Mikael, umana e sincera ricerca

Dopo la proiezione del docufilm interpretato da Massimiliano Varrese e diretto da Filippo Fagioli e Massimiliano Varrese, al Centro Mariapoli di Castelgandolfo, proponiamo la riflessione su quanto visto

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Nei giorni scorsi al Centro Mariapoli di Castelgandolfo è stato proiettato il docufilm di Filippo Fagioli e Massimiliano Varrese Mikael (Produzione Philms) e interpretato da Massimiliano Varrese. L’iniziativa, che si inseriva nella programmazione delle serate culturali del Centro, aperte ai cittadini di Castelgandolfo e delle città limitrofe città dei Castelli romani, è stata accolta con entusiasmo da un pubblico numeroso che si è intrattenuao al termine della proiezione in un intenso dialogo con gli artisti. Tutta la serata è stata coordinata dal regista Fernando Muraca.

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La storia inizia da un telefono nel cuore della notte: una voce chiama e bussa alla nostra coscienza. Esitiamo spaventati perché il nuovo sempre sconvolge la vita e cambia la realtà, ancor più se questo nuovo si riveste di mistero.

Tutti viviamo questo piccolo o grande dramma di fronte alle  inquietudini , alle domande non risposte, ai nostri dubbi, alle nostre continue ricerche di senso. Alternativamente tutti scettici o tutti credenti in qualcuno o qualcosa,  e sperimentiamo la non facile posizione di trovarci spesso sul crinale. Dove orientare il nostro cammino? Quale la nostra vera identità? Avanzare o restare in attesa? Interrogativi che rappresentano una condizione comune della nostra umanità, che ci rende tutti partecipi di un uguale destino al di là della decisione che prenderemo.

Il giornalista Mauro, di convinzioni non religiose, è chiamato a partecipare alla realizzazione di un docufilm sul culto micaelico, uno di culti religiosi più diffusi al mondo che ha affascinato uomini di pensiero e semplici viandanti, di convinzione laica o religiosa.

Dovendo intervistare una serie di personaggi più o meno famosi che hanno vissuto in vario modo il loro incontro con la figura dell’Arcangelo Michele, si trova così a porre domande a chi ha osato attraversare lo spartiacque tra fede religiosa e fede laica per un tuffo vitale nel mistero degli angeli. Intimamente scosso, Mauro passa notti insonne; vorrebbe abbandonarsi alla nuova realtà appena intravista ma la sua razionalità oppone resistenza e non riesce a codificare quell’esigenza nuova che è fiorita nel suo animo: guardare oltre quello che già si possiede.

La ripetuta testimonianza di chi con umiltà gli partecipa il proprio mondo interiore dà a Mauro la forza di porsi in ascolto con amore e senza pregiudizio. È la chiave di volta, la sorpresa gioiosa di trovarsi su un piano diverso, capace di accogliere con sorpresa e con gioia il nuovo che irrompe nell’anima e rischiara la propria vita

Quei personaggi diventano compagni di viaggio nella sua ricerca di senso: uomini e donne incamminati verso l’Amore di un Dio che accoglie, non giudica, non si vendica e di cui Mikael è stato custode fedele.

È la speranza intravista che offre alla sua esistenza un’accelerazione, uno scatto interiore nuovo per spalancare l’anima all’infinito sguardo di chi da sempre ci ha pensati ed amati.

Interpretato con intensa forza espressiva da Massimiliano Varrese, nel ritmo  poetico di una natura incontaminata e di pura bellezza, il film Mikael ci rivela che ogni vita è ricerca, ricerca che ci fa uomini, credenti o scettici non importa: vale la sincerità del nostro tentativo di dare un senso ad ogni attimo, e se la ricerca ci porta verso l’Assoluto, pieghiamo il ginocchio con umiltà  non per brandire l’arma dell’orgoglio ma solo per diventare compagni  del nostro prossimo, qualunque sia la propria condizione, la propria scelta.

Sulle note incalzanti di un’efficace colonna sonora, il film Mikael si impone nell’animo dello spettatore per restituirci il senso pieno del nostro vivere e il valore di ogni sincera e umana ricerca.

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