Quando scio sento la gioia

Michael Walchhofer si racconta, mentre la stagione del “circo bianco” è pronta a entrare nel vivo.
A des. Michael Walchhofer con il prof. Alois Hechenberger

16 marzo 2011. A Lenzerheide, in Svizzera, si disputa l’ultima prova della Coppa del Mondo di discesa libera. Michael Walchhofer, austriaco, scende in pista per cercare di chiudere nel migliore dei modi la sua carriera: vincere la quarta Coppa del Mondo di specialità. Gli sci di tutti gli atleti solcano la neve e Michael sembra avvicinarsi inesorabilmente al felice epilogo di una carriera straordinaria, impreziosita dal titolo mondiale conquistato a St. Moritz nel 2003 e dalla medaglia d’argento olimpica di Torino 2006.

 

Solo un atleta deve ancora prendere il via. È Didier Cuche, svizzero, l’unico che può sperare di sfilare dalle mani di Michael la “coppetta” di cristallo. Al traguardo lo sciatore elvetico segna il quarto tempo. La matematica è spietata: Walchhofer perde la Coppa del Mondo per soli dodici punti. Sembra l’amaro finale di una storia destinata a finire diversamente; invece, Michael, senza pensarci su due volte, si congratula subito con il suo amico-rivale, salutando il mondo dello sci con un gesto da vero campione. Oggi Walchhofer continua a sciare tra le montagne di Zauchensee, gestendo un raffinato albergo, l’hotel Central. In tutta l’Austria, dove lo sci è lo sport più seguito, la gente ama ricordare Walchhofer come un uomo semplice, un campione onesto con sé stesso e con gli avversari.

 

«Per me, anche dopo aver conquistato grandi risultati, è stato sempre molto importante ricordare perché facevo sport – afferma Michael –. La risposta che davo a me stesso era: quando scio sento la gioia». Difficile però, essere felici, quando ti scippano un successo. Così la curiosità spinge a sapere se esiste un segreto per riuscire a vivere lo sport in questa prospettiva: «La cosa fondamentale per essere corretti contro gli avversari è nutrire sempre un grande rispetto per chi gareggia con te; questo aiuta a sentirsi liberi. Così, quando magari il successo non arriva, si avverte la spinta giusta per fare un gesto di fair play. Questo atteggiamento sta alla base dello sport».

 

Ovviamente la rabbia e la delusione non scompaiono del tutto, ma vengono declassate a semplici elementi di una dimensione che a questo punto non può essere semplicemente sportiva. Non a caso, infatti, Michael è testimonial in Austria del progetto “Sports4Peace” promosso da Sportmeet, rete internazionale di operatori del mondo dello sport. Attraverso un dado colorato e sei regole elaborate dal prof. Alois Hechenberger, docente di pedagogia del gioco e dell’animazione presso la Libera università di Bolzano e presso l’accademia Hsl di Lucerna, “Sports4Peace” mira a educare alla pace attraverso il gioco e lo sport.

 

«Ai giovani, bisogna offrire un avviamento allo sport più completo – precisa Michael –, che non si limiti a insegnare semplicemente una disciplina sportiva. Solo così possono rimanere incise dentro un ragazzino la gioia e la passione». Lo sport vissuto in questo modo, diventa un’occasione per crescere anche come persona e cittadino all’interno di una comunità, perché gareggiando si impara a vivere dentro un team, assaporando il gusto della sfida e del sacrificio.

 

«Lo sci è dotato di una componente individuale e collettiva. Uno sciatore si allena sempre insieme a un gruppo di persone. Allo stesso tempo però, negli istanti prima di una gara, si ritrova solo e lì tutto dipende da sé stessi. Per questo, quando ho raggiunto il successo, è stato fondamentale condividere la gioia con tutte le persone che erano al mio fianco, in particolare con la mia famiglia, che mi ha aiutato sempre a tenere i piedi per terra». 

 

Parole forti, colorate di sportiva malinconia, perché la stagione dello sci sta entrando nel vivo e sarà la prima senza Michael Walchhofer. «Per ora non penso a un incarico nel mondo dello sci perché questo significherebbe passare molto tempo lontano dalla famiglia. Sento però che posso insegnare tanto, donando ciò che io ho potuto ricevere».

 

Intanto il “circo bianco” ha riaperto i battenti preannunciando una stagione ricca di sorprese e grandi conferme: «Nella discesa libera, per quanto riguarda gli austriaci, vedo bene Klaus Kröll ed Elisabeth Görgl, mentre Carlo Janka e Lindsey Vonn sono i favoriti per la vittoria della Coppa del Mondo generale». Tutti pronti quindi per ammirare i grandi campioni dello sci, con una vena di rammarico perché non rivedremo più Michael sfrecciare a 140 chilometri orari sulla pista.

Tutto passa, ciò che rimane è il ricordo di un campione vero dentro e fuori la pista.

 

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