“L’uomo dei sogni”

Mercoledì ore 21 canale 5. Il ping pong è finito. L’uomo dei sogni, dopo aver attraversato idealmente tutto l’etere, ha fatto il nido su Canale 5. Rifiutato da Raiuno (che lo riteneva immorale e in disaccordo con la missione del servizio pubblico, preferendogli niente di meno che Adesso sposami), prodotto dalla Magnolia di Giorgio Gori, è presentato dalla di lui moglie, Cristina Parodi. In America il “Bachelor” ha fatto sfracelli. A Mediaset invece lo hanno trattato come un format qualsiasi, non credendoci troppo e mandandolo in onda in estate, più per occupare uno spazio vuoto nel palinsesto che per intrinseca convinzione della bontà del prodotto. Come in Cenerentola c’è un principe di bell’aspetto che cerca moglie e indice una festa televisiva nel corso della quale sceglierà la sua futura consorte. L’uomo dei sogni mediatico deve scegliere tra venti pretendenti, eliminate in sequenza durante le varie puntate. Le prime rimandate a casa sulla base di istintive sensazioni, le successive con più consapevolezza, dal momento che il concorrente ha modo durante la settimana di conoscere più a fondo le componenti del suo originale harem. Il programma vive una sua dimensione quasi eterea, rispettando fino in fondo l’idea di ricalcare i percorsi di una fiaba. La realtà concreta resta fuori dalla porta per far posto invece al Sentimento, che tutto guida e tutto muove. A far da sfondo ci sono situazioni e luoghi da vip in vacanza: cocktail party sul bordo della piscina, limousine, abiti da sera e sorrisi da fotoromanzo. Anche il principe azzurro, imprenditore abbronzato e fascinoso rispetta il suo ruolo di moderno dongiovanni, sensibile e atletico rubacuori, gran cerimoniere del rito della consegna delle rose, l’atto finale di ogni puntata in cui l’offerta del fiore spinoso significa per le pretendenti al ruolo di reginetta, la certezza di restare in tv un’altra settimana. In qualche momento è addirittura fastidioso il livello di melassa che il programma raggiunge. In quegli istanti abbiamo però ricordato altre trasmissioni, dal Grande Fratello a Uomini e donne della De Filippi, che della “caccia all’uomo” hanno fatto un caposaldo. Ebbene nel confronto, L’uomo dei sogni recupera punti: quando non sconfina nel romanticume, l’eleganza del programma sembra una dignitosa risposta alla volgarità di tanta tv di questi giorni. Sognare non è un delitto, e le fiabe, ancorché palesemente fasulle, hanno sempre un loro fascino. Anche se raccontate per gonfiare ascolti e vendere spazi pubblicitari.

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