Il Pinocchio di Opus Ballet

Al teatro Goldoni di Firenze andrà in scena lo spettacolo con coreografia di Patrizia de Bari e la drammaturgia di Tuccio Guicciardini.

Riproporre un Pinocchio in danza, personaggio tra i più conosciuti al mondo, non è mai banale. Il celeberrimo burattino di legno è stato protagonista di innumerevoli letture sceniche, dal teatro alla danza, dal musical al cinema, con più o meno fortuna, con più o meno correttezze drammaturgiche, con più o meno rispetto per il fantastico e controverso personaggio collodiano; ma è proprio questa facoltà camaleontica che ha contribuito a costruire il suo indiscusso successo.

Sezionato, ridotto, stravolto, rivolto, Pinocchio riesce sempre, da buona “birba”, a mantenere la sua coerenza, il suo impertinente sguardo di burattino, il suo buon nome. Grazie a questa sua generosità interpretativa anche questo lavoro della compagnia Opus Ballet con la coreografia di Patrizia de Bari e la drammaturgia curata da Tuccio Guicciardini, vuol far rivivere il suo mondo, ma con una distinta direzione immaginifica e simbolica. Nello spettacolo Pinocchio prende forma, si modella sulle necessità espressive contemporanee, il ceppo di legno prende vita per raccontarsi sotto una luce ancora diversa.

«Le parole di Kleist che aprono lo spettacolo, tratte dal “Trattato delle marionette” – dichiara Tuccio Guicciardini -, ci danno l’opportunità di situare immediatamente il nostro Pinocchio in una lettura intuitivamente riconoscibile. La marionetta si colloca tra il divino e il terreno, ricreando continuamente quella fase irripetibile che viene spesso coniugata con l’opera d’arte, la stessa condizione soprasensibile dell’artista, che percepisce la realtà quotidiana con alti punti di vista, libero, per quanto possibile, da retaggi sociali e umani, nella condizione di un “quasi” semidio».

Un legno magico, quindi, misteriosamente e consapevolmente apparso nella bottega di Mastro Ciliegia pronto per una nascita meravigliosa, intricante e fantastica di un personaggio che trascende inequivocabilmente dal quotidiano umano e immediatamente pronto per una fuga verso la scoperta e la ingenua curiosità di far parte del mondo terreno. Sincero e dispettoso verso l’umanità e il mondo, Pinocchio qui è il riflesso dell’artista, scruta curioso e pieno di aspettative tutto quello che accade intorno a lui. Ma tutte le sue disavventure e la sua voglia di libertà lo porteranno, suo malgrado, ad assoggettarsi completamente al mondo terreno, scegliendo di diventare di carne e ossa e accettando l’anonimato della massificazione, praticamente annientando la sua parte “divina” in favore di quella umana.

Le scene si susseguono senza tregua, vorticosamente in viaggi fantastici e perigliosi, alla scoperta delle sensazioni, degli affetti, della giustizia, dell’incerto, dell’amicizia, del tradimento, del divertimento, delle lacrime, della povertà, dell’onestà. Lo spettacolo incrocia diversi linguaggi teatrali contemporanei – danza, parola, video, musica – dove il movimento aiuta, pur rimanendo fedelmente nelle righe dell’opera di Carlo Lorenzini, la creazione di scene immaginifiche e surreali, sintetizzandone i capitoli più significativi.

La parola agisce da collante drammaturgico essenziale; la musica è in dialogo con il movimento in una sorta di contrasto/armonia senza soluzione di continuità; mentre i video e le scenografie amplificano lo spazio scenico sovradimensionando, scardinando le proporzioni della realtà, come d’altronde è il mondo che appartiene a Pinocchio.

«Non sarà come sappiamo un viaggio facile – affermano gli artisti -, bensì pieno di tranelli, traversie varie e soprattutto bugie. Ma cercheremo di raccontare e difendere la libertà intrinseca di Pinocchio che, come l’artista, guarda il mondo come fosse sempre la prima volta, con occhi ingenui e sempre curiosi. Un’anima pura». In scena dieci danzatori, con Tamara Aydinyan, interprete armena proveniente dalla compagnia Small Theatre/NCA di Yerevan, che incarna Pinocchio, e la partecipazione straordinaria dell’attore Virginio Gazzolo che recita testi da Collodi, Kleist, Rilke, Hugo, Baudelaire, Meyerhold.

“Pinocchio”, coreografia Patrizia de Bari, drammaturgia Tuccio Guicciardini, video Andrea Montagnani, costumi Santi Rinciari: un progetto di teatro danza di COB/Compagnia Opus Ballet e Compagnia  Giardino Chiuso. Coproduzione Versiliadanza e Fondazione Fabbrica Europa , in collaborazione con Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino. A Firenze, Teatro Goldoni, prima nazionale il 16 e 17 marzo; matinée per le scuole, dal 12 al 15 marzo alle ore 10,30.

 

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