Mi gioco tutta la pensione?

Interi stipendi dilapidati tra giochi istantanei e lotto. Sempre di più i giovani che tentano la sorte, per un fenomeno che diventa ogni giorno più inquietante
Gioco

Ho visto con i miei occhi una pensionata, pur non con la minima, discutere su come "rientrare" da un debito di oltre 5mila euro col tabaccaio per acquisti di gratta e vinci. La passione – e mai parola può essere più adatta – degli italiani per il gioco d'azzardo sta assumendo sempre di più i contorni di una vera e propria piaga sociale. Guardiamo insieme qualche numero.
 
Circa 29,2 milioni di persone, e cioè la metà della popolazione italiana, gioca per un fatturato annuo di 54,3 miliardi di euro per il solo gioco legalizzato. Non osiamo immaginare il sommerso. La crisi economica invece di essere un deterrente, sembra abbia aumentato il numero di coloro che giocano. A riferirlo è lo Sportello Antiusura che monitora costantemente il fenomeno del gioco d'azzardo. Secondo i dati diffusi dall’associazione Contribuenti.it, sono oltre 7 milioni gli italiani che giocano con frequenza settimanale e ogni giocatore lascia sul tavolo da gioco – reale, virtuale, a schedina e quant'altro – circa 1.890 euro l'anno.

Secondo l'istituto di ricerca Eurisko la maggioranza dei giocatori vive al Sud Italia (35 per cento), seguono Nord Ovest (27), Nord Est e Centro con la medesima percentuale (19), principalmente in comuni di piccole dimensioni, con popolazione inferiore ai 10mila abitanti (43 per cento).
 
Aumenta tristemente anche il numero di minorenni coinvolti nel gioco. Secondo uno studio condotto dall'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa (Ifc-Cnr) e riportato dal Codacons, dal 2008 al 2009, la percentuale di studenti tra i 15 e i 19 anni che dichiarano di aver giocato in denaro almeno una volta negli ultimi dodici mesi è aumentata al 47 per cento. L'aumento maggiore è fra le ragazze, passate dal 29 al 36%, mentre i maschi passano invece dal 53 al 57. Tra i giochi che attirano i ragazzi troviamo: Gratta e vinci e lotterie istantanee (al 34 per cento, in crescita dal 28 del 2008), scommesse sportive (17 per cento), lotto e superenalotto (cresciuti dal 9 al 14 per cento).
 
Comunque nella non esaltante classifica d'azzardo spicca il vecchio e mai domo Lotto (57 per cento), seguito dal Superenalotto (50) e dai Gratta e vinci (45), mentre appena il 3 per cento dei giocatori si dedica alle scommesse ippiche. Sembra paradossale, ma sembra che il 77 per cento degli italiani giochi per il solo "sfizio" di tentare la fortuna!
 
In una scala di valori che occorre aggiornare di gran fretta se il consumo e l'abuso di alcol e droghe sono un grave problema sociale, per la collettività e per la salute di chi ne fa uso, è pur vero che oggi più che mai, bisogna annoverare, senza falsi pudori, anche la dipendenza da gioco tra le patologie.
 
Non vogliamo essere maligni e malfidati a pensare che questa guardia bassa possa essere ricercata nel fatto che il gioco legalizzato porta enormi guadagni anche nelle casse dello Stato, soprattutto
nei tempi di crisi, quando gli italiani sperano maggiormente di risolvere i propri problemi ricorrendo alla dea bendata. Ma forse anche la dea bendata potrebbe essere in crisi!
 
Vi è comunque una certa mobilitazione che vede in prima linea le varie organizzazione dei contribuenti. Ad esempio la già citata Contribuenti.it col suo presidente Vittorio Carlomagno, sottolinea che «lo scopo delle istituzioni deve essere quello di educare i cittadini, proteggere la loro salute, mentale e fisica, e non indurli a giocare a poker». Per questi motivi l'associazione, e non solo, chiede misure restrittive nei confronti del gioco legalizzato, come la diminuzione di offerta di lotterie, il divieto al gioco d'azzardo online e l'aumento della tassazione delle vincite per renderle meno appetibili.
 
Il Codacons ha denunciato all'Autorità delle Telecomunicazioni il comportamento delle redazioni giornalistiche Rai, Mediaset e La7 perchè "seducono" le persone, evitando di raccontare le scarse possibilità statistiche di vincita. Inoltre il Codacons ha sollecitato ed ottenuto un incontro con i vertici di monopoli di Stato e Sisal per imporre ai gestori una maggiore e più corretta informazione sul numero delle probabilità di vincita per ciascun gioco e sui rischi connessi agli eccessi, e per evitare forme di pubblicità eclatanti soltanto sull'entità delle vincite e dei cosiddetti super jackpot.

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