Quattro matrimoni in uno

Sonia Grebogi, ricercatrice in bio-tecnologia lavora a Rockville, nello stato del Maryland; è brasiliana e cattolica romana. Nasir Khattah, invece, lavora per un grande istituto di ricerca ecologica; è pakistano e musulmano. Tutti e due si sono trasferiti negli Stati Uniti da studenti, assai lontano dalle rispettive famiglie. Già al loro primo incontro, a Washington, capirono che avevano tanto in comune, più di quanto non si potesse pensare. Si sono presto innamorati e hanno cominciato a coltivare il desiderio di sposarsi. Coscienti delle grandi differenze esistenti tra di loro, più pensavano sul serio a sposarsi, più le diversità apparivano delle sfide da superare. La famiglia di Nasir, ad esempio, aderiva alla tradizione dei matrimoni arrangiati, mente i genitori di Sonia sentivano che doveva essere lei, e lei sola, a fare la scelta del partner giusto. Per di più, i genitori di Nasir avrebbero desiderato che il figlio sposasse una donna del suo paese, perché avevano sentito dire che i pakistani sposati con straniere non ritornano mai più a casa loro, e non si curano dei genitori. Nasir mi confida: La religione era importante per entrambi: perciò ciascuno di noi avrebbe voluto che l’altro si convertisse alla sua stessa religione . Avevano perciò due problemi assai gravi da risolvere: il primo consisteva nello scegliere o meno la religione dell’uno o dell’altro; il secondo riguardava il convincere i rispettivi genitori della loro scelta. Hanno cominciato a lavorare sui due fronti simultaneamente. Così Nasir, con l’aiuto di sorelle e di altre persone vicine alla famiglia, ha innanzitutto cominciato a preparare i suoi genitori alla notizia che lui aveva trovato per conto suo la sua futura sposa. Nello stesso tempo Nasir e Sonia sono andati avanti nella conoscenza delle rispettive religioni, frequentando insieme per vari mesi corsi universitari di introduzioni al cristianesimo e all’Islam, visitando anche moschee e chiese. Hanno letto il Vangelo e il Corano, alla ricerca di una base comune che li portasse a una soluzione soddisfacente. Speravano o che Sonia diventasse musulmana, o che io diventassi cattolico, mi dice Nasir. Niente di tutto ciò è successo, malgrado il profondo studio, le discussioni e i dibattiti. Per ben tre volte durante il processo di ricerca erano arrivati alla decisione di lasciarsi. Sono persino andati a visitare luoghi di culto estranei alle loro religioni, come chiese non cattoliche, luoghi di meditazione buddhista e un tempio indù. Chissà, un’altra reli- gione forse faceva al caso loro. Niente. Hanno imparato molto, ma cercavamo ancora disperatamente una base comune – mi spiegano -, e pregavamo di trovare un posto dove ambedue avessimo potuto crescere insieme e uniti. Nel frattempo i genitori di entrambi si erano dati appuntamento a Washington. Nasir è piaciuto molto ai genitori di Sonia, mentre i genitori di lui, anche se soddisfatti di Sonia, non erano ancora preparati ad accettarla come nuora. Il papà era infatti convinto che quello che lui faceva era per il bene del figlio. Nasir da parte sua amava e rispettava troppo i suoi genitori per essere pronto a sposarsi senza la loro benedizione. Poi qualcosa di inatteso è successo. Nel novembre del 2000, nel bollettino parrocchiale dell’Annunciazione, Sonia lesse l’annuncio di un avvenimento interreligioso che si sarebbe svolto di lì a pochi giorni proprio a Washington. Lo prese con sé per mostrarlo a Nasir. Ma anche lui arrivò al loro appuntamento quotidiano con un volantino simile che preannunciava il medesimo incontro, trovato però nella sua moschea. Sonia chiamò il numero di telefono e ricevette alcune informazione sugli organizzatori, in particolare sul Movimento dei focolari e sulla sua fondatrice, Chiara Lubich. L’altro leader che avrebbe partecipato al grande incontro sarebbe stato l’imam W.D. Mohammed, leader della Muslim American Society. Sonia e Nasir decisero di parteciparvi. Ci trovammo in un convegno impressionante di capi religiosi, esperti e fedeli di diverse tradizioni religiose – diranno più tardi -, che ha marcato in noi una tappa importante . Perché in effetti cambiarono il loro desiderio di diventare tutti e due dalla stessa religione, cercando piuttosto di imparare come fare per essere uniti fra loro, pur rimanendo ciascuno della propria religione. Hanno deciso di lavorare insieme per andare oltre le differenze religiose, e fare del dialogo interreligioso una delle più importanti mete della loro vita. Sonia mi confida: Mi sono sentita particolarmente benedetta da Dio. Hanno cominciato a partecipare a tutti le iniziative dei Focolari, a Washington ed altrove, e vi hanno trovato la forza necessaria per portare a buon fine il loro sogno. Un problema era stato risolto, finalmente. Ma cosa fare con le preoccupazioni della famiglia di Nasir? Sonia mi confessa: Mi sentivo proprio frustrata pensando che Nasir non stava facendo abbastanza la sua parte per parlare apertamente con i suoi genitori e prendere una decisione. Tuttavia Nasir avvertiva invece la necessità di attendere pazientemente. Suo padre ebbe improvvisamente un infarto, seguito da un’operazione delicata. Il figlio si recò perciò in Pakistan per ben due volte in un mese, per essergli vicino. L’operazione riuscì ed il papà si rimise in forze. Poco dopo, egli ebbe un cambio di atteggiamento. Sembrava che non solo il suo cuore fosse stato toccato dal medico nella sala operatoria, ma anche da Dio, mi dice Nasir. Qualcosa simile ad un miracolo, che anche gli altri membri della famiglia notarono con meraviglia. Il padre di Nasir abbandonò tutte le riserve su Sonia, dimostrandoo il suo amore al figlio abbandonando le sue obiezioni. Queste buone notizie sono arrivate a Sonia e Nasir proprio quando stavano facendo i piani per partecipare a Roma a un incontro di musulmani amici del focolare. Durante la loro visita in Italia hanno avuto l’occasione di vedere il papa, di incontrare Chiara Lubich e molti leader e amici mussulmani da tutto il mondo. Appena tornati si sono sposati, con ben quattro cerimonie: la prima volta civilmente, poi con l’imam secondo la tradizione islamica, quindi hanno celebrato il matrimonio cattolico alla presenza dei membri della famiglia di Sonia a Curitiba in Brasile, dove anche alcuni parenti di Nasir dagli Usa sono stati presenti. E finalmente si sono recati in Pakistan, per una cerimonia a Peshawar, con la famiglia di Nasir. Tutti i suoi famigliari, specialmente suo padre, mi hanno trattato come una principessa – dice Sonia -. Mi sono sentita proprio a casa mia. Sonia e Nasir sono ora felicemente sposati; hanno una bambina, Laila, e ringraziano Dio per la loro felice vita matrimoniale.

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