Omaggio a Mozart

Sono tredici le edizioni di CivitanovaDanza che hanno fatto del festival marchigiano un punto luminoso nel panorama italiano. Merito di una programmazione lungimirante che nel tempo si è creato un pubblico sempre più numeroso. Tra le compagnie ospitate merita attenzione il Balletto del Teatro Nazionale di Praga con Serata Mozart. Tre i titoli del programma: due di Jirì Kylìan, e uno del suo direttore artistico Petr Zuska. Le creazioni di Kylìan – mai propriamente narrative, né formalistiche – sono metafore dell’esistenza. Scandagliano sentimenti. In Petite mort segue la musica di Mozart e se ne discosta al tempo stesso, riuscendo a sostenere (sull’Andante e l’Adagio del Concerto per pianoforte KV 467 e KV 488) la propria autonomia, scrivendo nell’aria percorsi rigorosi e perfetti, stabilendo intrighi e intrecci d’amore e non, con quel carico di fatalità, di scherno, di spasimo, di sensualità, che sono del salisburghese. Sei uomini che brandiscono dei fioretti da scherma, quasi delle protesi, simboleggiano momenti di aggressività, di vulnerabilità, di quiete, di passione. Danzano come se avessero davanti degli interlocutori, materializzati successivamente da un telo che, come il riflusso di un’onda, svelerà sei partner. Kylìan sviluppa una rete gestuale e di movimento che traccia diversi tipi di relazione sentimentale. Con un’altra onda fa apparire delle crinoline settecentesche: manichini dai gusci vuoti, dai cui usciranno le ballerine, a suggerire che, in un mondo di arroganza, malvagità e capriccio, la bellezza, che riflette il potere spirituale del loro creatore, non può essere intaccata. Con Petite mort Kylìan scrive un capolavoro di semplicità compositiva che arriva dritto al cuore. E lo ferisce. Proprio come quelle sciabole. Stamping Ground, sulle percussioni di Carlos Chàvez, s’ispira alle danze degli aborigeni australiani intenti ai preparativi per la caccia e al combattimento tra uomini. La fantasia del coreografo praghese non imita tutto ciò, ma crea un balletto spigoloso, con nobili movenze tribali. Il Requiem di Zuska accosta la musica di Mozart completata dal contemporaneo Richard Rentsch, per un balletto che prolunga nell’oggi il palpito infinito dell’essenza umana e dell’anima. Una celebrazione della vita più che una commemorazione per i morti. Perno della bellissima coreografia è un clavicembalo trasparente, dapprima coperto poi svelato, dove sopra, sotto, e attorno, si sviluppano le azioni danzate. Ci sono un bambino, un giovane, una donna. E una schiera dalle lunghe gonne, che con attraversamenti in diagonale, frontale, sempre in gruppo, accompagna, tra tonalità violente e afflati lirici, a tratti enfatici, lo scorrere della vita. PREMIO RODARI. Con lo spettacolo Un sogno nel castello, presentato lo scorso 26 giugno al 3° Festival Nazionale di Teatro Ragazzi Lucciole e lanterne, la compagnia bergamasca Teatrodaccapo ha vinto il premio Gianni Rodari per il teatro. Scritto, interpretato e diretto da Max Fenaroli e Marcello Nicoli, lo spettacolo è un gioco fiabesco che attinge dal repertorio giullaresco e dei saltimbanco, dove il pubblico interagisce attivamente con i protagonisti. Info@teatrodaccapo.it

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