Poca luce sulla laguna

Dal lungo reportage sulla XXI Mostra del cinema di Venezia, affidato al regista televisivo Gianfranco Manganella, riportiamo due commenti significativi, quello per il premio assegnato al film russo “Pace a chi entra” di Alexander Atov e Vladimir Naumov e quello assegnato dall’O.C.I.C. per il film “Il posto” al giovane regista Ermanno Olmi.
cinema

Il premio speciale della giuria, da assegnarsi «al film che presenti qualità di originalità e novità» è andato a Pace a chi entra dei russi Alexander Alov e Vladimir Naumov «per l’originalità e la novità con cui, attraverso la rappresentazione di un mondo sconvolto dal passaggio della battaglia, viene espresso un commovente messaggio di fraternità umana».

Pace a chi entra è un film semplice e cordiale che narra (come spesso accade nei film sovietici) una storia del tempo di guerra; tra sincerità e propaganda, ingenuità e padronanza della tecnica cinematografica, i due giovani registi hanno saputo comporre un’opera gradevole che, pur lontana dall’arte, costituisce un semplice e bonario invito alla pace fra i popoli. Un film che stimiamo adatto per adulti.

 

Di un film italiano non dobbiamo tacere: quello di Ermanno Olmi, Il posto, apparso nella sezione informativa. Questo film ci conferma le doti del giovane regista; denota una acuta capacità di osservazione e, quel che più conta, il dono di guardare ai difetti della piccola gente con l’affettuosa tenerezza di un fratello maggiore. Ci narra di come un giovane timido e sensibile riesca a guadagnarsi un posto di lavoro senza dar colpi di gomito al suo prossimo e pago di quella sorte che il buon Dio ha tracciato per lui. È un film per tutti, finalmente.

 

Per questa sua umana, affettuosa comprensione, per la capacità di suggerirci il rispetto e la solidarietà con i quali dobbiamo accostare il nostro prossimo – «il minimo» di cui parla Gesù – questo film ha ottenuto il riconoscimento dell’O.C.I.C. ed altri premi messi in palio per il film più meritevole. Auguriamo ad Olmi di conservare nella sua felice carriera quella umiltà, quella pulizia e quella coerenza cristiana che gli sono proprie e che costituiscono le sue più valide prerogative.

Gianfranco Manganella

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