Prati come un manto

Una piccola vallata di montagna, nell’alta valle del Tevere, in Toscana. Da una parte il Faggeto, con i suoi 1400 metri di altezza, dall’altra, appena oltre il crinale, il sacro monte de La Verna, dove San Francesco ricevette le stimmate. Di fronte, il cucuzzolo del comune di Caprese Michelangelo, con la casa natale del sommo artista e i ruderi della vecchia rocca del podestà. Intorno boschi di castagni che, salendo, lasciano il posto ai faggi. E funghi, fragole, castagne. Nel silenzio, oltre il fruscio del vento tra gli alberi, si avverte il brontolio lontano dei torrenti Carbonchia, Camaiano e Singerna, che scorrono verso valle tra salti, sassi, rocce e forre umide. Sulla strada che da Lama sale verso Fragaiolo, il piccolo cimitero e poi un paesino, un pugno di case chiamato Colle. Siamo a circa 700 metri di altezza. Uno sperone di roccia, coperto di prati, si slancia isolato verso il centro della valle, visibile da ogni parte. Al suo estremo una chiesetta – dell’anno mille? – dove da secoli convergono i valligiani nei giorni di festa. Oggi è una giornata speciale: l’antica chiesa è stata restaurata e ora riapre al culto. L’interno, gremito, è composto da un semplice altare, un’edicola della madonna addolorata e un pulpito in legno. Tanti giovani e famiglie di qui si sono dovuti trasferire in città per trovare lavoro, per cui i paesini si sono spopolati e i campi sono in parte abbandonati; ma forte rimane il richiamo della propria terra e, appena possibile, si torna. Non è un caso quindi se il restauro, durato ventidue anni, si è realizzato per la tenacia dei valligiani che hanno pian piano raccolto i fondi, ottenendo anche un finanziamento dalla Regione Toscana. E quasi a ringraziamento di questo sforzo e di questa fede, una sorpresa. Durante i lavori di restauro, dietro l’altare maggiore è stato scoperto un antico affresco del Trecento raffigurante la Madonna con il bambino e alcuni santi. L’affresco, che era stato coperto nel tempo con una pittura di nessun valore, è stato restaurato al meglio dalla Sovraintendenza. Durante la messa, il vescovo, mons. Gualtiero Bassetti, si sofferma su Maria che da questa chiesetta protegge tutta la valle e ricorda anche Chiara Lubich che l’ha vista in particolare come desolata. Pian piano siamo riusciti a restaurare e restituire al culto dei fedeli tante chiese lesionate dal terremoto – spiega Alessandro Romolini, anima della raccolta di contributi -, anche grazie ai fondi della Regione. Ma a questa chiesetta tenevo in modo particolare, qui ci sono nato!. Questa è terra di castagne, di geni, di santi ma anche, si può dirlo, di Maria e del suo manto che tutto copre.

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