Per la famiglia, sempre e comunque

Nell’acceso dibattito sul progetto di legge Cirinnà, in discussione in Parlamento, rinfocolato dalle Giornate arcobaleno del 23 gennaio e dal FamilyDay del 30, è necessario innanzitutto un “sì” alto e forte alla famiglia. Nella libertà di adesione a un’iniziativa da seguire con estrema attenzione
Un'allegra famiglia

Gli animi si sono accessi e a volte infiammati sulla questione delle unioni civili, dell’utero in affitto, della stepchild adoption e sul FamilyDay. Su questo sito abbiamo pubblicato nelle scorse settimane diverse prese di posizioni, personali o di associazioni e movimenti, e abbiamo pure dato la parola a esperti di vari ambiti. Ci sembra infatti che si debba sempre dare spazio a chi, in coscienza, lavora per il bene comune, in particolare a coloro che operano nell’ambito cristiano. Ringraziamo tutti i lettori che si sono spesi per affermare le loro posizioni, quasi sempre con garbo e con spirito di ascolto e dialogo, cosa cui teniamo molto e che è al cuore stesso della nostra linea editoriale.

 

Unioni civili

 

Abbiamo anche pubblicato la presa di posizione del Movimento dei Focolari sul FamilyDay, riassumibile in questa frase: «I Focolari in Italia non ritengono di promuovere formalmente il FamilyDay indetto per il 30 gennaio prossimo. Considerano infatti che, in questo caso e in questo preciso momento storico, manifestare “contro” non porti ai risultati sperati. Tuttavia i singoli aderenti ai Focolari, agiranno secondo le personali convinzioni e coinvolgendosi nell’agire come meglio ritengono per promuovere i valori da tutti condivisi». È convinzione nostra che le unioni civili vadano regolate: troppe persone hanno delle relazioni non convenzionali che non possono rimanere “clandestine”. Ma ci sembra inadeguato, in una visione antropologica basata sul Vangelo, equiparare queste unioni al matrimonio tra un uomo e una donna, con la possibilità che si aprano voragini sociali pericolose quali l’utero in affitto e la stepchild adoption. Al riguardo esistono dei problemi di costituzionalità da considerare attentamente.

 

Famiglia

 

Crediamo nella centralità della famiglia nella società, pensiamo che il matrimonio dovrebbe rimanere un libero sodalizio tra un uomo e una donna, che i figli non siano proprietà privata dei genitori e che abbiano diritto a un padre e a una madre. E riaffermiamo nel contempo che la società la si costruisce nell’ascolto vero, nel dialogo e nella mutua comprensione, per giungere se possibile a posizioni condivise. La logica cristiana è dialogica di per sé: se non cerca la relazione con l’altro, anche con chi la pensa diversamente, il cristiano mette a rischio e talvolta tradisce la sua stessa identità.

 

Stepchild Adoption e utero in affitto

 

A proposito della questione della stepchild adoption, prefigurata dalla legge Cirinnà, riteniamo che essa potrebbe indirettamente incoraggiare l’uso dell’utero in affitto. È vero, la legge 40 vieta questa pratica in Italia, ma generando una creatura con la maternità surrogata all’estero, poi, appellandosi a un giudice si potrà vedere riconosciuto il figlio così generato. Riteniamo che nessun essere umano possa essere trattato come mezzo: la ricerca della propria felicità non può avvenire mediante lo sfruttamento di una donna il cui corpo è ridotto a incubatrice. Portare in grembo una creatura per 9 mesi e poi separarsene è un trauma per la donna e per il bambino, perché si crea tra di loro una simbiosi psicofisica unica; sempre più la gravidanza è vista come un momento fondamentale dello sviluppo del bambino. Senza considerare che la madre committente potrebbe rivendicare in un secondo tempo la propria maternità con ricadute sullo sviluppo della personalità del bambino. Il bambino stesso proverà inoltre un inevitabile disagio quando scoprirà l’esistenza della propria madre “naturale” che risulta essere estranea alla sua vita.

