Non perdere l’occasione

Dedico questo lavoro di tesi a tutti coloro che, come il sottoscritto, hanno a cuore la natura e l’ambiente in cui vivono e che ogni giorno cercano d’agire in modo tale da preservare la salute del nostro pianeta Terra come fosse la propria. Ho appena terminato di scrivere l’ultima pagina di questa tesi di laurea e m’accorgo solo ora veramente quanto ho scritto… Faccio un respiro profondo, soddisfatto e tra me esclamo: E vai! Ce l’ho fatta!. Alzo lo sguardo e per alcuni secondi sorrido e penso: Avete visto che Pippo l’orso c’è riuscito?. Così dentro di me nasce un grande: Grazie!. Questo grazie lo voglio dire a chi, a suo modo, ha contribuito al raggiungimento di questo mio grande e importante traguardo. Uno apre casualmente il volume di una tesi tecnica e assolutamente improbabile per chi non è addetto ai lavori (Bioreattori a membrana: sperimentazione in scala reale di reflui civili e industriali) e, grazie magari alla pessima abitudine di sfogliare fascicoli e libri dal fondo, si imbatte in alcune righe che meritano un po’ più della fredda attenzione professionale. Si ferma a leggere. Niente a che fare con… i bioreattori a membrana… La pagina è una vivacissima esplosione di vita, relazioni, amicizie ed affetti, di quelli che colorano e danno spessore all’esistenza. E ci si immagina questo studente universitario alle prese con l’ultima fatica, arrivato alla pagina numero 399 della tesi, nel profondo di una notte silenziosa e buia, ecco decide che è l’ora di restituire tutto, fino all’ultimo strappo ai suoi, al mondo, al Dio che gli ha fatto dono della vita, innanzitutto. Così non perde l’occasione e lo fa, noncurante di eventuali valutazioni e giudizi, forse infastiditi o supponenti… E comincia così. È l’ultima pagina di un traguardo, ma un inizio, assolutamente! Ogni volta che mi rigiro nelle mani una tesi di laurea, provo un non so che, misto di tenerezza e rispetto. So che ogni pagina è allenata da ore di studio, da rinunce e sacrifici, da tanti quesiti, anche esistenziali, che hanno determinato le scelte necessarie. Ogni pagina poi potrebbe prendere il volo verso i sogni e le aspirazioni con i quali ciascun laureando, trasformato dalla vita e dagli studi in esperto, ha convissuto, silenziosamente o meno, prima di accedere al mondo degli adulti-lavoratori… Il neo-dottore in ingegneria ci prova a ringraziare i docenti, i consulenti e lo fa con garbo, poi però si lancia. E lo fa convinto. Filippo sa quanto hanno fatto genitori e fratello per lui, lo riconosce e dedica loro un considerevole spazio, interloquendo familiarmente, lasciando il tono ufficiale per stendere un efficace filtro fra l’impianto tecnico e quello affettivo. Al mio fratellone Enrico, è da quando ha tre anni che gli rompo le scatole… M’ha aiutato ed insegnato molto, facendomi anche sporcare le mani in senso fisico (Grazie, Enrico: questa tesi è anche un po’ tua!). Il salto ai ringraziamenti agli amici avviene in modo decisamente esuberante: un po’ perché sono tanti, un po’ perché il tono informale si fa sempre più coinvolgente. Gli amici sono chiamati anche con il soprannome, ma soprattutto caratterizzati dalle esperienze condivise. Non ne scorda uno probabilmente, si preoccupa di individuarne la peculiarità e lo fa con abilità giornalistica. Niente è lasciato al caso o alla goliardia, il filo sottile che tende in queste ultime pagine riesce a dare il senso ultimo del lavoro di tesi. E il tutto completa l’affresco. Nella mia vita principalmente ci sono quattro gruppi d’amici. Inizia a ricordare i ragazzi di Verso La Vetta, un musical ideato e realizzato per commemorare la figura del medico laico, in via di beatificazione, Vinicio Dalla Vecchia, con i quali condivide valori e fatiche artistiche, per poi