Milano: seminaristi in parrocchia per un anno

Riorganizzazione del seminario per la Chiesa ambrosiana. Tutte le novità

Un anno di vita in parrocchia per i seminaristi della diocesi di Milano del III anno Teologia, pur continuando a seguire, presso il seminario, lezioni e formazione quotidiana. È questa, una delle principali novità contenute nel documento “Riconfigurazione della vita di Seminario” per la Chiesa ambrosiana, comunicata durante la messa cresimale del 25 marzo dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini. Un processo in sperimentazione fino all’anno 2025-26 presso la Chiesa ambrosiana e in partenza dal prossimo settembre, che si presenta come una proposta da adeguare e integrare annualmente. Una decisione, specifica l’arcivescovo, approvata e «predisposta dai formatori del Seminario e discussa con il Consiglio Episcopale Milanese».

Ogni gruppo avrà una regola di vita comune con scanditi momenti di preghiera personale e in comune, studio, liturgia, ma anche ovviamente aspetti più pratici quali il calendario settimanale, la gestione della casa e il riposo.

Nel documento si fa riferimento – tra le motivazioni che hanno portato alla riconfigurazione –, alla drastica diminuzione di vocazioni, specie negli anni della pandemia. Sempre nel documento si riporta che «negli ultimi 5 anni, gli ingressi sono stati: 24 (2017), 19 (2018), 18 (2019), 16 (2020), 11 (2021), 6 (2022)». Una situazione che ha generato l’annoso problema della difficoltà ad assicurare più di un sacerdote alle 1107 parrocchie presenti in diocesi.

Insomma, sproporzionate dunque le strutture per l’esiguo numero di ospiti, la cui vita potrebbe ridursi ad un solo lotto del Seminario e che porterà all’avvicinamento del Biennio e del Quadriennio teologico nello spazio attualmente riservato al Biennio a partire dall’anno 2023-24. «Saranno condivisi i pasti e i momenti ricreativi, mentre la liturgia sarà in comune soltanto al mattino. Le attività pomeridiane e serali resteranno differenziate» ha specificato il rettore don Enrico Castagna. La scelta di ridurre gli spazi è una questione anche di tipo educativo, una piccola comunità finirebbe per non essere “non generativa”, e in secondo luogo anche economica ed etica.

Riguardo all’anno previsto in parrocchia per i seminaristi del Terzo Teologia, il documento esplicita la necessità che gli stessi conoscano le altre vocazioni: «Si ritiene sia importante individuare una coppia di sposi o famiglia che possa diventare punto di riferimento per il gruppo di seminaristi» si legge nel documento predisposto dai formatori del seminario. Ed è sempre don Enrico Castagna a spiegare il perché: «potrà essere favorito un confronto più serrato e una reciprocità con altre forme di vocazione che potranno interagire con i seminaristi».

Inoltre, spiega sempre il rettore del Seminario: «Ci pare che un anno diverso e così organizzato possa disattivare dinamiche di appiattimento e ripiegamento, possa dilatare lesperienza formativa (vita in piccoli gruppi con persone non scelte, sguardo critico sulla attuale condizione sociale ed ecclesiale… )». Tra le altre motivazioni: le esperienze vissute in questi anni tra cui ha inciso anche la pandemia, pareri da parte di laici e preti.

Infine, l’ultima novità presente nel documento Riconfigurazione della vita di Seminario riguarda proprio la “vestizione” clericale, oggi prevista all’inizio del terzo anno nella Chiesa di Milano e che «verrà rinviata al momento dell’ordinazione diaconale – si legge nella nota della diocesi –, ovvero all’inizio del sesto e ultimo anno, come indica la disciplina della Chiesa universale e della Cei in materia e come già avviene nella maggior parte dei Seminari italiani».

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