovani fumatori: la percentuale tra i giovani 25-34enni è del 35,9 per cento.

La crisi non poteva che portare ad un forte calo dei consumi culturali fuori casa e dei lettori. Infine, come ci hanno detto anche altri istituti di ricerca, la tecnologia e il web conquistano gli italiani: crescono di anno in anno gli utilizzatori del personal computer che tocca il livello massimo tra i 15 e i 19 anni (quasi 9 ragazzi su 10), ma gli utilizzatori aumentano anche fra i 65-74enni (17,2 per cento contro il 14,9 per cento di un anno prima). Parallelamente, l'uso di Internet continua a mostrare un andamento crescente, coinvolge il 52,5 per cento della popolazione di sei anni e più (51,5 per cento nel 2011).

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