Il 2023 è un anno che dovrebbe chiudere una dura sequenza di choc: pandemia, guerra in Ucraina, alto prezzo del gas, inflazione, in un quadro di crisi permanente come quella dovuta al cambiamento climatico ed ai conseguenti eventi estremi. Gli esperti hanno inventato un nuovo termine per indicare questa crisi permanente: permacrisis. Dobbiamo pertanto cogliere la complessità di questa situazione per riformare il pensiero, per ripensare il nostro modo di vivere.
Leonardo Becchetti individua due guasti principali da riparare: «Il primo è la confusione del benessere e del ben vivere con il surplus del consumatore… L’unica cosa che sembra contare nell’economia di mercato è garantire prezzi sempre più bassi attraverso la concorrenza. Ma i prezzi bassi non dipendono solo da efficienza e progresso tecnologico e possono invece nascondere mancanza di dignità del lavoro, insostenibilità ambientale e bassa qualità del prodotto. Il secondo guasto è il focus quasi esclusivo sulla produttività e sull’efficienza… Ma spesso dietro il consumatore esaltato non c’è solo innovazione e progresso, ma c’è anche il lavoratore mortificato e sfruttato (soprattutto nei lavori a bassa qualità) e l’ecosistema a rischio». (Avvenire, 30 dicembre 2022).
Essendo passati da 230 milioni a 8 miliardi di persone, da 24 a 73 anni di vita media a livello mondiale, è evidente che dobbiamo rapidamente invertire marcia, non sfidare più i limiti dell’ecosistema, entrare nella logica della sostenibilità e circolarità creando valore economico con il minor impatto ambientale. Come costruire allora un futuro possibile? Per Gael Giraud occorre La rivoluzione dolce della transizione ecologica (Libreria Editrice Vaticana, 2022). L’Autore è considerato uno dei teorici della transizione ecologica, una delle menti cattoliche di punta in campo economico a livello mondiale. Per lui: «La lotta al riscaldamento globale è la migliore alleata della prosperità e dello sviluppo».
Gli effetti del saccheggio ambientale, dalla rivoluzione industriale ad oggi sono sotto gli occhi di tutti: riscaldamento climatico, acidificazione degli oceani, innalzamento del livello del mare, sesto continente di rifiuti nell’Oceano Pacifico, scioglimento dei ghiacciai e prosciugamento dei fiumi, piogge acide. Siamo immersi in una vera e propria emergenza ecologica. Ciascuno di noi deve arrivare a decisioni quotidiane nel quadro di chiare scelte politiche. G. Giraud, economista, teologo e matematico ci offre le coordinate teoriche per questa rivoluzione. Parte dalla Laudato si’ per arrivare a smontare modelli economici antiquati rispetto alla realtà. Ci viene offerta così una mappa sicura per avere cura della casa comune insieme a papa Francesco.
«La difficoltà della presa di coscienza deriva dal fatto che la crisi ecologica mette in discussione tutte le nostre certezze più radicate. È qui necessario ricominciare dall’inizio per capire come siamo arrivati a questo punto e come uscire dall’impasse in cui siamo rimasti bloccati a partire dalla rivoluzione industriale. Propongo quindi, nella prima parte di questo libro, di riprendere i principi fondamentali su cui si basa la nostra comprensione dell’economia e della finanza. La profonda cecità di queste ultime alle sfide ecologiche è in parte responsabile della cecità della politica e dei media che avvolge tutta la nostra società. Da qui emerge una domanda di enorme portata: come rifondare la nostra teoria economica più elementare? Possiamo pensare ad un’economia relazionale, che accolga l’antropologia di Fratelli tutti o la cosmologia relazionale cristocentrica di Laudato si’» (Introduzione, p. 11).
Occorre prendere atto della crisi della scienza economica, incapace di comprendere la complessità, la questione energetica e le risorse naturali, afferma Giraud. Serve un’economia di “attori capaci” nel significato attribuito da A. Sen. Vanno tutelati i diritti di accesso e le capability di ogni persona, nel senso di “capace di fare, essere e diventare”. Va rivisto il concetto di Pil per tenere conto di felicità e capacità. Il Rapporto Sen-Stiglitz indica per questo un diverso progresso sociale con indici alternativi in un vero dialogo democratico. Economia solidale non è più un ossimoro. Dobbiamo recuperare relazioni umane e valore in economia passando dal concetto di crescita a quello di sviluppo. È arrivato il momento di abbandonare le vecchie regole per affermare i nuovi paradigmi. In particolare, il nuovo flagello finanziario fondato sulla velocità del trading ad alta frequenza.
In conclusione, è possibile una “prosperità verde”. Bisogna, per questo, impedire alla finanza senza regole di finanziare la decarbonizzazione. La carbon tax diventa un imperativo per evitare il disastro. Dobbiamo prendere atto della fine della “mistica del progresso”. È finito il ciclo del carbone, petrolio, progresso sociale. È ora di cambiare energia e di ricostruire il senso. La transizione ecologica può essere una utopia alternativa ponendo al centro i beni comuni. La Chiesa può favorire questa transizione ecologica “dolce” sostenendo la finanza etica, contrastando le derive del capitalismo, affermando la cultura del dono, della fiducia, del dialogo in un mondo interconnesso con sovranità in relazione, al fine di risolvere una questione comune: il cambiamento climatico. Servono regole nuove per salvare il mondo. L’ideologia dell’efficienza ha divorato il Pianeta. Sta diffondendosi tuttavia una diversa mentalità, soprattutto tra i giovani, che afferma nuove priorità. Dobbiamo «ripensare l’esistenza su una Terra che si rinaturalizza» afferma J. Rifkin. Stiamo entrando nell’«Età della Resilienza».
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