Malattie in “vendita”

Da tempo l’obesità è divenuta la vera epidemia dei Paesi ricchi. In Italia si calcola che il 10-12 per cento dei bambini e l’8-10 per cento degli adulti sono obesi. Negli Usa le cifre sono anche superiori. È anche noto che si tratta di una vera e propria malattia, non di danno estetico soltanto. Le complicazioni che comporta (diabete, ipertensione, neoplasie, demenza senile, cardiopatie) spingono sempre più i medici a cercare di arginare il problema con un approccio multidisciplinare integrato. Il tentativo è mirato soprattutto sui bambini in età scolare, essendo noto che, una volta instaurata, l’obesità diviene malattia cronica difficilmente curabile nell’adulto. In alcune scuole si insegna con lodevole impegno l’importanza dell’attività fisica e della sana alimentazione: si punta insomma nell’apprendimento teorico e pratico e nello sviluppo delle capacità cognitive e relazionali del bambino. Questo sforzo però è vanificato dalle sponsorizzazioni televisive, proiettate negli orari di maggiore ascolto dei bambini, di merendine e dolci prodotti in serie dalle industrie del settore. Ciò avviene nonostante precise e reiterate disposizioni di legge che lo vietano. Ma c’è una novità ancor più inquietante: la creazione di malattie fittizie, inventate con strategie raffinate dalle multinazionali del farmaco, per incrementare le vendite. La denuncia è documentata in un recente numero speciale di Plos Medicine da firme autorevoli della medicina internazionale. Come ad esempio David Healy dell’Università di Wales che denuncia la commercializzazione del disordine bipolare. Con questa strategia vi è stato in America un boom di diagnosi di questo tipo (ed il conseguente trattamento con farmaci antidepressivi maggiori) su bimbi che magari hanno appena due anni e sono soltanto irrequieti. I medici se la prendono anche con la stampa, colpevole di esagerare: troppo spesso giornali e tv puntano i riflettori sulla grande diffusione e la necessità di cure per problemi come, ad esempio, la sindrome delle gambe senza riposo. Con questo numero speciale gli esperti vogliono dare una sveglia alla comunità medica mondiale, per cambiare il trend e contrastare il fenomeno della vendita delle malattie. Insomma, è necessario che la comunità medica ed i mass-media riflettano seriamente su questa minaccia per la salute umana, rappresentata dalla commercializzazione ad arte di malattie inventate dagli esperti di marketing in connubio con medici compiacenti. Questi sono soltanto due esempi di come può crescere il fatturato di talune industrie farmaceutiche ed alimentari, in un mercato consumistico, privo di regole etiche, che di fronte al guadagno non si preoccupa se poi le persone crepano per malattie create ad arte. PROGETTARE FACILE SENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE Sono ormai trascorsi diversi decenni da quando il mondo della progettazione edilizia e dell’ambiente è stato investito dal problema delle barriere architettoniche e quindi della loro eliminazione, che ha dato origine a sistemi di norme e prescrizioni di legge. Oggi forse non è il quadro normativo a risultare carente; piuttosto, tra le ragioni di una incompleta penetrazione del concetto di superamento delle barriere non va trascurata anche la non agevole esplicazione e interrpetazione della norma. Un utile sussidio per superare tale ultima difficoltà è offerto dal volumetto Progettare facile senza barriere architettoniche (Edizioni OCD, pp. 102, euro 10,00) di Giovanni Callocchia, architetto romano. Con sintetica agilità, attraverso uno strumento in grado di affiancare la progettazione parallelamente allo sviluppo delle fasi del lavoro, l’Autore propone architetture che tengano conto dell’uso e vivibilità delle stesse da parte di tutte le categorie di soggetti (abili, parzialmente abili, disabili). Il testo, suddiviso per argomenti, evidenzia le caratteristiche dimensionali dei componenti edilizi, nel rispetto delle normative vigenti, partendo dall’esterno del fabbricato per arrivare all’interno. È inoltre corredato da immagini immediatamente

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