Sfoglia la rivista

Cultura > Iniziative

Qual è il mio posto nel mondo?

di Candela Copparoni

- Fonte: Città Nuova

La Summer School EduCare, dal 19 al 26 luglio in Val di Sole, per giovani in cerca della vocazione professionale

Un momento della pre-Summer school.

È partita dall’Istituto Universitario Sophia (IuS) la proposta della Summer School “EduCare il futuro. Giovani, professione, mission educativa”, un percorso formativo pensato per accompagnare i giovani studenti nel processo di discernimento della propria vocazione professionale e di vita. In particolare, l’iniziativa nella sua primissima edizione è rivolta a coloro che aspirano a dedicarsi all’educazione.
Il pedagogista ed educatore Michele De Beni, promotore della Summer School, in una intervista per Città Nuova affermava che serve «uno slancio generativo, per ritrovare insieme un ethos educativo nuovo che non sia una riproposizione di ciò che è stato, ma invenzione di ciò che non c’è ancora». Da questa convinzione nasce EduCare. In questo delicato compito formativo l’IuS non è solo: insieme all’Università di Loppiano sono coinvolte l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università di Trento e l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia.

Un primo avvio è già avvenuto presso la cittadella internazionale del Movimento dei Focolari, dove un gruppo di 37 giovani e 6 tutori didattici si sono riuniti dal 21 al 23 marzo per conoscersi personalmente prima di cominciare l’avventura. Gli organizzatori dell’offerta formativa sostengono che il futuro si costruisce insieme ai giovani: infatti, il primo contatto con i partecipanti è arrivato qualche settimana prima, quando è stato chiesto loro di compilare un questionario nel quale si chiedeva di esprimere i propri interessi e ideali, così come i contenuti che avrebbero voluto trovare in programma.
La scuola ha iniziato a prendere forma, con una metodologia partecipativa e dinamica.
Durante il weekend a Loppiano i giovani si sono scambiati pareri e vissuti, arricchendosi gli uni dell’esperienza degli altri. Hanno poi partecipato alle interviste-testimonianze di due docenti, il pedagogista Ivo Lizzola e il filosofo Tommaso Bertolasi, entrando con grande interesse nelle testimonianze personali e professionali che questi due relatori hanno condiviso con apertura e umiltà: un con-fidarsi che ha generato l’incontro con le vulnerabilità e alcuni passaggi cruciali di vita in cui i giovani partecipanti, in un dialogo che proseguirà durante l’estate in Val di Sole, hanno potuto rintracciare una chiave di lettura per la propria vita.
La relazione è «un gioco di presenze – commenta Lizzola – perché una presenza che si affida fa la verità». È dello stesso parere Bertolasi, che aggiunge: «Ti connetti con la verità di te stesso nella misura in cui ti connetti con la verità dell’altro. E allora non ci sono ombre: è luce!».
Speranza e limiti… sono i due concetti attorno ai quali ha girato la pre-Summer School: speranza di un futuro possibile e alternativo, di “azzeccare” la propria strada. Limiti, inevitabili e necessari che, come una bussola, riorientano il percorso di vita e, fermandoci, ci preparano ad aprirci a nuove possibilità.
Questi due grandi temi sono emersi in maniera particolare durante i laboratori, nei quali si è aperto un dibattito attorno a grandi domande
filosofiche. Ma non solo: ognuno ha cercato di capire indagando nella propria interiorità la vita ideale che vorrebbe raggiungere, ed è andato a scovare nelle proprie radici i frutti, i punti di forza e i punti deboli.
«“Quale è la mia vocazione?” è una domanda sbagliata! Andrebbe ricalibrata, riformulata: “Quale è il mio posto nel mondo?”, perché noi siamo un grappolo di vocazioni». A parlare è l’economista Luigino Bruni: «La vocazione accade mentre uno vive, è un processo di scoperta, ha a che fare col desiderio: non è un destino da indovinare, è capire cosa voglio». Gli fa eco Bertolasi, che spiega: «La vocazione non si scopre in modo teorico, ma attraverso un’esperienza». Ed evidenzia come ogni chiamata vocazionale sia diversa dalle altre: «La vocazione ti eccede, ma paradossalmente tu sei più grande della tua vocazione».
Un’ulteriore disciplina messa a risalto durante la pre-Summer School è stata l’arte. Lo si è fatto durante una visita all’atelier di Hung, che ha raccontato come sia le scelte professionali fatte sia quelle accolte con umiltà l’abbiano portato al lavoro che oggi svolge: creazioni in ferro uniche e innovative, fatte con l’utilizzo del fuoco, capaci di trasmettere potenti emozioni. La serata di sabato riservava un incontro speciale con il Gen Verde, aperto ai giovani di Loppiano. La band musicale internazionale si è raccontata, con semplicità e vicinanza, ha risposto alle domande coinvolgendo i presenti, che hanno ballato e cantato insieme in un workshop incentrato su pace e unità.
Il tema che ha risuonato con più forza tra gli studenti nel weekend è stato la valorizzazione delle relazioni, cioè la volontà di mettere a servizio i propri talenti per generare un cambiamento nel mondo con e per gli altri, iniziando dall’opportunità offerta da EduCare.
«Gli esseri umani vivono in base alla qualità dei rapporti – sottolinea Bruni –. Ma la relazionalità è anche ferita, per questo la gente ha paura
delle relazioni». Incalza il commento di Lizzola, con le cui parole vorrei concludere questo aggiornamento: «Le ferite sono il luogo in cui
trovare un nuovo inizio, ricomposizione, perdono, cura… L’incontro tra le fragilità permette di non prendere le distanze; noi siamo chiamati ad essere una generazione di riconciliatori delle ferite, orientati sull’oltre».

+ info Scrivere a educareilfuturo@gmail.com

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Condividi

Ricevi le ultime notizie sul tuo WhatsApp. Scrivi al 342 6266594