Oltre la notte del Sud

Dal 24 al 26 giugno, al centro La Pace di Benevento, primo Forum degli amministratori campani per cercare di dare risposta alla grave crisi delle aree interne della Regione. Su proposta dei vescovi della metropolia di Benevento
paese di Morcone Freed73 Wikipedia

La questione drammatica dell’impoverimento e spopolamento delle zone geografiche interne del nostro Paese è un problema noto. Esiste, infatti, una vera e propria Strategia nazionale per le aree interne di competenza del dipartimento per la programmazione e il coordinamento della programmazione economica.

Eppure i dati snocciolati dai rapporti annuali dello Svimez restano sempre allarmanti, segnalando la particolare ingravescenza delle condizioni del nostro Mezzogiorno. Uno dei nodi incompiuti della nostra storia nazionale, mentre l’area del lombardo veneto si attesta ai livelli di prosperità del Nord Europa con la città di Milano che continua ad attirare capitali e investimenti internazionali.

È in tale contesto che si può leggere l’invito ad un forum progettuale lanciato, con la lettera aperta “Mezzanotte del Mezzogiorno?”, agli amministratori locali della Campania dai vescovi delle diocesi di Benevento, Cerreto Sannita-Sant’Agata de’ Goti-Telese, Avellino, Ariano Irpino-Lacedonia, Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia e Montevergine.  Località che sono quasi inesistenti secondo la logica prevalente nei media, pur offrendo il vero volto di un territorio italiano che «per circa il sessanta per cento è contraddistinto dalla presenza di piccoli Comuni, lontani dai servizi essenziali quali scuola, sanità e mobilità», come riporta l’analisi ufficiale della strategia nazionale.

Il compito dei presuli, apprezato con una lettera da papa Franceso, non è certo quello di offrire soluzioni ma di creare uno spazio adeguato agli enti locali e alla società civile per «cercare insieme le soluzioni migliori per vedere sprazzi di maggior luce». Anche perché è, invece, prevalente il buio di una notte che sembra non passare mai.

Rilevante e decisiva l’analisi proposta come traccia per i lavori che sta raccogliendo la risposta positiva di molti amministratori locali. Si  mette in evidenza, ad esempio, che «la crisi delle aree interne è aggravata dalla contrazione della spesa pubblica: il taglio subito nei trasferimenti per funzioni istituzionali, strade ed edifici scolastici è pari al 50%».

Con l’aggravante che alla forbice tra Nord e Sud, in questo caso si associa, in Campania, «un ulteriore squilibrio tra la fascia costiera e le province dell’entroterra; queste ultime faticano pure a intercettare i flussi turistici (nonostante le enormi risorse paesaggistiche, artistiche, culturali ed enogastronomiche) e il loro tasso di occupazione è inferiore a quello del Mezzogiorno».

Così mentre crescono l’allarme e le polemiche per i flussi migratori esterni, si sta realizzando un vero e proprio esodo perché, come osserva il  documento dei vescovi,«molti lasciano i propri paesi per cercare lavoro all’estero o nel Nord Italia, tanto che le nostre province ogni anno perdono un paese intero. Paradossalmente, esse producono il miglior risultato per quanto riguarda i laureati in età tra i 24 e i 39 anni, ma sono proprio i laureati a lasciare la Campania più povera!».

Nella stessa analisi proposta nella convocazione del Forum in programma a Benevento da lunedì 24 a mercoledì 26 giugno 2019, si possono trovare le tracce di soluzioni possibili come quando si mette in evidenza la possibilità di valorizzare l’alta capacità ferroviaria Napoli-Bari rispetto alla mobilità su gomma, riaprendo questioni strutturali rimosse sulla tipologia del concetto di sviluppo che si è imposto nel nostro Paese, incentrato sulla centralità dell’industria dell’auto.

Il calendario dei lavori, che appare come un primo momento di un lavoro che si annuncia proiettato nel lungo termine quanto a capacità progettuale, prevede oltre ad una relazione affidata all’economista Luigino Bruni, una serie di interventi incentrati sulle buone pratiche esistenti. E proprio nel beneventano è presente, ad esempio, una realtà come il consorzio Sale della Terra incentrato sulla ricchezza generata dalle piccole comunità delle aree interne che sanno usare le risorse disponibili per disegnare il volto positivo de «L’Italia che non ti aspetti» descritta dal testo edito da Città Nuova. Un modello che ha la pretesa di porsi come proposta replicabile in 100 e più comuni come testimonia il viaggio in Italia del camper battezzato significativamente “Ventotene” con rimando all’idea di un Europa da costruire sulle macerie di un conflitto mondiale.

Ed è certo che sono tante e tutte da scoprire le esperienze significative già esistenti sui territori che hanno bisogno di tempi, spazi e luoghi per «attivare sinergie capaci di promuovere l’interesse comune» come dicono i vescovi «per gemellare le povertà e renderle occasione di riscatto nella dimensione unitaria di un rinnovato impegno sociale e spirituale».

La tre giorni dell’innovativo laboratorio si svolgerà a Benevento nel centro La Pace con l’intenzione di recuperare e mettere in pratica l’intuizione del suo fondatore, don Emilio Matarazzo, di favorire «l’incontro tra posizioni diverse e lo sviluppo di nuove relazioni tra le persone, culture, istituzioni, spiritualità  e territorio».

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