Non rinunzia ma acquisto

Metter Dio al posto dell’io: questo è sapienza.

Chi cerca trova: chi cerca Dio trova Dio. Vero. Ma è una ricerca alla misura di Dio, perché investe tutta la vita, tutti gli aspetti, circostanze, dolori, gioie della vita, tutta la storia quale tragica marcia dalla morte all’esistenza. Gli stessi peccati, le delusioni, i difetti, gli oscuramenti… ché se pecco sento subito che mi sono distaccato dal Bene, dal Vero, dall’Amore; e s’interpone tra lui e me un’angoscia, la quale, se non è lenita, si fa disperazione. Ora, se si ha bisogno della salvezza contro le ombre della morte, i rischi del male, segno è che si è di fronte a Dio, pur con un fossato tra mezzo…

Molto semplice: il cristiano è copia di Cristo. E Cristo è stato uomo alla perfezione. Come uomo, per esser totalmente lui, e fare la volontà del Padre, servì gli uomini, li istruì a fare dell’esistenza una cosa bella, viva, da preparazione funeraria che è; e poi diede la vita per le creature, come colmo dell’amore. L’uomo in tutti i casi imita Cristo nel patire: cioè patisce anche lui. Non lo imita sempre nell’offrire il suo sacrificio a Dio, per amore di Dio e dei fratelli. Se fa così, serve, vivifica, si immola e muore, per onorare Dio. Molto semplice: la vita come via al Calvario, come via Crucis; dopo essersi offerti agli uomini nei servizi, ci si offre loro nel dare il proprio sangue: ma questa diviene offerta all’Eterno, che ammette alla convivenza con lui, nella Resurrezione immediata, l’anima che non muore. Ti senti di vivere e quindi di finire – nelle proporzioni logiche – come visse e morì Gesù?

La Sapienza cristiana, nel chiederci di rinunziare a noi stessi, in verità non ci chiede una rinunzia, ma un acquisto. Accende, al posto delle ambizioni umane, un’ambizione divina. Ci suggerisce di metter Dio al posto del nostro Io: e cioè di sollevarci dal piano umano al livello divino, di fare società con la Trinità. È un’umiltà che opera una grandezza sterminata. Ecco perché poi, da quella vetta, il mondo appare gramo, e le ricchezze appaiono pula e le grandezze diventano rena. Rinunziare dunque a noi, per essere sempre con Dio: trasferisce l’Eterno nel tempo, far della terra il Paradiso. Allora il dolore è materia prima di grandezza: la croce una scala all’Eterno Padre.

 

(Da: Diario di fuoco, Città Nuova Ed., pp.199-202, 105)

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