abbracciare oltre ai compagni di spensieratezze, quelli dell’esperienza forte dell’ideale dei Focolari… Vi sono riconoscente per il supporto morale: se sono così come sono è anche grazie a quello che abbiamo costruito in passato, seguendo grandi ideali e soffrendo assieme… anche se non sono così presente come un tempo, si lotta per andare avanti verso la stessa direzione. Si percepisce una presenza, quella universitaria di Filippo, tenace e coerente, dove il tempo dello studio non ha impedito di valorizzare l’amicizia, soprattutto quando questa è fonte di esperienze intense… Credo sia grazie a loro se questi anni d’università sono stati vissuti così intensamente e mi hanno fatto crescere molto: grazie di cuore ragazzi! Tra loro c’è una persona importantissima, che con noi ha iniziato l’avventura universitaria e che ora ci fa da angelo custode e ci guida dall’alto: il nostro Diego! Grazie mille per tutto, fratello di pelliccia: questo traguardo lo tagli con me. Sono certo che qualsiasi cosa farò tu ci sarai ad aiutarmi! Così come Diego, lassù c’è anche Lino Nalesso, che come un padre mi guida nel cammino della vita. Ora s’inizia un’altra tappa. Non so come sarà, spero meravigliosa e piena di soddisfazioni. Certamente porto con me questa laurea con tutti i ricordi e le esperienze che ha comportato, ne faccio tesoro prezioso, per affrontare il mio futuro di giovane uomo dando il meglio di me. I ringraziamenti si concludono con una citazione degna, ma non certo consueta, di un dottore in ingegneria ambientale, con una specializzazione nelle acque reflue… Laudato tu sia, mio Signore, per sorella acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e casta (Francesco d’Assisi, dal Cantico delle Creature). Il tempo sta trascorrendo e ora la tesi e la gioia del traguardo sono solo un momento che hanno introdotto l’ing. Filippo Brugiolo nel mondo del lavoro. Quando mi presento, come persona interessata alla sua tesi, casualmente, e… solo all’ultima pagina, quella dei ringraziamenti, è perplesso, naturalmente, e si chiede il perché di quella bizzarria. Poi mi aggiorna sulla realtà lavorativa, in cui egli stesso avverte la grande difficoltà ad avvicinarmi alla concretizzazione dei miei sogni di essere promotore del bene ambientale e delle relazioni umane, ma non getterò la spugna e cercherò sempre la strada giusta, deciso a rialzarmi e ricominciare sempre, cercando di dare il meglio di me, sicuro che fino a che seguirò la mia coscienza e questa sarà ancorata all’Amore, che per me è Dio, solo così sarò veramente me stesso. Essere fedeli ai propri progetti secondo i valori appresi e custoditi sono la più bella risposta alla sete di verità di una società così sofferente. Investire sui giovani è la strategia vincente, soprattutto quando si veicolano messaggi che, come quello di Filippo, invitano a restituire i doni immensi ricevuti. Ripongo la tesi idealmente in un cassetto prezioso e sorrido con complicità all’espressione di questo giovane professionista che desidera assaporare le piccole gioie fino alla loro essenza, fino all’ultima particella di gioia disponibile. E in cuor mio vorrei che tutti i giovani potessero incontrare maestri di vita, capaci di far sgorgare questa ricerca e questo desiderio coraggioso di celebrare la grandiosità delle cose semplici, per non perdere l’occasione, come dice Chiara Lubich, di trasformare ogni realtà, in testimonianza della rivoluzione evangelica. Sempre. Hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto? Sì, e cosa volevi? Potermi dire amato, sentirmi amato sulla terra… È della tenerezza che m’importa. Questo è il dono che stamattina mi commuove e mi sostiene. Al pari di ogni mattina, scriveva Raymond C. Carter.

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