Proteste per il gasdotto in Puglia

Si chiama Tap, si legge Trans-Adriatic Pipeline. Si snoda dal Mar Caspio alla Puglia e per far spazio al gasdotto sul suolo pugliese, si deve procedere all'espianto e allo spostamento di circa 200 ulivi. L'opera viene considerata strategica per la "sicurezza energetica continentale"
ANSA / CLAUDIO LONGO

A Melendugno, nel Salento, è altissima la tensione, sfociata in scontri tra la popolazione e gli agenti che hanno dovuto accompagnare gli operai sul cantiere. Circa 300 i manifestanti riunitisi davanti ai cancelli. Il bilancio è di sei contusi.

Gli attivisti sono tornati anche questa mattina e per domenica preannunciano feste e pic nic. La sentenza dei giudici, per loro, è una doccia gelata. 48 ore fa il Consiglio di Stato, infatti, ha respinto i ricorsi del Comune di Melendugno e della Regione Puglia che avevano adito contro il progetto, ritenendo che la valutazione di impatto ambientale resa dalla Commissione Via abbia approfonditamente vagliato tutte le problematiche naturalistiche e che anche la scelta dell’approdo nella porzione di costa compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri(all’interno del Comune di Melendugno) sia stata preceduta da una completa analisi delle possibili alternative (ben undici).

I giudici hanno escluso che l’opera dovesse essere assoggettata alla cosiddetta “Direttiva Seveso” ed è stato riconosciuto l’avvenuto rispetto del principio di leale collaborazione tra poteri dello Stato. In una parola, insomma, via libera al gasdotto.

Ma il no resta unanime in quella porzione di territorio, per difendere la quale è scesa in campo anche una testimonial del calibro di Romina Power. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, continua a minacciare battaglie legali contro il decreto accusando il Governo di non ascoltare la voce dei territori.

«Si sta trattando una questione politica come un problema di ordine pubblico, è drammatico» ha accusato Emiliano, per il quale «La Puglia non ha mai detto no al gasdotto Tap, ma vuole favorirne la realizzazione attraverso una sua diversa localizzazione. La Regione ha annunciato che sarà impugnata davanti al Tar la nota del ministero dell’Ambiente con la quale ha autorizzato Tap a effettuare le attività preparatorie alla effettiva fase di inizio dei lavori dell’approdo».

A strettissimo giro di posta la replica del Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti: «La commissione Via, organismo di valutazione indipendente dal ministero e da ogni indirizzo politico – precisa il ministro – ha prima valutato per mesi con il massimo rigore scientifico e poi dato parere favorevole con prescrizioni al progetto Tap: ciò significa che questo, ottemperate le prescrizioni della Via , rispetta in pieno le normative a tutela dell’ambiente».

E mentre fuori avvenivano i tafferugli, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, ha parlato di “giornata triste per la democrazia”: «ll capo di una società privata ha chiesto e ottenuto la protezione dello Stato italiano per fare la sua attività e lo Stato italiano ha inteso assecondarlo malgrado il parere negativo di istituzioni e cittadini». Ma non si danno per vinti. Andranno a Roma a protestare, se necessario.

I lavori di costruzione del gasdotto, che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Europa, sono cominciati nel 2016.

Lungo 878 km e profondo 820 metri, il metanodotto attraverserà la Grecia settentrionale, l’Albania e l’Adriatico per approdare sulla costa salentina di San Foca di Melendugno e collegarsi alla rete nazionale. 8 i km per i quali si snoderà sul suolo pugliese. 211 gli ulivi da espiantare, 16 sono monumentali.

Una volta realizzato, Tap – secondo i progetti – costituirà il collegamento più diretto ed economicamente vantaggioso alle nuove risorse di gas dell’area del Mar Caspio, aprendo – con i suoi 10 miliardi di metri cubi di gas che trasporterà inizialmente- il Corridoio meridionale del gas. Tra i principali azionisti di Tap ci sono le più importanti società del settore energetico: Socar, Snam, Bp, Fluxys, Enagßs e Axpo. L’opera viene considerata strategica per la “sicurezza energetica continentale”.

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