Quando la Chiesa fiorisce

Movimenti e comunità spirituali. Quali le radici?A pochi giorni da "Insieme per l'Europa", un brano tratto dal libro curato da Christoph Hegge per Città Nuova di Andrea Riccardi, presidente della comunità di sant’Egidio
Andrea Riccardi

È una Chiesa che germoglia quella dei Movimenti e delle comunità. Lo fa ancor di più se in questo tempo di crisi questi stessi si uniscono per agire insieme per scopi condivisi, portando il contributo dei propri carismi, semplicemente essendo cristiani d’Europa che si mettono in gioco intercettando l’esigenza di una “cultura della reciprocità”. Sono i Movimenti e le cominità che si ritroveranno per Insieme per l'Europa il 12 maggio a Bruxelles e in più di 130 piazze delle città del continente. Una manifestazione che ha avuto come momenti fondanti gli incontri di Stoccarda del 2004 e del 2007. Un frutto del grande incontro di Pentecoste di piazza San Pietro con Giovanni Paolo II, dove la vita di tali aggregazioni ha ricevuto nuovo slancio a collaborare. Insieme per l’Europa «è l’espressione di un destino – ha affermato qualche tempo fa Andrea Riccardi, neoministro e fondatore della comunità di Sant'Egidio –, che sentiamo come vocazione per noi cristiani, come chance per noi cittadini, come dono al mondo intero». 
 
Ma quali sono le radici di questa Chiesa pentecostale, come la potremmo definire? È lo stesso Riccardi, tra i protagonisti della prima ora di Insieme per l'Europa e docente di storia moderna e contemporanea, a ripercorrere la storia dei Movimenti cattolici  e l’avvento dell’associazionismo nel libro curato da Christoph Hegge per Città Nuova editrice, La Chiesa fiorisce. I movimenti e le nuove comunità, 2006. Di seguito il brano.
 
«Movimenti e nuove comunità affondano le radici in un processo storico che risale alla grande svolta della Chiesa cattolica nel mondo ottocentesco, il secolo in cui convenzionalmente inizia l’età contemporanea (…). Dall’intuizione di Lamennais (nel 1800), nascono tante esperienze e realizzazioni, sovente contraddittorie, a unificare le quali è uso richiamarsi al termine “movimento cattolico”, come diciamo in Italia. Per Lamanneis la condizione della Chiesa del mondo cattolico – anzi vocazione –, era quella di doversi fare movimento (…). L’originaria intuizione di Lamannais è forse la lettura della vocazione dei tempi, comune a molti fondatori e responsabili: questo ricco terreno genetico ha portato la Chiesa cattolica a vivere una grande varietà di esperienze in cui l’evangelizzazione si mescola alla proposta sociale, la preoccupazione religiosa alla solidarietà concreta. Nella Francia dell’Ottocento abbiamo dapprima gli utopici gruppi dei socialisti cristiani e poi i movimenti dei cattolici sociali presto appoggiati dalla gerarchia. Non si tratta però solo di cattolicesimo sociale, ma di una Chiesa che si fa movimento su di un fascio di iniziative anche sociali, ma pure religiose, comunitarie. Così è Frederic Ozanam con le sue Società di San Vincenzo de’ Paoli, in cui – non va dimenticato – c’è l’idea di una Chiesa missionaria che deve passare al popolo (…).
 
 
«L’intuizione della Chiesa-movimento riguarda molti aspetti della vita dei cristiani: dai laici alla vita religiosa, al cattolicesimo sociale e a quello politico. Nel movimento cattolico trovano espressione istanze sociali e religiose, attivistiche e mistiche, tendenze anche contraddittorie e configgenti, ma tutte sotto il segno della testimonianza cristiana in un mondo al plurale, sempre più laico, dove le diverse opinioni e politiche si scontrano anche a livello di massa. Non si possono certo ripercorrere tutti i fili numerosi che si annodano in questo fascio di Chiesa movimento (…).
 
«Il grande filone della Chiesa movimento giunge nel Novecento con l’intuizione e la proposta dell’azione Cattolica, che costituisce una parte consistente del vissuto dei laici e preti del nostro secoli. In Occidente, proprio i Movimenti della di Azione Cattolica sono l’espressione di una rinascita ecclesiale, dal basso, popolare e militante, delle Chiese locali. L’azione cattolica esprime questa nuova coscienza del nuovo ruolo del laicato, che diviene oggetto di studi teologici. In generale fino al primo Novecento il termine “azione cattolica” raccoglie esperienze differenti di presenza nel mondo di laici organizzati e consapevoli dell’ispirazione cristiana con cui agiscono in pubblico. Con il pontificato di Pio XI, papa dal pensiero organico e dalla foret volontà organizzativa, l’Azione Cattolica assume connotati più simili in tutti i paesi europei, dal Portogallo alla Polonia, ma non si procede con un completo processo di uniformazione.
 
«L’Azione Cattolica è movimento di laici, ma allo stesso tempo espressione privilegiata di una Chiesa che si concepisce come movimento nella società, che ha un suo spessore missionario, che opera negli ambienti».            

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