Patto bipartisan per la scuola

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Elezioni alle porte, nuovi impegni e nuove speranze. Urge un tempo nuovo della politica italiana che richiami tutti a mettere al primo posto il bene comune. Ma per questo non bastano gli slogan. Occorre non sprecare quel capitale prezioso della democrazia, che è l’arte di saper governare nel dialogo. Non solo un problema che riguarda la politica ma la cultura di un popolo. Un preciso dovere civico e, prima di tutto, una responsabilità educativa verso i giovani. In questa prospettiva, il nodo scuola è certamente tra le maggiori priorità da affrontare. È troppo chiedere alle forze politiche, soprattutto a quelle più rappresentative, di stringere tra loro un’intesa pre-elettorale, di prospettiva comune, almeno su alcuni urgenti problemi dell’istruzione? E di impegnarsi poi a sostenere l’iter parlamentare (una vera lezione educativa!) sia dai banchi della maggioranza sia dell’opposizione? Sarebbe un clamoroso passo controcorrente per uscire da quella emergenza educativa, come più volte ricordato da Benedetto XVI e da autorevoli esponenti del mondo istituzionale, da cui si può risalire solo attraverso uno sforzo reciproco. È troppo incombente il rischio di un declino delle potenzialità culturali- sociali-competitive del Paese. Occorre perciò fare dell’educazione e della scuola una grande questione nazionale, nella prospettiva di cambiamenti che dovranno interessare il medio-lungo periodo. Terreno di confronto, e non di scontro. Come stanno facendo molti Paesi, dalla Francia, alla Polonia, al Messico, agli Stati Uniti, i cui programmi per l’istruzione tendono sempre più a una logica di convergenza bipartisan. A mo’ di semplice esercitazione, potremmo segnalare per la scuola italiana alcune grandi priorità: maggiori investimenti per l’innovazione e per la ricerca; incentivazione delle competenze professionali dei docenti e riconoscimento del merito; un più efficiente sistema di valutazione; il rilancio della formazione, e di quella tecnico-professionale in particolare; maggiori spazi di decisione alle Regioni in materia di istruzione scolastica; promozione di un sistema educativo integrato scuola-famiglia-comunità. È forse utopico puntare su docenti più preparati e motivati, soprattutto nelle aree più povere? Su una maggior continuità dell’insegnamento e su sistematiche verifiche della qualità? Su un ruolo più attivo e di coinvolgimento dei genitori? Nel mondo è in atto un’importante corsa per ridare qualità e autorevolezza alla scuola. Anche per l’Italia, un’opportunità ora da non perdere.

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