Obbligo vaccinale, perché?

Quali elementi per sostenere la necessità di legare vaccinazione ed iscrizione a scuola? L'opinione del nostro esperto
Un bambino fa il vaccino

«Lo Stato ha il dovere di garantire la tutela della salute di tutti i cittadini, sia salvaguardando l’individuo malato che necessita di cure sia tutelando l’individuo sano. L’Art. 32 della Costituzione sancisce infatti che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Alcune malattie infettive presentano la caratteristica di poter essere prevenute, e uno degli interventi più efficaci e sicuri in Sanità Pubblica, per la loro prevenzione primaria, è rappresentato dalla vaccinazione.1»

Queste parole, prese dal Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale, sono forse le più adatte a spiegare i fondamenti del decreto che rende obbligatorie le vaccinazioni di base per la prima infanzia. Una posizione fortemente condivisa dagli Ordini professionali e dalla grande maggioranza degli operatori sanitari, che si impegnano in prima persona per proteggere e tutelare la salute delle persone, spiegando e condividendo senza paura del confronto le ragioni di questa e altre scelte di salute pubblica.

Ragioni che non stanno in ideologie, strumentalizzazioni o pressioni indebite (elementi da cui la sanità, come ogni altro settore pubblico, non è certamente immune) ma nella semplice realtà dei numeri e del metodo scientifico: pesano sulla decisione i recenti dati sui cali delle coperture vaccinali, anche per patologiche che non possono essere eradicate completamente (come il tetano) o che sono erroneamente considerate banali e “naturalmente associate” all’infanzia. È il caso dell’epidemia di morbillo2, che dall’inizio dell’anno e fino alla prima metà di maggio ha interessato 2395 casi, di cui il 40% hanno necessitato di un ricovero ospedaliero per le complicanze dell’infezione.

È bene ricordare che la malattia da morbillo comporta lo sviluppo di polmonite in un caso su 20, encefalite in uno su 2000, morte in uno su 3000. Il vaccino contro il morbillo produce una encefalite o una grave reazione avversa in un caso su 1 milione3. Questo rende ragione dell’utilizzo del vaccino contro il morbillo. Esistono evidenze analoghe per tutte le altre tipologie di vaccini disponibili.

Con la nuova norma, vengono dichiarate obbligatorie per legge, secondo le indicazioni del Calendario allegato al Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente (età 0-16 anni) e in riferimento alla coorte di appartenenza, le vaccinazioni di seguito indicate:

  • anti-poliomelitica;
  • anti-difterica;
  • anti-tetanica;
  • anti-epatite B;
  • anti-pertosse;
  • anti Haemophilusinfluenzae tipo B;
  • anti-meningococcica B;
  • anti-meningococcica C;
  • anti-morbillo;
  • anti-rosolia;
  • anti-parotite;
  • anti-varicella.

 

Le disposizioni entrano in vigore con il nuovo anno scolastico.

Il fatto che ci siano soggetti che, per controindicazioni cliniche o per età, non possano essere vaccinati, e la cui sicurezza dipende dalle scelte del resto della popolazione, è un’altra ragione alla base dell’intervento dello Stato che ripristina l’obbligatorietà. Ciò costituisce quel “valore sociale” della pratica vaccinale, espresso dal fenomeno della protezione comunitaria ottenibile, per molti vaccini, a seguito del raggiungimento di un’elevata copertura immunitaria nella popolazione bersaglio.

I vaccini, come i farmaci, sono prodotti soggetti a un preciso iter che ne regolamenta la ricerca, sperimentazione e messa in commercio: il razionale dell’utilizzo di un vaccino è la possibilità di dimostrare un preponderante e significativo vantaggio dei benefici rispetto ai rischi, che non sono paragonabili a quelli della malattia di base. Ogni prodotto vaccinale è sottoposto ad un altrettanto rigoroso sistema di sorveglianza che prevede la notifica e l’analisi di ogni evento avverso, i cui risultati vengono resi pubblici1

Oggi sono molti i medici e i sanitari che lavorano per rinforzare o ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini, in un’ottica di veicolazione trasparente di informazioni attendibili, non condizionate da alcuna pressione e orientate alla condivisione di buone pratiche utili alla salute di tutti. Un esempio che spicca per la qualità e l’accuratezza della gestione è il sito VaccinarSi2, a cui collaborano molte professionalità di riferimento del settore.

Un approccio autorevole, ma anche pacato e sempre rispettoso di ogni situazione personale; al di là del doveroso intervento dello Stato, è questa la chiave per migliorare la protezione dei cittadini e migliorare la salute e la sicurezza di tutti.

 

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