Il Parco di Tepilora premiato dall’Unesco

Quest'area incontaminata della Sardegna è stata riconosciuta dalla Nazioni Unite come riserva della biosfera. Il risultato di un lavoro partito dal basso, unendo amministratori locali e comunità
Un'immagine del Parco (foto Ansa)

«Abbiamo avuto ragione a puntare con decisione sulla realizzazione del Parco Naturale Regionale quale strumento capace di tutelare e valorizzare armonicamente ambiente e sviluppo. È stata premiata anche la governance innovativa, il fatto che il progetto sia partito dal basso e si sia rivelato un ottimo esempio di collaborazione e coesione fra amministratori, comunità e territori».

Così il presidente della Giunta regionale sarda, Francesco Pigliaru, ha manifestato la sua soddisfazione per l’attribuzione al parco di Tepilora del titolo di Patrimonio dell’Unesco. Parliamo di un territorio di 8 mila ettari di natura che diventa «Riserva della Biosfera», uno degli angoli del pianeta che ancora salvaguarda le bellezze della natura, stretto tra i monti della Barbagia e le coste di Posada, a poca distanza dalla rinomata Costa Smeralda.

Un territorio variegato, che offre panorami molto diversi: i monti rocciosi di Lula, le spiagge di Posada, ma anche le vedute e le peculiarità di centri del nuorese come di Bitti e Lodè. Molti i turisti che cominciano a frequentare questa zona dell’isola anche se lontana da circuiti più frequentati.

Attualmente aderiscono al progetto Parco di Tepilora i centri di Bitti, Lodè Posada e Torpè, mentre altri 16 comuni rientrano nell’ area del Grande Parco. Si tratta di un vasto territorio che va dalla Gallura e arriva quasi all’Ogliastra, lambendo il Gennargentu. Tutte zone incontaminate, dove la lingua sarda e il canto a tenore segnano profondamente quelle popolazioni.

Il riconoscimento al Parco di Tepilora è una sorta di balsamo che cerca di lenire le ferite legate alla crisi delle zone interne, in sofferenza per il taglio nei servizi; con lo Stato che in un certo qual modo arretra nella presenza, in termini di uffici postali, caserme scuole, ospedali.

Questa nuova opportunità che giunge dal premio Unesco può essere un incoraggiamento a proseguire nella salvaguardia del territorio, di cui quei sardi sono fieri e che vorrebbero difendere se fosse permesso loro di continuare ad avere ciò che tutti hanno. Questo premio è la dimostrazione che la strada da percorrere è proprio quella della tutela ambientale.

Altre zone dell’Isola hanno investito nella salvaguardia del territorio: Villasimius, La Maddalena, Bosa, Carloforte; anche la stessa Cagliari con le sue aree umide, o i monti del Sulcis, dove vive il cervo sardo, sono luoghi di attrazione per migliaia di turisti. Si tratta di località che importanti, ma che non si fregiano del marchio Unesco come i comuni del Parco Naturale Regionale di Tepilora.

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