No alla chiusura dell’Agenzia

La cancellazione dell'Agenzia per il Terzo settore è un colpo per il volontariato.
Una donna accanto a un anziano

Settecentomila euro. Possono apparire molti, per chi oggi fatica ad arrivare a fine mese, ma sono davvero poca cosa se confrontati all’immensa spesa pubblica del nostro Paese. A tanto ammontava il costo annuale dell’Agenzia del Terzo settore, che il governo ha deciso di cancellare nei giorni scorsi, senza consultare le organizzazioni del volontariato e dell’associazionismo che da anni collaborano con lo Stato per garantire diritti e dignità a tutti, a partire dai più deboli. Con la giustificazione del risparmio, si è eliminato un soggetto che, oltre a controllare la trasparenza e serietà del terzo settore, si prefiggeva di far crescere nel Paese la cultura della solidarietà e della sussidiarietà, anche grazie all’impegno di autorevoli esperti – primi presidenti sono stati il prof. Ornaghi e il prof. Zamagni – e alla sua natura di organismo indipendente, capace di interloquire con le pubbliche amministrazioni per indirizzarle ad un corretto rapporto con le organizzazioni sociali.
Per questo il mondo del Terzo settore è fortemente preoccupato e si domanda quale sia la strategia del governo Monti: paventata cancellazione dell’esenzione dell’Imu per il mondo non profit, cancellazione del cinque per mille o sua totale rimodulazione, conferma dei tagli operati alle politiche sociali… Mentre il Terzo settore continua a godere della stima dei cittadini italiani – oltre il 71 per cento dichiara di averne fiducia – e a crescere sia nel numero di volontari sia nella capacità di offrire servizi e creare economia civile, sembra che le istituzioni non se ne accorgano e lo liquidino come fenomeno marginale, da relegare a mera politica di welfare. Eppure, proprio questo governo si era prefisso di far crescere la responsabilità dei cittadini e di investire nell’innovazione e nel cambiamento, che del Terzo settore sono l’asse portante. Forse ora se lo sono scordato, ma i tre milioni di cittadini che ogni settimana fanno volontariato sono pronti a ricordarlo… Senza scioperi e manifestazioni, né potenti lobby di pressione, ma con la forza delle idee, della retta coscienza, dell’impegno personale gratuito e volto al bene comune.
 
L’Autore è presidente Acli e portavoce del Forum del Terzo settore.

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