Ponte Morandi, la demolizione e gli sfollati

Una tonnellata di dinamite e qualche chilo di plastico hanno sbriciolato due pile di un ponte divenuto famoso non solo in Italia. Sono 3500 le persone per un giorno accolte dai Salesiani di Sampierdarena, oratori, centri anziani, centri sportivi. Ancora una volta la solidarietà a Genova mostra tutta la sua capacità, generosità, bellezza.  

Ancora una volta l’Istituto Don Bosco di Genova Sampierdarena ha aperto le porte alle persone che oggi hanno dovuto lasciare la zona interdetta per l’implosione delle pile 10 e 11 del ponte Morandi.

«Dal 14 agosto dello scorso anno, quando abbiamo accolto i familiari delle vittime del ponte e ci siamo impegnati con la San Vincenzo a distribuire i beni di prima necessita per gli sfollati, ci racconta il direttore del Centro don Maurizio Verlezza, si sono susseguite tante iniziative per le persone che hanno vissuto il dramma del ponte. Da allora qui a Sampierdarena la vita è cambiata,  oggi sono state accolte 300 persone che hanno dovuto  andar via dalla zona interdetta e le ospitiamo nel nostro Centro».

I Salesiani hanno messo a disposizione tutte le strutture della casa. Già dalle ore 6 del mattino, la protezione civile ha allestito gli ambienti per diminuire il disagio di questa giornata che si presenta intensa e complessa.

«I 250 ragazzi che qui stanno facendo l’Estate Ragazzi hanno lasciato il don Bosco per recarsi nei parchi di Nervi. Questo ci permette di renderci più disponibili per il servizio degli sfollati. Don Maurizio spiega che è stata allestita una sala dove hanno seguito in diretta la demolizione del ponte. Saremo aperti fino alle 22.00. Ma se ci fosse bisogno la Protezione civile allestirà delle brande anche per la notte. La solidarietà è tanta. Non vediamo l’ora di terminare questa prima fase e finalmente iniziare la fase della ricostruzione»

Come i Salesiani, tante chiese hanno aperto gli oratori, i centri anziani, i centri sportivi, le palestre per accogliere il popolo degli sfollati  per questo giorno. Ancora una volta la solidarietà a Genova mostra tutta la sua capacità, generosità, bellezza.

Stamattina Genova è “strana”, doppiamente inghiottita nel caos viario creato dai tanti divieti di circolazione, dai tanti curiosi che hanno assistito all’esplosione per vedere per l’ultima volta il ponte. Un ponte che ha segnato la storia della città di mare, del porto, delle acciaierie, dei cantieri navali. Del turismo. Un ponte che ha unito per cinquant’anni l’Italia del Nord col Sud e con l’oltralpe europeo.

Stamattina Genova è “strana” i suoi abitanti hanno il mugugno: «È una nuova passerella di politici che vengono con i giubbini gialli a sfilare e schiacciare tutti insieme il pulsante per incendiare le micce e far esplodere le pile. Passerella ridicola. Promesse di ricostruzione che non possono essere mantenute, dice il barbiere Franco».

News / Morandi Bridge collapse - Demolition

Stamattina Genova è “strana” perché un  piano di sicurezza imponente, con oltre 3500 sfollati, più di 400 uomini delle forze dell’ordine schierati, e una tonnellata di dinamite e di qualche chilo di plastico, che hanno sbriciolato due pile di un ponte purtroppo divenuto famoso non solo in Italia.

 

Tre colpi di sirena alle 9,37 poi in nemmeno 6 secondi, alle 9 e 38 le due pile e quel che restava del ponte Morandi sono scomparse in un nuvolone di polvere che ha avvolto il torrente Polcevera. Un timido applauso, che non s’è capito indirizzato a chi, qualche cane che ha abbaiato per il forte botto, e poi via. I tanti curiosi che aveva raggiunto piazzali e punti panoramici hanno abbandonato i posti per tornare al lavoro. Il boato è stato avvertito in tutta la città di Genova, da Voltri fino a Sturla e al levante, ma anche in diversi comuni della provincia. L’esplosione è avvenuta con 38 minuti di ritardo causa un leggero intoppo rispetto alla tabella di marcia. Tanti, anche i genovesi che si sono radunati per vedere l’esplosione, significativi i gruppi in via Fillak a lato Certosa, lì dove il ponte passava sopra i tetti delle case. Il sindaco di Genova Marco Bucci ha commentato soddisfatto: «Dalle prime informazioni che abbiamo ricevuto tutto è andato secondo programma escluso un piccolo ritardo dovuto alla segnalata presenza di una persona in un appartamento chiuso con porta blindata che ovviamente abbiamo dovuto controllare. Dal punto di vista tecnico la procedura è stata rispettata al 100%  e ora siamo in linea col piano. Le centraline stanno funzionando e attendiamo i check, il primo alle 17 il secondo alle 21: sulla base dei risultati del secondo prenderemo le necessarie decisioni. Dai punti di raccolta ho informazioni positive nel senso che tutto va secondo programma. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato oggi dalle forze armate ai demolitori, all’Ati, tutti hanno fatto un grande lavoro per un’operazione che non è mai stata fatta prima in un centro abitato. Ringrazio anche il presidente della Regione Toti e i ministri che sono venuti. Siamo sulla strada giusta, non è vero che Genova sta rinascendo ed è ripartita, è sempre stata nel percorso di crescita che in questa giornata è stato accellerato per fare di Genova la città più grande e importante del Mediterraneo, che possa competere con tutte le città d’Europa. Questo è l’obiettivo e ce la faremo».

Sono in funzione nove le centraline di Arpal per il monitoraggio dell’aria, alle 12.45 saranno ritirati i primi filtri per una prima analisi, per la quale saranno necessarie tra le due e le tre ore. Come confermato dal sindaco Bucci ci saranno poi due check alle ore 17 e alle ore 21 al termine dei quali verrà dato il via libera per il ritorno a casa degli evacuati, se tutto andrà per il verso giusto. Tutto bene per le persone nei centri di accoglienza, molte meno rispetto al 50% preventivato. Sono invece molte di più quelle che hanno fatto richiesta per il buono pasto e che, dopo averlo ritirato hanno scelto di utilizzarlo per pranzare in uno dei ristoranti convenzionati. Salvo imprevisti il via libera per il ritorno nelle case è previsto per le 22 di questa sera, previo via libera dopo i monitoraggi dell’aria: soltanto quando la nube di polveri si sarà dispersa, e i valori torneranno a quelli precedenti l’esplosione in tutta la zona, i residenti potranno rientrare a casa.

 

 

 

 

 

 

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