 

Diritti

 

Non crediamo quindi che esista un diritto della coppia al figlio proprio. C’è un desiderio, legittimo, più che legittimo, ma che deve fare i conti con i limiti della realtà. La trasformazione di un desiderio in diritto incondizionato finisce per dar vita a una logica del possesso. Il diritto del bambino ha un’assoluta priorità e quindi è giusto che, caso per caso, il giudice valuti il da farsi. L’affido rafforzato permetterebbe di tenere conto della concreta situazione affettiva del bambino in quel dato momento, lasciando al giudice la valutazione finale.

 

Maschile e femminile

 

Per quanto riguarda i bambini adottati da una coppia omosessuale, a dire il vero non ci sono ancora molti studi scientifici, perché è una novità recente; in ogni caso il bambino o la bambina paiono cercare fuori dalla coppia di omosessuali una figura di sesso diverso su cui modellarsi. Maschile e femminile non si possono eliminare, sono naturali. Ci sembra inoltre importante sapere che i casi di genitori omosessuali che potrebbero ricadere tra quelli coperti dal progetto di legge Cirinnà sarebbero poche centinaia, la maggior parte con figli nati prima che un genitore scoprisse di avere un diverso orientamento sessuale. Tra l’altro, i diritti prospettati nella legge Cirinnà sono già previsti nel codice civile ad eccezione, questo è vero, della reversibilità e dell’adozione.

 

Family Day

 

A proposito del FamilyDay, siamovicini alle persone che parteciperanno con animo convinto, sincero e aperto al FamilyDay così come a chi riterrà in coscienza di non parteciparvi. Certo, tutti abbiamo il diritto di esprimere pubblicamente i nostri pensieri e convinzioni, ma la storia ci insegna che le manifestazioni in piazza possono generare rivendicazioni contrapposte che diventano, alla fin fine, sterili. È questa storia recente, che ci ha dimostrato come nei casi etici sensibili scendere in piazza non abbia prodotto effetti positivi, portando al contrario all’aggravarsi del carattere non condivisibile da tanti cristiani delle leggi, oltre che all’inasprirsi degli animi.

 

Dialogo e incontri pubblici

 

Riteniamo invece necessario (e molto più efficace) generare a tutti i livelli, nelle nostre città e nelle nostre associazioni, nelle scuole e nelle parrocchie, spazi di dialogo costante e aperto che permetta di ascoltare e capire le ragioni di tutte le parti e così trovare insieme vie inesplorate e creative verso il bene comune. Il Movimento dei Focolari e Città Nuova hanno promosso in questi mesi decine di incontri pubblici al riguardo. Siamo inoltre attenti a stigmatizzare ogni strumentalizzazione politica di manifestazioni come il FamilyDay, cosa che purtroppo può facilmente avvenire e che anche in quest’occasione si profila all’orizzonte. Siamo infine convinti che, se certe posizioni estreme devono essere contestate, questo vada fatto prima di tutto a livello culturale.

 

Un auspicio

 

Infine un auspicio: che chi si professa cristiano e chi ha altre convinzioni, insieme, abbiano il coraggio di inaugurare una stagione di FamilyDay anche con altre finalità precise: per le famiglie in crisi a causa della perdita del lavoro; per i figli vittime della superficialità della vita e delle dipendenze; per i servizi della scuola diversi a seconda del ceto sociale; per gli anziani soli perché non c'è famiglia per loro; per le famiglie che non si possono formare perché sposarsi è un costo sociale eccessivo; per le famiglie lasciate sole durante la crisi delle relazioni; per le famiglie abbandonate quando si presenta una malattia seria e lunga che le isola dal contesto sociale… Un percorso del genere renderebbe molto più giuste le nostre società e contribuirebbe a svelenire certe contrapposizioni di carattere etico e antropologico, permettendo un migliore ascolto tra i sostenitori delle diverse posizioni.

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