Palermo: borse di studio a studenti rom

Il finanziamento agli studi, intitolato all’insegnante “Fatima Del Castillo”, deceduta nel 2012, consentirà di proseguire il percorso scolastico. Nostra intervista alla dott.ssa Carla Mazzola, Referente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia per gli alunni Rom.

 A scuola l’integrazione è possibile. Denis frequenta la penultima classe dell’Istituto Tecnico per il Turismo “Marco Polo”;  Sali, la seconda classe dell’Istituto di Istruzione superiore statale “Enrico Medi”; Raksija, la classe terza dell’I.T.C. “Duca degli Abruzzi”; Hamdi e Fatima, la terza  e la seconda classe dell’Istituto per i Servizi Alberghieri “F.P.Cascino”. Cosa hanno in comune questi cinque ragazzi?

 Lo scorso 14 novembre, presso la Direzione Didattica “Alcide De Gasperi”, durante una cerimonia semplice ma molto partecipata,  hanno ricevuto una borsa di studio intitolata all’insegnante “Fatima Del Castillo”, deceduta nel 2012, che consentirà di proseguire il percorso scolastico.

Questi ragazzi, tutti di etnia Rom, sono seguiti da un team appositamente formato dall’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia, nato con l’obiettivo di incoraggiare e accompagnare l’ inserimento scolastico dei ragazzi Rom. Le loro condizioni di vita non sono semplici e continuare negli studi è un’impresa ardua; ma credono nella scuola come unica possibilità di riscatto sociale.

È già arrivata alla seconda edizione l’assegnazione delle borse di studio a ragazzi Rom, grazie ai fondi che vengono raccolti su base volontaria istituita dall’allora dirigente scolastica Maria Giovanna Granata e proseguita dall’attuale dirigente Anna De Laurentis.

Fatima Del Castillo aveva dedicato l’impegno di una vita alla scuola, consapevole che il diritto di cittadinanza si esercita proprio  dove non esistono bambini stranieri o rom o italiani: i bambini sono tutti titolari degli stessi diritti e a ciascuno deve essere data la possibilità di esprimere e sviluppare la sua diversità.

Durante la manifestazione, il dott. Maurizio Gentile, coordinatore del gruppo regionale dell’Osservatorio sulla Dispersione scolastica,  ha sottolineato come nella realtà palermitana, sin dagli anni ’90, sono stati avviati, dal Provveditorato agli Studi di Palermo e dall’Osservatorio, degli interventi mirati a promuovere la scolarizzazione degli alunni Rom ottenendo esiti positivi soprattutto relativamente alla scuola primaria e secondaria di primo grado.

Attualmente, la popolazione del Campo Nomadi si è ridotta a circa cento persone, con 27 famiglie, perché gli abitanti hanno scelto di partire e lasciare la città in seguito alle difficilissime condizioni igienico-sanitario e abitative. Il numero degli alunni quindi è progressivamente diminuito ma si è registrato un fenomeno importantissimo quale quello della iscrizione e frequenza scolastica di alunni alla scuola secondaria di secondo grado. Undici ragazzi di etnia Rom sono iscritti alla scuola secondaria di secondo grado, quattordici alla scuola primaria “De Gasperi” e tredici alunni alla scuola secondaria di primo grado “Virgilio Marone”.

Nostra intervista alla dott.ssa Carla Mazzola, Referente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia per gli alunni Rom.

Quali sono i dati che caratterizzano l’inserimento degli alunni di etnia Rom nella scuola italiana?

La presenza di alunni Rom nelle scuole assume il carattere di una eccezionalità, in un generalizzato contesto italiano dove sono largamente diffusi i fallimenti nella scolarizzazione degli alunni Rom. L’iscrizione di ragazzi di etnia Rom presso gli Istituti superiori di Palermo è sicuramente un successo in considerazione del fatto che in tutta Italia, secondo i dati del Sole 24Ore,  i rom, sinti e camminanti sono circa 170 mila cioè lo 0,25% della popolazione complessiva.  Nel nostro Paese sono iscritti a scuola 11.481 minori rom, su circa trentamila in obbligo di frequenza per lo più alle scuole primarie e medie e solo 107 adolescenti, in tutta Italia, risultano iscritti alla secondaria di secondo grado.

Quali sono i fattori che scoraggiano la frequenza dei ragazzi Rom presso gli istituti d’istruzione secondaria superiore?

Diversi motivi sono alla base di tali fallimenti dell’inserimento scolastico: la difficoltà di comprendere il linguaggio formalizzato delle lezioni e dei libri di testo, le ragazze adolescenti considerate già in età matrimoniale, le difficoltà economiche che attanagliano le famiglie, la percezione diffusa tra i Rom che la scuola è per gli italiani e che i ragazzi Rom vengono emarginati  e isolati dagli altri. Più si va avanti nel sistema scolastico più il gap diventa insormontabile per questi ragazzi. Anche il materiale scolastico rappresenta una spesa impossibile da parte della famiglia.

 

 

 

 

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