Chiamiamola “stagione del risveglio”. Perché nei Comuni montani italiani, delle Alpi e degli Appennini, sono 100mila i nuovi abitanti. Un saldo positivo rilevato da Uncem nel Rapporto Montagne Italia, edito da Rubbettino, negli ultimi cinque anni, dal 2019 al 2023. Numeri importanti per il “saldo migratorio”, che non elimina dal tavolo la grave “crisi demografica”, ma apre scenari e trend importanti.
Negli anni 2022-2023, dopo che la pandemia da Covid-19 è stata arrestata e sconfitta, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani registra un saldo positivo tra i movimenti della popolazione in ingresso e in uscita dalla montagna e che assume dimensioni assai più significative di quanto non si sia registrato nei momenti migliori del passato. Quasi 100 mila ingressi oltre le uscite, più del 12 per mille della popolazione.
Certo, è ancora una ripresa che investe il Paese in modo diseguale: questa disomogeneità segna per di più una frattura rilevante tra le regioni del nord e del centro, tutte sistematicamente con apporti migratori positivi, e quelle del sud dove il segno meno, pur circoscritto e non generalizzato, appare ancora con una certa frequenza.
La discontinuità più forte con il passato è determinata dalla composizione del flusso migratorio riguardo alla cittadinanza, rispettivamente italiana e straniera. Non solo la popolazione italiana della montagna presenta – ed è una novità assoluta – un saldo positivo tra ingressi e uscite, ma questo, forte di quasi 64 mila unità, sopravanza nettamente quello della popolazione di cittadinanza straniera che, con meno di 36 mila unità, si riduce ulteriormente (quasi si dimezza) rispetto ai valori del quinquennio precedente, portando in evidenza la tendenza ormai presente in tutto il Paese a una progressiva riduzione dell’interesse verso l’Italia da parte dei flussi migratori di lungo raggio.
Il Rapporto Uncem si compone di 900 pagine di dati, non solo per Regione ma per ambito territoriale, di analisi e approfondimenti. Di economisti, sociologi, amministratori, dirigenti pubblici. A scrivere il rapporto, coordinato da Luca Lo Bianco, sono Giampiero Lupatelli, Aldo Bonomi, Nando Pagnoncelli, Fabio Renzi ed Ermete Realacci, il Commissario Guido Castelli, Antonio Nicoletti, Giovanni Cannata. Prefazione del Presidente Uncem, Marco Bussone. Introduzione del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli.
Il Rapporto 2025 nasce nell’ambito del Progetto Italiae del Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri, attuato da Uncem per descrivere come si manifesta la contemporaneità nelle montagne italiane tra criticità, opportunità e nuovo protagonismo.